14/05/18

Recensione de Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood

Trama: In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c'è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull'intreccio tra sessualità e politica. Quello che l'ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.

Ecco un altro libro che volevo leggere da tempo e finalmente ci sono riuscita! E posso già dire di essere estremamente soddisfatta.

Il racconto è letteralmente questo. Un'unica narrazione per mano di Bifred, un'Ancella ovvero una delle donne destinate alla riproduzione. Il loro compito è esclusivamente questo.
La nuova società che si è formata in un periodo problematico della storia planetaria è estremamente rigida, dura e repressiva. In netto contrasto con la vita fino a non molti anni prima, al confronto sregolata e dissoluta.
Bifred ci racconta quel che vive e quel che ricorda della vita di prima, in un groviglio di ricordi e fatti.
Parallelamente conosciamo la donna che era, chi e ciò che ha perso e la sua vita in casa del Comandante e della moglie Serena Joy, coppia potente e senza figli che necessitano dei suoi servigi.
I tratti narrativi sono essenziali e senza fronzoli, raramente accade qualcosa, ma proprio perchè la protagonista non può fare altro, oltre a quanto concessole, ovvero dedicarsi ai suoi pochi compiti ed osservare la routine a lei imposta. Ma c'è spazio per i pensieri, soprattutto di notte.

Questo romanzo fa parte delle distopie e, benchè non si conosca ogni aspetto di questa nuova società, rientra pienamente nel genere.
Francamente lo promuovo con un'ottimo voto per varie motivazioni: mi sono emozionata ed indignata per quello che hanno dovuto sopportare le persone che hanno dovuto subire questa nuova società. Tra donne e uomini ne escono bene davvero pochi (nel senso che pagano poche conseguenze e vivono "bene ed impunemente"). Gli altri sono pieni di restrizioni e frustrazioni, trasgredire non è la norma perchè la vigilanza è stretta e non ci si può fidare di nessuno, tutti potrebbero essere Occhi, ovvero spie del regime totalitarista.
Si parla di religione anche, argomento che mi infiamma. Galaad, dove si svolge la storia, si ispira molto agli scritti biblici nelle sue regole e ciò spiega anche il perchè delle ancelle. Le sette sono combattute.
Questa regressione sociale a livello dittatoriale e teocratico può fornire spunti di discussione floridi.
Quel che poi mi è piaciuto in assoluto è il senso di realismo. Quando Bifred spiega come siamo arrivati a questo punto sono rimasta agghiacciata perchè è assolutamente verosimile. Piccoli, impercettibili cambiamenti che sono sfociati più o meno bruscamente nella situazione attuale. Quando ci si è accorti del tranello era ormai tardi. Una situazione così potrebbe essere veramente realizzabile e mi mette i brividi così come la possibilità che alcuni eventi storici siano usati strumentalmente (come sicuramente accaduto nel passato e come non siamo sempre in grado di poter dire per la storia corrente), indicando altri come colpevoli per poi effettuare colpi di stato o manovre interne per distogliere l'attenzione da chi veramente sta agendo.
Ho provato per tutta la durata del libro un'eco di nostalgia palpabile e forte ed assolutamente adatta al contesto, non potrebbe essere altrimenti. Quel genere di mancanza nelle viscere che sentiamo pensando ad una situazione che non è più e di cui non capiamo a pieno l'importanza finchè il momento non è lontano ed irrecuperabile.
Questa lettura è stata molto piacevole. Il vocabolario è ricco, ma non astruso e il modo di scrivere mi ha permesso di assaporare la storia. Mi sono gustata ogni singola parola ed ho adorato la "Nota storica" alla fine che pone il racconto sotto una nuova luce.
Credo che nuove riletture potrebbero regalare nuovi elementi ed analisi.
Sicuramente consiglierò questo libro a tutti gli amanti del genere ed a chi cerca storie non necessariamente adrenaliniche, ma piene di sentimento e spunti di discussione e riflessione.

4 commenti:

  1. Ne ho sempre sentito parlare benissimo e spero di leggerlo presto anch'io! :)

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    1. Io ne avevo sentito parlare, ma un pò lo temevo. Per fortuna è stato un incontro felice ^^

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  2. Ciaoo! Lo leggerò di sicuro :)

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  3. Spero di conoscere il tuo parere :-)

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