09/10/13

Recensione di Eterna di Victoria Alvarez

Trama: Londra, 1888. Annabel Lovelace è cresciuta nel cimitero di Highgate, e non conosce nulla al di fuori delle sue alte mura. Abbandonata a soli quattro anni dalla madre, ha come unico affetto la cara zia Heather. Senza di lei non potrebbe affrontare il terribile zio Tom, custode del cimitero. A sei anni, dopo aver sofferto di cuore sin dal primo anno di vita, il medico di famiglia le prescrive una medicina che dovrà accompagnarla per sempre... Sei gocce di digitale purpurea per mantenerla in vita, sei gocce rosse come il sangue che la strapperanno alla morte. Insieme alle preziose gocce, arriverà per Annabel una sorpresa sconvolgente, che marcherà la sua esistenza fino alla fine dei suoi giorni: è in grado di comunicare con l'aldilà, di dare voce a coloro che l'hanno persa per sempre. Ed è in questa sensazione di incredulità che Annabel sentirà che il suo cuore malato riuscirà a riempirsi di vero amore se solo potesse capire chi è quell'uomo che perseguita i suoi sogni. 



Credo che Eterna sia una delle mie migliori letture dell'estate 2013.
Avevo già delle alte aspettative che fortunatamente non sono stata deluse. Per buona parte della prima e seconda parte però temevo in una delusione. Per quanto il romanzo mi prendesse mi domandavo a che fine leggessi questa storia piena di descrizioni e che parte così dal principio della vita della protagonista.
Conosciamo infatti Annabel quando è uno scricciolo malaticcio di quattro anni, abbandonata dalla madre prostituta, Rosalie, al fratello Tom Lovelace ed alla moglie Heather presso la loro abitazione del cimitero di cui Tom è il custode. La vita per lei non è facile dal principio. Affetta da una grave malattia al cuore deve prendere ogni giorno sei gocce di digitalina, orribile medicina color del sangue, in grado di far circolare abbastanza sangue nel suo organismo inefficiente. Ancora peggio che viva come un animale, con una bara al posto del letto e che suo zio la tratti come un enorme peso. Fino a che lei non lo rende ridicolo in un affare di buona rendita, in cui lo zio però deve riconoscere che Annabel non ha mai mentito. Da che la madre è morta,probabilmente tramite Lo Squartatore, vede i fantasmi e Tom vi vede ottime fonti di guadagno tanto che la situazione di Annabel migliore notevolmente.
Purtroppo anche il peggio deve arrivare e ad un certo punto Tom ed Annabel vengono ad i ferricorti. Lei non ha mai voluto imbrogliare nessuno col suo mestiere onesto mentre poco fa hanno fatto una pessima figura con i Willougby, facoltosa famiglia londinese, la cui matriarca Emily vuole sapere come ritrovare Cecil, figlio sperduto e presuntamente morto. Purtroppo il ragazzo non è morto quindi Annabel non riesce a contattarlo iniziando una furiosa lite coi nobili. Allora Tom perderà la pazienza e, andati via gli ospiti, redarguisce la ragazza e cerca di approfittarne sessualmente. Per fortuna arriva
Heather e, dopo una padellata a Tom ed una rocambolesca fuga in cui le aiutò colui che per noi diverrà il “Cavaliere Senza Nome”, Heather ed Annabel fuggono a Londra, ricominciano da capo e la protagonista si rifa una vita come medium addirittura ritrovando lo spirito che la aiutò a fuggire dal cimitero di Highgate in occasione del suo secondo incontro con i Willoughby ignari, escluso il nipote Nathan, di chi lei sia. Per poco.
Peccato che il passato non rimanga sepolto e che vecchi scheletri si ributtino sulla via di Annabel, che non può godersi un po' di gioia in pace, dando inizio ad una serie di intricatissimi eventi che ci
porteranno ad un insolito finale.
Il fatto poi che il libro sia autoconclusivo me lo rende ancora più simpatico. Nessun seguito improbabile ed una storia perfetta benchè non sia il classico finale e soprattutto senza un happy e diabetico ending.
Già il solo stile di scrittura vale il libro....Descrittivo ed evocativo, pieno di dettagli da rendere perfettamente giustizia alla Londra Vittoriana abitata da Jack Lo Squartatore ed altri squilibrati di vario calibro e “infestata” da spiritiste e medium in un periodo in cui l'occoluto “andava forte”.
I personaggi, vivi e morti, sono molto ben caratterizzati e curati; sappiamo sempre con chi abbiamo a che fare ed abbiamo modo, di volta in volta, di apprezzarlo o meno a seconda della situazione e della personalità.
La prima parte del romanzo però mi lasciava perplessa. La storia era bella, ben narrata ma troppo lineare e prevedibile, colpi di scena limitati. Sarà poco dopo la metà che i nodi iniziano ad ammassarsi per avvicinarsi ad un concatenamento di eventi che scioglie il bandolo della matassa in un ritmo così incalzante e pieno di suspence da risultare incantevole e doloroso al contempo.
Proveremo più volte confusione, rabbia, gioia, felicità, soddisfazione e cambieremo di volta in volta idea benchè un'idea generale si profili all'orizzonte.
Conosceremo bene anche il mondo dei morti che non riposano in pace perchè hanno lasciato questo mondo in maniera troppo traumatica e che hanno bisogni di una medium per potersi riappacificare o chiarire qualcosa ai propri cari. Finchè non vi riusciranno saranno destinati a rimanere qui o nel limbo detto “Asfodelo” anziché passare subito dall'Altro Lato come chi muore in pace. Anche se , cari lettori, se sentirete freddo e non ve n'è motivo è facile che un fantasma sia vicino a voi.
Benchè molto vi sia di fantasia, la Londra Vittoriana rende abbastanza bene l'idea in cui la donna (come sempre ) debba essere priva di cervello e l'uomo libero di fare ciò che vuole anche se i primi movimenti femministi vedono luce. Le informazioni storiche circa Jack Lo Squartatore sono fondate. Ho controllato e la descrizione delle cinque vittime (sempre che non fossero di più) sono proprio così cruente. Ad eccezione di Rosalie, madre di Annabel, che è inserita ad effetto scenico e che verrà comunque spiegata. Chi vive di stenti viene ben rappresentato sia tramite l'infanzia di Annabel sia attraverso una particolare visita che, in lettura, recheremo a Whitechapel, quartiere degradato di Londra dove vivono mentecatti di ogniddove e luogo dove i gentiluomini vanno a trovare belle “facili donne” e qualche fumatina d'oppio. Anche Highgate èun luogo realmente esistito. Mentre la dinastia Rosenfield, che sarà importantissima in corso di lettura (vi fa parte il Cavaliere Senza Nome) suppongo sia inventata non avendo trovato fonti a riguardo. Ebbene sì, il mio fan-girlismo, a fine lettura, mi ha condotta a compiere un paio di ricerchine lampo per verificare quanto di consistente e reale questo gioiellino mi avesse offerto.
Mi sono goduta “Eterna” nonostante un po' di rammarico per il finale “adulto” che non prevede zucchero e fuochi d'artificio, ma una cruda realtà e il chiudersi di un cerchio che non poteva rimanere incompiuto. Non potevo chiedere di meglio da questo libro e da questa scrittrice.
Si capisce che il mio è un invito alla lettura? ;-)
Questa è l'ultima lettura della Review War cui purtroppo non ho contribuito tantissimo!

2 commenti:

  1. a me non è piaciuto proprio..avrei preferito venisse sviluppato in altro modo...

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    1. Probabilmente tutto dipende dai gusti del lettore ;-) A te sarebbe piaciuto più succo a livello storico e mistery e a me il lato romantico ha conquistata tanto!

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