20/08/18

Recensione di Ragazze Elettriche di Naomi Alderma

Trama: Naomi Alderman immagina un mondo dominato dalle donne, in cui gli uomini sono ridotti in semischiavitù. Le ragazze adolescenti hanno infatti sviluppato una sorta di energia elettrica capace di fulminare chiunque cerchi di molestarle. Quattro personaggi ci guidano tra i diversi scenari sociali, politici, mediatici e confessionali che il rivoluzionario ribaltamento delle gerarchie e dei rapporti di genere ha innescato, raccontandoci come la diffusione della scintilla del potere femminile sia rapidamente degenerata nella depravazione. Le donne ora distruggono, violentano, seviziano e uccidono proprio come prima di loro avevano fatto gli uomini. Questa è l’atroce verità. L’universo distopico di Alderman, infatti, cresce e si sviluppa attorno ad una questione attualissima e disturbante: perché le persone, al di là del sesso e della razza, abusano del potere? 

Da questo libro, vincitore del Baileys Women’s Prize 2017, è stata tratta una serie tv che sarà distribuita in Italia nel 2018.

Ragazze elettriche è un'opera particolare. Un pò distopica, un pò ucronica, un pò utopica, a seconda di quel che si vuole dire di essa.

La storia è ambientata nella nostra società che sta per subire un cambiamento epocale. Le donne iniziano a sviluppare una nuova capacità: sono generatrici di cariche elettriche.
Il tutto comincia in sordina, per poi esplodere nel mondo intero.
All'inizio c'è chi lo tiene per sè e chi ostenta, addirittura usa il potere come un'arma. E sembra giusto. Diavolo, in alcune aree del mondo le donne sono sottomesse e trattate come serve, commerciate come schiave del sesso. Quasi in tutto il mondo c'è sempre una donna picchiata o maltrattata. E' l'occasione di fare giustizia.
Così si uniscono i fili di Roxanne, Allie, Josephine e Margot, ognuna a modo suo importante all'interno di questo quadro. La figlia del boss criminale, la ragazza adottata e presumibilmente orfana, la figlia del sindaco e il sindaco stesso.
Allie in particolare riesce a ribaltare la religione, da patriarcale a matriarcale, rende Dio una Madre. La mossa è geniale perché la fede è sempre fondamentale in un regime, anche nella sua assenza. Ovviamente il vecchio ordine cerca di ribellarsi, ma il cambiamento avanzerà.
Tutti gli uomini sono spaventati da questo nuovo andamento, tranne Tunde, nigeriano che si improvvisa giornalista internazionale, che si ripropone di inseguire il fenomeno, studiarlo ed analizzarlo.

Insomma, sembra tutto edificante, nonostante il comune disordine che precede ogni cambiamento.
Ma è ben presto evidente che cadere negli errori è estremamente facile. Le donne non saranno capaci di fermarsi e di non assomigliare ai vecchi carnefici, sentendosi legittimate. Saranno invece peggiori, molto spesso.
Tutti gli stereotipi verranno invertiti. 
L'elemento più sorprendente è che la storia può essere riscritta, chiaramente dai vincitori, ma se non è possibile rinvenire tutti gli elementi del passato avremo sempre una sola faccia della verità e crederemo che tutto sia sempre stato così come ci viene raccontato. Per certi fatti che non possiamo dimostrare, se ci pensiamo, è già così.
Il libro è scorrevole e strutturato come incrocio tra romanzo e saggio di questa società femminile, le scene sono spesso crude e realistiche, dure soprattutto nelle ultime cento pagine. L'obiettivo è il realismo ed un mondo in cambiamento sa essere brutale.
Le lezioni morali sono numerose, la scelta giusta una grande assente, soggetta al libero arbitrio.
Crediamo sempre di fare il bene, ma non è sempre vero. Perdiamo di vista l'importanza di alcuni principi.

Questo volume offre riflessioni, dolori, emozioni attraverso la vita dei personaggi principali sopra citati.



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