09/12/19

Recensione di Half Lost di Sally Green - Half bad vol. 3

Trama: Nathan è ancora una volta in lotta contro il tempo. Soul, il tirannico Incanto Bianco che con un colpo di mano ha assunto il pieno controllo del Consiglio, ha preso di mira l’Alleanza degli Incanti Liberi, ormai ridotta a pochi elementi, in perenne fuga e pericolo di vita. L’unico modo per uscire dall’impasse è sorprendere il nemico, e attaccarlo dove meno se lo aspetta: nel suo cuore strategico, quel palazzo del Giudizio a cui Nathan è legato da tristi ricordi. Per entrarci però non bastano i nuovi Doni che Nathan sta faticosamente tentando di padroneggiare: occorre qualcosa di più, un leggendario amuleto con il potere di rendere invincibile chi lo indossa. Il prezioso artefatto è però nelle mani di Ledger, un Incanto Nero che gioca da battitore libero. Nathan parte per gli Stati Uniti portando con sé le speranze dei ribelli, ma anche le sue ferite. 

Ecco la battaglia finale.
Gli Incanti Bianchi si fanno sempre più pericolosi, se non altro il corpo dei Cacciatori, sotto la guida di un pazzo come Soul che vuole distruggere gli Incanti Neri e schiavizzare i Bianchi, promettendo persecuzioni ai Bianchi che dissentono.


L'atmosfera è più cupa e feroce e gli esiti non sono scontati perché Soul non lesina nulla nella sua crociata.
Se Nathan , nel secondo volume, entra in contatto con il suo Dono, qui si interfaccia col lato oscuro che la morte del padre ha liberato. E' pronto a tutto pur di vendicarsi, anche ad uccidere tutti gli Incanti Bianchi che si pareranno sul suo cammino. Per lui aiutare la causa, per certi versi, si sovrappone alla sua vendetta.
Arriverà il punto in cui dovrà dominarla se non vorrà vedersi sopraffatto, soprattutto se riuscirà a mettere le mani sull'amuleto che lo renderebbe invincibile, nelle mani di Ledger, un singolare Incanto Nero che vive molto isolato e non pare guerresco.
Ma Nathan perlustrerà anche il suo animo e come cambia in relazione ai suoi rapporti più intimi, sia in negativo, come per Annalise,  sia in positivo, come con Gabriel, esplorandone ombre e luci.

Questi libro ci mostra che lotte, morti, guerre e battaglie sono solo senza senso e capaci di creare esclusivamente morte, terrore, dolore e distruzione. Certo, possono essere necessarie o fermare le atrocità, ma restano comunque un male a cui non ricorrere mai. Una volta cominciato si smette solo dopo troppe morti.

Half lost si rivela un finale di trilogia atipico e perfetto nei suoi difetti, non aspettiamoci affatto il classico lieto fine. Sarà splendido e terribile insieme e non penso proprio si possa dire "prevedibile". Non è la miglior serie che io abbia letto, ma nemmeno mi è dispiaciuta.


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