29/07/17

Recensione di Il pianeta di Standish di Sally Gardner

Trama: Standish ha quindici anni ma parla con l'ingenuità e la purezza di un bambino di dieci. Standish e il suo unico amico, Hector, vivono nella Zona Sette, dove la Madrepatria tiene segregati i dissidenti, gli avversari politici e gli impuri. La zona è popolata di informatori, mancano i generi di prima necessità ed è bandito l'uso di radio e televisione. L'unica eccezione a questo isolamento sarà la grande diretta sull'evento che cambierà il corso della storia: giovedì 19 luglio 1956 verrà lanciato il vettore diretto sulla Luna e per la Madrepatria inizierà una nuova era. Ma i due ragazzi scoprono, per caso, che l'allunaggio è solo una farsa organizzata dal regime e si uniscono a un piccolo gruppo di ribelli. Quando Hector scompare, rapito dal regime, Standish decide di affrontare da solo un'eroica missione di boicottaggio, per ritrovare l'amico e realizzare il proprio sogno di libertà. Un romanzo forte e struggente, in cui la voce limpida del giovane protagonista ci attira nel suo mondo, fatto di angoscia e buio, ma anche degli infiniti spazi del sogno e dell'immaginazione, e come una luce ci guida sino al finale, abbagliante e liberatorio.

Era da molto tempo che desideravo leggere questo libro. Amo le ambientazioni che ricordano il distopico, genere di mia preferenza benchè ricco di sfaccettature e sottogeneri. Adoro il fatto che ci presentino un mondo assolutamente indesiderabile e che prima o poi qualcuno esploda e dia inizio al processo di rivolta, permettendo al coraggio ed alla voglia di un futuro migliore di uscire.
 Questa non è una distopia, bensì un'ucronia, ossia mostra il nostro mondo in un determinato contesto storico se un determinato evento fosse andato in maniera diversa.
In questo caso cosa sarebbe accaduto se la seconda guerra mondiale fosse stata vinta dalla Germania (questo ho inteso io)? Il mondo descritto è fittizio. Ma non ci piove che si tratta della terra.
La storia è ambientata nella Zona Sette, dove vivono solo dissidenti ed informatori, nessuno ha la possibilità di vivere una vita decorosa e non ci si può fidare di nessuno. E' un attimo venire denunciati alle autorità che certo non ci vanno leggere e pretendono in pratica dei sudditi senza cervello. 

Standish vive qui, dalla scomparsa dei genitori, la sua vita e quella del nonno sono state tristi finchè non è arrivato Hector con la sua famiglia, i Lush.
Infatti fino ad allora per Standish era comunque brutto vivere: è dislessico ( come l'autrice), ha gli occhi di due colori diversi ed il regime lo considera un impuro, ma lui nasconde bene la sua intelligenza che c'è, ma nessuno è in grado di vederla oltre le difficoltà che le persone vedono come inaccettabile handicap. E' un miracolo sia ancora vivo e viene maltrattato da tutti. La scomparsa dei genitori è l'evento peggiore gli sia capitato. Poi arriva Hector a vivere nella casa che fu dei suoi genitori e torna il sorriso, con esso la sicurezza.
Però anche Hector scompare, in seguito alla scoperta di un segreto che il regime vuole resti tale e nascosto da un muro (riferimenti casuali?) vicino casa loro che è vietato oltrepassare. Però anche Standish e suo nonno hanno un segreto e sperano che resti tale. Altrimenti conoscono la loro fine.
Per Standish torna la tristezza e la sopravvivenza da solo col nonno, anche se ormai il cerchio si stringerà e gli eventi correranno veloci verso la fine.

E' un romanzo per ragazzi, dai quattordici anni in su. Ma non posso dire che si tratti di un romanzo dolce e poco complesso. Se lo leggessero tanti ragazzi sarebbe davvero un bene perchè fa riflettere. E' una sorta di 1984 giovanile e semplificato.
Amo molto la descrizione di Standish sulle cravatte. Le vede come un collare, ma anche come simbolo di sopravvivenza perchè senza non ce la puoi fare da solo, ti contraddistinguono come parte di qualcosa. E non è forse così? Ieri come oggi? Per quanto brutto e falso che sia...
Un altro dato che viene sottolineato ed è interessante è che non esistono persone curiose, chi chiede "perchè". Sono tutte pecore, gente che segue gli altri. Certo, qui per paura, ma anche nel giorno d'oggi mi pare la situazione sia spaventosamente simile. Probabilmente qualcuno di intelligente c'è, ma non sufficientemente stupido da non farsi beccare. Peccato che la maggioranza sia composta da automi che si fanno facilmente ammansire ed ammaestrare, credo siano pochi quelli che non agiscono per paura.
In sostanza ci viene mostrato un futuro cupo, duro, privo di speranze che vengono annientate ancora prima di nascere.
Certo che se la Feltrinelli avesse scelto un'altra trama avrei gradito. Ha dato un'idea di storia fin troppo diverso.
Romanzo comunque magistrale.


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