08/01/21

Recensione de Il guardiano degli innocenti di Andrzej Sapkowski - The Witcher 1

 

Trama: Geralt è uno strigo, un individuo più forte e resistente di qualsiasi essere umano, che si guadagna da vivere uccidendo quelle creature che sgomentano anche i più audaci: demoni, orchi, elfi malvagi... Strappato alla sua famiglia quand'era soltanto un bambino, Geralt è stato sottoposto a un durissimo addestramento, durante il quale gli sono state somministrate erbe e pozioni che lo hanno mutato profondamente. Non esiste guerriero capace di batterlo e le stesse persone che lo assoldano hanno paura di lui. Lo considerano un male necessario, un mercenario da pagare per i suoi servigi e di cui sbarazzarsi il più in fretta possibile. Anche Geralt, però, ha imparato a non fidarsi degli uomini: molti di loro nascondono decisioni spietate sotto la menzogna del bene comune o diffondono ignobili superstizioni per giustificare i loro misfatti. Spesso si rivelano peggiori dei mostri ai quali lui dà la caccia. Proprio come i cavalieri che adesso sono sulle sue tracce: hanno scoperto che Geralt è gravemente ferito e non vogliono perdere l'occasione di eliminarlo una volta per tutte. Per questo lui ha chiesto asilo a Nenneke, sacerdotessa del tempio della dea Melitele e guaritrice eccezionale, nonché l'unica persona che può aiutarlo a ritrovare Yennefer, la bellissima e misteriosa maga che gli ha rubato il cuore? 

Credo di aver già visto i libri di questo autore, ma di averlimignorati fino alla visione casuale della nota serie tv.

Questo primo volume raccoglie vari racconti che hanno per protagonista Geralt di Rivia, uno strigo, ovvero un uomo modificato che ha sviluppato delle capacità e che ha acquisito conoscenze per combattere i mostri e il sovrannaturale.
Assieme a lui hanno un ruolo la sacerdotessa Nenneke che incontriamo più volte, l'amico e bardo Ranuncolo e la talentuosa maga Yennefer di Vergenberg. Secondo il telefilm avranno un ruolo anche la regina Calanthe e la figlia Pavetta, ma io lo scoprirò leggendo.

In questi episodi sono numerosi i riferimenti alle fiabe (Biancaneve, la Bella e la Bestia...) dove i protagonisti ne sono caricature.
Tutti sono intervallati dai capitoli brevi  "la voce della ragione" che fanno da filo conduttore, come un collegamento al presente quando i racconti sono come ricordi del passato.
Le scene sono a volte descritte troppo nel dettaglio e in un paio di episodi mi sono dovuta rileggere le descrizioni dei fatti.
Avrei voluto un vademecum dei mostri perché ne vengono nominati molti e ne conosco ben pochi.
Mi piace questo mondo descritto dall'autore, a cavallo di una nuova era. Mi ricorda il passaggio dal dominio al declino dei romani e del conseguente arrivo dei barbari.
Geralt è l'ultimo o uno degli ultimi strighi, non tutti rendono omaggio a Melitele, culto dedicato alla Grande Madre/Dea dei tre volti (questi culti sono confluiti in quello di Melitele, figlio dell'adorazione dei popoli di un'antica dea e il principio di un'altra). C'è un forte legame col paganesimo.
La narrazione e la scrittura sono molto semolici e dinamiche.
Non c'è una linea temporale, è tutto molto facile da adattare alla narrazione di un bardo.
Solo che questa modalità di narrazione è evocativa e d'effetto nei libri, ma nella serie tv è caotico, si capisce bene solo alla fine e non è un bene.
I nomi dei personaggi fanno spesso ridere (Ranuncolo!! Pavetta!), per non parlare delle figure nobili che sono macchiette esagerate e degli altri, come i popolani, sono spesso caricaturali.

Il mio personaggio preferito è Geralt: in poche pennellate, viene presentato un protagonista unico. E' silenzioso, ma quando parla eloquente. I suoi silenzi e le sue espressioni, le risposte monosillabiche...raccontano più di mille parole. ADORO!

Insomma, questo primo libro ha pochi difetti, quelli evidenti sono voluti e per me è un grande sì!

-Racconta, Chireadan. Racconta. Non risparmiarmi.
-Hai conciato per le feste il sedere di Nasodilauro, tanto da spellarti le mani, e il farmacista urlava, gridava, piangeva, invocava l'aiuto di Dio e degli uomini, implorava pietà, anzi prometteva perfino di ravvedersi, ma evidentemente non gli hai creduto. Allora sono accorsi alcuni di quei briganti amati che a Rinde è invalso l'uso di chiamare -guardie-.

Finito il 27/09/2020

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