06/05/20

Recensione di Quello che non siamo diventati di Tommaso Fusari

Trama: «Andrà tutto bene, Michael.» «E come fai a dirlo, Sara? Prevedi il futuro?» «Non prevedo il futuro, ma siamo insieme, no?» Mi volto verso il campo di cocomeri e le vigne, che avevamo attraversato per arrivare alla recinzione. Non c'è nessuno all'orizzonte. «E se andasse tutto male?» «Be', restiamo insieme.» «Sempre?» «Per tutta la vita.» Una promessa fatta da bambini, calda e rassicurante come una carezza, come un abbraccio quando fuori fa tanto, tanto freddo. Un fratello e una sorella, Michael e Sara, che una volta erano inseparabili e ora sono quasi due estranei, due che, pur abitando sotto lo stesso tetto, si sfiorano appena. E, nel mezzo, la vita, fatta di momenti belli ma anche brutti, momenti in cui tutto può andare avanti, oppure può interrompersi bruscamente. Momenti che arrivano inaspettati per dirti che tutto deve cambiare. Anche se non vuoi, anche se non sei pronto. E a quel punto, poco importa come, tu devi trovare un modo per andare avanti. E questo hanno fatto Sara e Michael. Ognuno per conto proprio, però. Lei attenta a non far trapelare il dolore che le si appiccica alle ossa, agli occhi, ai battiti cardiaci e che le fa mancare l'aria, e a controllare sempre tutto, a non lasciarsi sfuggire niente, in un ingenuo tentativo di tenere ogni cosa in equilibrio. Lui in balia di ciò che accade, senza trovare mai la forza di avere un orientamento, col cuore imbottito di hashish e la testa di sogni infranti. Entrambi sempre più estranei, e lontani l'uno dal cuore dell'altra. Ma a un certo punto però qualcosa, o meglio qualcuno, irrompe nella loro vita facendo vacillare il loro piccolo mondo cristallizzato, fatto di giorni sempre uguali, silenzi, muti rimproveri, possibilità sospese, distanze che diventano siderali e ricordi sbiaditi. Di nuovo, Michael e Sara sono di fronte a qualcosa che potrebbe stravolgere la loro esistenza. E se soltanto smettessero di vivere ogni cambiamento come una crepa dalla quale possono entrare solo cose brutte, forse potrebbero riprendere il cammino interrotto tanti anni prima, trovare il modo di tornare a respirare, a credere nel futuro, e, magari, infine, ritrovarsi .


Michael e Sara sono due fratelli.
Sara cerca di sbarcare il lunario, Michael si sballa e rimane sulle sue spalle. Sono in crisi da molto tempo, dalla morte dei genitori, improvvisa, alcuni anni prima. Non si parlano più, si urlano addosso, vivono male le loro vite, ma se ne rende conto solo lei.

La mia preferenza va assolutamente a Sara, ho presente cosa vuol dire vivere difficilmente e farsi il mazzo. Al suo posto avrei dato un bell’autaut a Michael che mi ha dato molto sui nervi per la sua immaturità.

Era da molto che aspettavo di leggere le nuove righe nate dalla penna di Tommaso Fusari che con “tempi duri per i romantici” ha spezzato più di un cuore. E si riconosce subito la naturalezza con cui ci racconta una storia.
Questo romanzo parla di avvenimenti crudeli che cambiano le nostre vite, dell’incapacità di sanare le nostre crepe e quelle altrui, semmai  di saperle allargare a dismisura. C’è la voglia di mollare e vivere con meno obblighi e controllo, almeno da parte di Sara. C’è la difficoltà di riavvicinarsi, l’incapacità, dopo una vita passata in pezzi che rende difficile recuperare i rapporti, rotti o lasciati andare.
Si parla di dipendenze, di molestie sessuali e mobbing.
Il crollo che colpirà Sara permetterà ai due fratelli di riavvicinarsi e riappropriarsi del loro passato e del loro legame, ricreando la famiglia che hanno perso e che non smetterà di mancare a nessuno dei due.

Ho potuto rivivere Roma e vie, zone a me note, in particolare Viale Marconi dove ho abitato molti anni. E’ una città che mi manca e “passeggiarci” di nuovo mi ha resa felice.
Tommaso comunque scrive con disarmante semplicità e non ci si accorge di arrivare all’ultima parola, anche se, durante il cammino, si soffre e non poco.

Ho scelto questa lettura per la challenge “viaggio nel caos” come parte dell’obiettivo lettura concatenata e il legame che ho scelto con “Lessico famigliare”, lettura precedente, è il tema della famiglia e direi che è piuttosto presente nel libro.

2 commenti:

  1. ho letto il primo di fusari ma a differenza di molti mi era piaciuto ma con molte riserve. non so se questo lo leggerò mai.

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    1. Ecco, per certi versi è "inferiore" quindi dubito anche io, pur avendo amato il primo ed f apprezzato il secondo.

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