11/04/20

Recensione di Storia del nuovo cognome di Elena Ferrante - L'amica geniale 2 - Purché sia di serie #5

Buongiorno Lettori,
come state?

Io bene, anche se ammazzata dal polline. Faccio un po' fatica in tutto, ho tantissimo sonno, fiacca e rintontimento, ma non c'è tanto che io possa fare. Almeno non sono costretta ad uscire e fare bagni di pollini. I risvolti "piacevoli" della "clausura".

Oggi è giornata di rubrica, per la precisione "purché sia di serie", ideata da La lettrice sulle nuvole allo scopo di sfoltire la lista di serie iniziate (in verità per allungare le wishlist!) e, di riflesso, smaltire le pile di libri accumulati.
Spoiler concessi, ma normalmente segnalati, possiamo parlare come vogliamo del libro in lettura!


Trama: Lila ed Elena hanno sedici anni e si sentono entrambe in un vicolo cieco. Lila si è appena sposata ma, nell’assumere il cognome del marito, ha l’impressione di aver perso se stessa. Elena è ormai una studentessa modello ma, proprio durante il matrimonio dell’amica, ha scoperto che non sta bene né nel rione né fuori.

Le vicende dell’Amica geniale riprendono a partire da questo punto e ci trascinano nella vitalissima giovinezza delle due ragazze, dentro il ritmo travolgente con cui si tallonano, si perdono, si ritrovano. Il tutto sullo sfondo di una Napoli, di un’Italia che preparano i connotati allarmanti di oggi. Della trama non anticiperemo niente. Storia e forza della scrittura fanno tutt’uno al punto che ci pare sconveniente guastare al lettore il piacere di leggere sorprendendosi a ogni pagina. Meglio dunque abbandonarsi a Lila ed Elena: conoscerle a fondo, riconoscersi sia nella tendenza alla conformità acquiescente sia nella caparbia determinazione a prendere in mano il proprio destino.

Da parecchio tempo avrei dovuto riprendere la serie, proprio ora che l'ho fatto chiudono le biblioteche XD E vabbè, segni del destino. Magari riuscirò a recuperare con raiplay la serie tv che non avevo guardato proprio per leggere il secondo libro (al contrario di quanto feci con la prima, vedendo prima lo sceneggiato).

La storia riprende dove l'abbiamo abbandonata. Ci troviamo al matrimonio di Lila con Stefano Carracci e la giovane è arrabbiatissima perché il neo sposo e suo fratello hanno venduto il loro primissimo paio di scarpe ai fratelli Solara che Lila odia col cuore, benché ormai soci. Quel paio di scarpe è importantissimo perché l'inizio del sogno del calzaturificio e nascono dall'impegno suo e del fratello Rino.
Lenù invece è presa da Nino Sarratore, brillante studente e compagno di scuola, snobbando il fidanzato Antonio  Cappuccio che non ne è felice.
Da qui ripartono le vicende: dalla vita matrimoniale di un'amica, una ragazzina di sedici anni, e da quella scolastica della coetanea.

E già dalle prime pagine ci andiamo   giù pesante.
Lila è una tosta, non si fa comandare da nessuno, crea e disfa, fa la matta, tira avanti senza guardare a chi investe. Ma per la prima volta in vita sua, benché neanche questo possa fermarla, incontra le botte vere perché suo marito non può non comportarsi così. La ama, deve correggerla e non può far vedere di non essere un uomo. D'altronde siamo ancora nel pieno delle botte educative e del delitto passionale. E' assolutamente normale e comune.
Lenù si accorge allora che tutte le donne si sformano presto. Sono le botte, le gravidanze, le delusioni? Smettono presto di essere giovani belle e curate.
Lei invece sgobba, anche se attraverserà un periodo scolastico critico, perdendo voglia e fiducia nello studio. Gli studenti sono riempiti di studio e compiti al classico e sono anche alla base di un sistema vessatorio che parte dal preside, passa per i professori e si sfoga sui giovani che a loro volta si rifanno tra loro.
Inoltre viene stressata anche a casa. La madre pretende aiuto, vuole che aiuti i fratelli coi compiti. Se lavora, non può praticamente trattenere una lira del suo stipendio. Non ha diritto a silenzio e concentrazione, nemmeno a mezzo vizio, anche se per qualche tempo può beneficiarne grazie a Lila nella sua casa da sposata che le offre una stanza, leccornie e vizi. A completare il quadro l'insicuro fidanzato Antonio che la accusa di pensare solo a Nino Sarratore (non falso), è insicuro e pretende che la giovane stia con lui pomeriggio e/o sera, complice anche la condanna che gli pende sulla testa: la leva militare, a cui si sfugge solo mentendo e pagando un medico. Lui non vorrebbe partire perché la sua famiglia dipende dal suo lavoro ed è terrorizzato dall'esercito.

La politica è un elemento che si subisce e che nessuno spiega, ma che Elena/Lenù inizia a masticare a fatica grazie alla professoressa Galiani, principalmente, che le passa anche qualche libro difficile. Lenù capisce che la distanza tra il mondo da cui viene e  quello della cultura sarà sempre grande, invalicabile. Lei deve apprendere tutto, non è nata dove è normale discutere ed istruirsi, imparare, avere a che fare con l'attualità. Sarà sempre "inferiore".
E' colta, ma non sa come esprimersi, ha un potenziale bloccato.

Lila è sempre più inquieta e scheggia impazzita, si inizia ad interrogare sull'origine dei soldi del marito e dei Solara, si sente in gabbia perché nulla è suo, anche lei è una proprietà. Non vuole figli, non vuole gabbie e reagisce come può.
Ed è uno spreco perché è un materiale grezzo, è davvero geniale e le manca quella spinta per emergere. Non può esprimere il suo potenziale, enorme.

Le due giovani cercano solo di crescere e vivere, nonostante i ruoli imposti dalla società che, soprattutto all'epoca, non capisce e non accetta il diverso.

Leggere questo libro fa provare rabbia, ma le pagine scorrono velocemente, cattura e avvince.
Mi rendo conto che ragiono troppo in maniera moderna per gli anni ed i luoghi di cui leggo. Per me è inconcepibile che i diritti vengano calpestati così, che tutto sia bianco o nero, che ci siano maschi e femmine, comandanti e servi. Anche alcuni diritti sono rigidi. Ho amato particolarmente il periodo di Lenù  all'università, alla Normale  di Pisa, un ambiente comunque duro a cui ha potuto accedere tramite un concorso e che ha scatenato un'ostilità passiva da parte della famiglia in particolare che non capisce quest'esigenza di studio (e di volersi salvare e fuggire da Napoli e dal rione, sentimento che capisco benissimo perché per certi versi ho provato e vissuto qualcosa di simile, voler uscire dal pantano familiare e di provenienza). Però basta un 19 per tornare a casa, privati dell'università. Il diritto allo studio era feroce, non ammetteva mediocrità.
In ogni caso lì Elena fa molte  esperienze, conosce persone, pensieri, modi di vivere distantissimi da quelli a lei noti, anche se la vita non è mai facile e farsi accettare è durissima, una continua lotta perché lei è più "straniera" di tutti gli altri studenti italici.
Oggi non viviamo nel paese dei balocchi, ma certo non dobbiamo sperimentare un modo di vivere talmente massacrante, almeno non la maggior parte di noi, è raro.

Come l'altra volta ho trovato la lettura avvincente, uno spaccato di vita di un'Italia del passato, il tutto all'interno di un romanzo scritto bene, in maniera dettagliata e scorrevole e con personaggi che sembrano veri.




Qui di seguito le altre blogger del mese:


6 commenti:

  1. ho letto il primo volume di questa serie che mi è piaciuto tantissimo ma poi non ho più continuato. detto tra noi non so il perchè, forse non sembra mai il momento giusto

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    1. Effettivamente no, ma nella pratica poi non ci si rende conto di leggerlo. Almeno è stata la mia sensazione 😊

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  2. Non ho letto questo serie, neanche il primo. C'è qualcosa che mi frena. Sono contenta però che a te piaccia

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    1. Chissà, prima o poi nella vita potrà capitare l'occasione. Non fossi stata trascinata da un'amica a vedere il docu film che a sua volta mi ha spinta a vedere il telefilm, non avrei letto perché mi ispirava poco. Rientrava tra i libri che "molto probabilmente non leggeró mai" ed eccomi smentita.

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  3. Io non so dire il perché ma questa serie non mi attira particolarmente. Sembra interessante, la tua recensione è molto bella ma penso che al momento non faccia per me

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    1. Io l'ho bistrattata per anni, per avendone sentito parlare bene quindi capisco ^^"

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