31/01/18

Recensione di Artemis La città sulla luna di Andy Weir

Trama: Jazz Bashara è una criminale. O qualcosa di molto simile. La vita su Artemis – la prima città costruita sulla Luna – può essere davvero difficile a meno di non essere molto ricchi. Ma Jazz non ha un sostanzioso conto in banca e si deve barcamenare tra piccole truffe e affari di contrabbando, visto che con il suo stipendio ufficiale riesce a malapena a pagare l’affitto. Per di più, ha dei progetti ambiziosi e per realizzarli le serve del denaro. Un bel po’ di denaro. Così, quando le si presenta l’opportunità di mettere a segno un grosso colpo che le consentirebbe di sistemarsi una volta per tutte, Jazz, nonostante gli evidenti rischi, decide di non tirarsi indietro. La ricompensa è una cifra da capogiro, ma l’impresa si rivela più pericolosa del previsto e lei si ritrova invischiata in una spirale di intrighi e cospirazioni letali. E a quel punto la sua unica possibilità di salvezza sarà rischiare il tutto per tutto, ben sapendo che in gioco non ci sono solo i suoi sogni di riscatto, ma il destino stesso di Artemis…

Ho letto questo libro per un Gdl, il Rainbow book club su facebook, in quanto vincitore del sondaggio della lettura del mese.
La protagonista è Jaz –Jasmine- Bashara, corriere (e contrabbandiera) di Artemis, prima città lunare, la quale ha un sogno: guadagnare abbastanza e fare la bella vita.
L’occasione le si presenta quando Trond Landvik, potente uomo d’affari del luogo e suo cliente di contrabbando, le affida un incarico tanto rischioso quanto remunerativo che permetterebbe a Jazz di superare anche l’obiettivo monetario che si prefigge. Un po’ di rischio, ma alla fine contenti tutti, no?
Peccato che l’incarico non vada come previsto e che la ragazza si trovi in guai più grandi di quanto creda, per quanto sia meno sola di quel che immagini.


Questo è un fantascientifico come si deve! Mescola narrazione a storia e dettagli perfettamente,  è tutto bilanciato. Leggo tanto delle vicende di Jazz, dei suoi piani , dei suoi pensieri, delle sue corrispondenze tanto quanto dei dettagli tecnici necessari a comprendere come funziona una città sulla luna . Sono certa che tutto questo abbia basi certe e che l’autore non si sia inventato nulla ne che abbia messo troppa finzione. Ha messo così tanta serietà in “The Martian il sopravvissuto” che non mi sarei aspettata di meno qui, anche se sono storie diversissime per struttura e contenuto.
Si vede che Weir se ne intende e lo fa rimanendo comprensibile per il lettore, cosa affatto scontata, mescolando scienza e tecnica alla storia.

Ho adorato la protagonista, le sue idee i suoi colpi di genio, anche le scemenze che fa, perfino alla fine, quando nulla è certo su come si concluderanno le vicende. Però non sono andata mai in simbiosi con la storia. Mi sembra strano si tratti della conseguenza della lettura a tappe, forse semplicemente non è scattato il feeling per quanto io abbia gradito la storia.

In sintesi, se lo consiglio? Certo che sì, una lettura che offre svago, apprendimento e vicende dinamiche, scritto con chiarezza ed al contempo leggerezza e competenza. Un senso di commozione a fine libro l’ho provato, questo devo dirlo.

Sicuramente non sarà l’unico libro di Weir che leggerò se ne pubblicherà altri.

4 commenti:

  1. Io ho acquistato 'The Martian' l'anno scorso, ma devo ancora leggerlo. Vorrei vedere se mi piace quello, prima di comprare anche questo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Ilenia, sono davvero molto diversi e rischi di non provarlo più. The martian é molto tecnico benché appassionante. Leggi letteralmente l'esperienza di sopravvivenza del protagonista. Può esasperare se non piace.
      Su Artemis invece gioca su piu piani nonostante i tecnicismi ci siano, solo più funzionali alla storia. Si può permettere di osare.
      Sono proprio due lavori diversi benché "cugini" come tematiche .

      Elimina
  2. Ciao! Mi dispiace non sia scattata la scintilla, ma sono felice che almeno tu come me sia riuscita ad apprezzare i tecnicismi, a mio parere una parte fondamentale per un fantascientifico.
    Per quanto riguarda lo stile di Weir e la sua capacità di approcciarsi ad una storia in modi così differenti devo ammettere che ha stupito anche me! Non mi aspettavo né tutto quel sarcasmo da parte della protagonista, né tanto meno una storia così...leggera mi verrebbe da dire, comunque meno impegnativa di The Martian.
    Ad ogni modo il risultato è splendido a mio parere quindi tanto meglio così! ^^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo assolutamente! In ogni caso ho letto molto volentieri.

      Elimina