06/01/21

Recensione de Gli occhi neri di Susan di Julia Heaberlin

 

Trama: Tessa Cartwright, sedici anni, viene ritrovata in un campo del Texas, sepolta da un mucchio di ossa, priva di memoria. La ragazza è incredibilmente sopravvissuta a uno spietato serial killer che ha ucciso tutte le altre sue giovani vittime per poi lasciarle in una fossa comune su cui pianta dei particolari fiori gialli. Grazie alla testimonianza di Tessa, però, il colpevole finisce nel braccio della morte. A quasi vent'anni di distanza da quella terrificante esperienza, Tessa è diventata un'artista e una mamma single. Una fredda mattina di febbraio nota nel suo giardino, proprio davanti alla finestra della sua camera da letto, un fiore giallo, che sembra piantato di recente. Sconvolta da ciò che quell'immagine evoca, Tessa si chiede come sia possibile che il suo torturatore, ancora in carcere in attesa di essere giustiziato, possa averle fatto trovare un indizio così esplicito. E se avesse fatto condannare un innocente? L'unico modo per scoprirlo è scavare nei suoi dolorosi ricordi e arrivare finalmente a mettere a fuoco le uniche immagini, nascoste per tanti anni nelle pieghe della sua memoria, che potranno davvero riportare a galla la verità... 

Ho letto, con forte ritardo, questo libro per il progetto "libro in viaggio" di Dolci Carloni de Le mie ossessioni librose.
Leggere con un bambino di 7 mesi, puro spiritello, non è facile.

Non  sono una gran lettrice di thriller, ma ogni tanto li provo volentieri.
Questo lo avevo in lista da qualche anno, tra l'altro.
Le vicende hanno per soggetto Tessa Cartwright,  la sopravvissuta delle "Black-Eyed Susan", un gruppo di ragazze uccise da un serial killer che si presume dietro le sbarre. Lei è l'unica viva.
La storia riprende diciotto anni dopo perché, forse, l'assassino giusto non è in prigione.

Nonostante qualche pregio, purtroppo non è un "grande thriller".
La storia è alternativamente narrata tra passato e presente. E' un espediente narrativo carino, ma alla lunga stancante, soprattutto perché non si arriva mai da nessuna parte se non alla fine, troppo velocemente e con evidenti buchi di trama. Ad esempio le ragioni dell'assassino. Scopriremo della sua infanzia disturbata, ma né come né perché sceglie le vittime. Sembra una scelta casuale.
I personaggi li ho trovati piatti, tutti, privi di profondità e con sentimenti e atteggiamenti di facciata. E' adorabile Effie, la vecchietta vicina di Tessa e Charlie, la figlia della protagonista, che è un'adolescente, ma molto equilibrata e matura, nonostante qualche petulanza tipica dell'età.
E' stato apprezzabile, quando compare il presunto omicida finito in prigione, ovvero Terrell.
Per il resto mi sembra una storia gonfiata ed imbastita, ma con poco corpo e sostanza e tanto brodo.
Si intuisce qualcosa del Texas, stato retrogrado e razzista dove, penso, sia ancora attiva la pena di morte e si impara molto della scienza forense. Gli esami per scoprire la provenienza di una persona solo dalle ossa sono affascinanti!
Per il resto il finale è debole e raffazzonato, perfino irrealistico, repentino.

Il libro non è male, c'è di peggio. E' tutto sommato godibile e scorrevole, si legge volentieri. Ma mancano l'ansia, l'angoscia e la paura che un buon thriller fa provare per più di qualche secondo (per dire, al 67% di Gideon la Nona di Tamsyn Muir c'è una scena che ha faticato a farmi prendere sonno ed è un fantasy. Dico solo..."Sogni d'oro").
Almeno l'aspetto psicologico fosse stato qualitativo...Invece niente, anche il lato romantico è piatgto e non-sense, per me.

Leggibile, ma dimenticabile, per fortuna. Raggiunge la sufficienza per un pelo.


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