28/05/18

Recensione di La luna blu di Massimo Bisotti

Trama: Una storia, un incontro un racconto: lievi spunti cronologici spazio temporali, eppure i tre protagonisti, Meg, George (il sogno), Demian, (la realtà) tengono sospeso il lettore pagina dopo pagina. Gli interrogativi dominanti: che cosa succederà? Si incontreranno? Si ameranno? Una traccia che dà via via le risposte che il lettore desidera, inoltre la riflessione incalzante dell'autore, sull'amore, sulla vita, sulle relazioni offre a chi legge una visione profonda e sofferta del vivere quotidiano: "una faccia che dev'essere quella perché quella ormai tutti conoscono e non la puoi tradire". "Sembra che la felicità non stia nello stare bene ma nel tornare a stare bene, altrimenti nemmeno te ne accorgi se sei felice". Ciò che colpisce è che Meg, la protagonista per realizzare il suo " sogno" e per liberarsi di "quell'ombra nera che copre il blu quando ci sentiamo rifiutati, non voluti, incompresi, messi in un angolo", compie un cammino dentro la sua anima. "Tutta la vita è un viaggio verso e dentro noi stessi".

Quando un'amica ti spedisce libri per liberare casa sei felice. Capita, però nel mucchio, quel volume gnè e parrebbe questo il caso. Peccato perchè la trama è carina e farebbe sperare in una lettura migliore un'amante di situazioni paranormali, o quasi, come me.

Meg è la classica donna razionale, la tipica giovane odierna che lavora molto e divide il tempo tra lavoro e divertimenti. L'amore non sa cos'è ed è molto indipendente.
Dopo una festa, inizierà a sognare un uomo, George, affascinante e molto simile all'uomo che avrebbe sempre voluto incontrare e non vedrà l'ora di addormentarsi ad occhi aperti per incontrarlo, arrivando presto ad inquietare l'amica Meli. Il mistero verrà presto dipanato e Meg, senza programmarlo troppo, cercherà George nella realtà.

Sostanzialmente è questo che succede e sembra pure entusiasmante, però i fatti, lo scorrere della trama, emergono raramente perchè scopo primario del libro sono le riflessioni, i flussi di coscienza, considerazioni sulla vita e sull'amore.
Il risultato per me è stato un polpettone melenso, una scrittura ingarbugliata, non necessariamente con termini complicati. Mi sono ritrovata ad ogni pagina a rileggere più volte per estrapolare il senso del monologo/riflessione e capendolo solo in parte, confusa da tutti i giri di parole.
E sì che mi ritengo romantica e sognatrice, riflessiva, però qui partiamo per voli pindarici senza fine.
Con un'evoluzione così manderei tutti da uno psichiatra, anche un terapeuta che compare ad un certo punto, in prima battuta Meg. Salverei l'amica Meli che sembra essere l'unica un pò equilibrata.
Al di là del tizio incontrato in sogno senza spiegazioni di alcun tipo poi, resta il fatto che qui un protagonista inizia un discorso o fa una domanda e si sente replicare con trattati di filosofia posticcia. Come se nella realtà io mi mettessi a declamare profonde riflessioni e discorsi ad ogni persona con cui mi intrattengo. Forse il mio nella realtà sarà, spesso, un parlare a vanvera, però molto più realistico. Secondo me neanche nell'antica Grecia erano così persi in esposizioni senza controllo, se non nelle discussioni nelle scuole o in zone adibite a tal uso e certamente il discorso era più coerente.
L'ambientazione è onirica, quindi non dev'essere veritiera, ma nella realtà se mi dici che Meg è di Torino o per varie ragioni va a Londra, non limitarti, caro autore, a menzionare la camera, per caso un paio di luoghi e poco altro. E' frustrante.

Ammettiamolo, ho cannato libro, ho preteso di finirlo perchè tutto sommato scorreva, ma non fa per me che probabilmente sono troppo "terrena". Mi ha riportato alla mente un paio di terapeute con cui mi sono vagamente interfacciata e con loro non mi trovavo. Io dicevo A, loro mi rispondevano XYZ, facendo crescere in me l'irritazione. Ecco, mi pare la stessa sensazione.
Adatto comunque a grandi sognatori ed a chi ha piacere di leggere discussioni esistenziali su amore e vita.

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