15/01/21

Recensione di l'anno in cui imparai a leggere di Marco Marsullo

 

Trama: Niccolò ha venticinque anni ed è innamorato perso di Simona. Così quando lei, bella e inquieta, parte mollandogli suo figlio Lorenzo, lui decide di prendersene cura, sebbene quel moccioso di quattro anni non lo abbia mai accettato e di notte lo sbattesse puntualmente fuori dal letto. Niccolò non ha mai fatto il padre, e non sa come gestire capricci, routine, amichetti che giocano a fingersi d'improvviso morti e primi batticuori. In più, a complicare le cose, ci si mette anche il padre naturale. Riccioli scompigliati e chitarra in spalla, è arrivato dall'Argentina per incontrare il piccolo, e si è installato in casa senza alcuna intenzione di andarsene. Innamorati della stessa donna, lui e Niccolò si detestano, e il bambino non riconosce un ruolo a nessuno dei due. Eppure, giorno dopo giorno, tra litigi e partite a pallone, pigiama party e impreviste abitudini, questi tre "ragazzi" abbandonati imparano ad appoggiarsi l'uno all'altro, per sorreggersi insieme contro il mondo.

Molte blogger che seguo hanno letto ed amato questo libro.
Alla fine  ci ho provato anche io!

Questa  la storia di Niccolò Valli, uno scrittore di venticinque anni, di Napoli, in piena crisi creativa dopo il suo fenomenale romanzo d'esordio. Durante una presentazione conosce Simona, la sua fidanzata, e ancora non può presagire che qualche settimana dopo si occuperà per mesi di Lorenzo, il figlio di lei, né che condividerà l'onere con Andrés Di Benedetto, papà del pargolo, argentino, che piomba in Italia per conoscere finalmente il figlio di quattro anni.
Infatti lei ha deciso d'inseguire il sogno che la gravidanza le ha fatto rinchiudere nel proverbiale cassetto e parte per una tournée teatrale con un'amica.

Nella realtà forse sarebbero stati coinvolti i servizi sociali, ma, scherzi a parte XD, è una storia che scorre molto facilmente e da un linguaggio piuttosto vario, ma non per questo semplicistico.
E' la storia di formazione di un bambino e di due giovani uomini.
A volte Niccolò  mi è stato antipatico, ma ho fatto anch'io alcuni suoi ragionamenti, credo, quando non ero ancora madre. Penso sia normale vivere un prima e un dopo, per lui ancora di più, sia perché proveniente da una famiglia rigida sia perché si è trovato, bruscamente, a fare il padre, per quanto a tempo.
Anche Andrés deve imparare ad esserlo, benché la biologia e la società siano a suo favore.
Lorenzo (assieme al  suo amico Peppino) rappresenta un tipo di bambino cui perfino io sono poco avvezza: troppo sveglio, in fissa con gli Youtuber (che nooooo), come sempre più spesso è normale, eppure già segnato dalla vita, figlio di una ragazza madre(oltre che di u padre scanzonato e squinternato).

Ci saranno momenti importanti, tante situazioni comiche e il gemellaggio Italia-Argentina con i dialoghi che mescolano italiano e spagnolo di Niccolò ed Andrés, oltre alle loro diatribe calcistiche Napoli/Milan/Boca Junior che coinvolgono pure Lorenzo. Celebre resterà "no ha muerto" XD XD XD
Poi, a tradimento, arriverà la pugnalata al cuore che, secondo me, è doppia se si è genitori. Io, comunque, al posto di Lorenzo, non so quanto perdonerei mia madre. Cioè, la capisco, non ho dovuto fare le sue scelte, ma ho dovuto mettere molto da parte per i figli e prenderò qualcosa per me se sarò certa di non arrecare loro un danno. Detto ciò, non la giudico e non la disprezzo perché la scelta giusta non c'è ed ha fatto bene a cogliere l'attimo. Ma mi sono trovata al posto di Lorenzo e nemmeno per una motivazione positiva o che abbia portato buoni frutti, almeno.

Insomma, tanti complimenti all'autore. Avevo subodorato qualche "virgola" poco gradita e invece era solo l'esito del percorso di formazione dei protagonisti, oltre che un ritratto semiserio e personalizzato della nostra società, un po' funzionale alla storia e un po' realistica.

Finito il 03/11/20

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