04/09/21

Recensione di Se fosse tuo figlio di Nicolò Govoni


 Trama: Scopri chi sei e chi vuoi diventare. Prendi i tuoi sogni sul serio. Fai volare l'aquilone. Sii libero, Hammudi. Continua a brillare. "Mi chiamo Nicolò. E tu?" "Hammudi" dice, indicandosi. "Siria." È sfuggito alla guerra, è sopravvissuto al mare, ma il suo sorriso è enorme. Nicolò sente che rischierebbe tutto, per non spegnere quel sorriso. Intorno a loro si estende l'hotspot di Samos, un posto che assomiglia all'inferno, in cui i profughi vivono ammassati nelle tende, senza acqua né luce, tra cumuli di immondizia. Per Hammudi e gli altri bambini del campo anche le cose più semplici, come giocare a palla o mangiare una pizza, sembrano impossibili. Nicolò è solo un volontario, ma di una cosa è convinto: il mondo, lui, lo vuole cambiare. Così decide di combattere il pregiudizio e l'omertà che circondano l'hotspot: vuole aprire una scuola, una scuola vera, un posto in cui i piccoli rifugiati possano finalmente sentirsi al sicuro. Imparando ad ascoltare, a perdonare e a credere nei propri sogni, Hammudi si lascia alle spalle gli orrori del passato e scopre, insieme a Nicolò, che la casa non è una questione di mura, ma di cuore, e la paternità non ha a che fare col sangue, ma con la fiducia. Con lo sguardo di chi vive ogni giorno sulla propria pelle le ferite più scottanti della nostra attualità, Nicolò Govoni ci racconta l'esperienza luminosa e piena di coraggio di un bambino senza futuro e di un ragazzo che lotta per ridargli speranza. 

Nella vita reale, ormai lo so, i temi di tendenza non fanno solitamente per me.  Musica, ballo, tv, reality, moda, sport...io mi annoio.
Se si tratta di ingiustizie ed ottusità mi infiammo e, con certi temi, vado letteralmente a fuoco. Gli immigrati mi stanno molto a cuore ed ho amato ogni pagina del libro che Nicolò Govono ha scritto.

Questo volume è tante cose: diario, autobiografia, reportage, denuncia.
Nicolò ci porta sull'isola di Samos, in Grecia, ma non per farci una bella vacanza, bens^ per  mostrarci l'hotspot, un inferno in terra in cui migliaia di esseri umani sono costretti a vivere, persone che sono scappate da fame, guerra e persecuzione, obbligate, dopo tante sofferenze, a vivere bloccati quando vorrebbero solo proseguire e finire il viaggio. L'unica cosa che l'Europa, la nostra comunità, concede loro è di essere animali, ignorando lo stress post-traumatico già in atto che qui si aggrava e per i pochi, inizialmente e fortunatamente, privi, si sviluppa.
Ciò che volutamente ignoriamo è che stiamo uccidendo l'umanità ed il futuro, soprattutto considerando che fra di essi vivono i bambini e gli adolescenti, letteralmente le gemme del domani.

Govoni tocca con mano il dolore dei bambini e delle famiglie, cerca di intervenire per i casi più bisognosi di aiuto, ma riceve picche, e non ci sta. Dopo una sofferta decisione, sceglie di denunciare questo sistema corrotto e questa realtà disumana.
Si distacca da Samos Volunteers, denuncia l'Unhcr e fonda Still I Rise, un'ong con lo scopo di aiutare i minori svantgaggiati, grazie a cui poi crea Mazì, prima scuola internazionale per rifugiati e proprio a Samos. Ed è una scuola così che vorrei per i miei figli, non la scuola nozionista ed ammazza sogni.
Il sito dell'ong è completo e cercherò di sostenerlo più possibile per quanto e come potrò. Anche solo a parlarne.

Nicolò dice cose scomode, rivela informazioni dolorose e che mi fanno domandare come sia possibile essere razzisti o dubitarne persino dopo averle lette e magari verificate.
Vi informo che, acquistando questo libro (ma anche gli altri dell'autore), contribuite a sostenere la sua Ong.

Io sono idealista e sognatrice, non priva di senso della realtà, ma sento di dovermi battere per l'uguaglianza ed il sostegno dei più deboli, fra cui i migranti, tra loro i piccolissimi ed i giovanissimi. Soffro, leggendo queste cose e mi infervoro davanti a razzisti e negazionisti.

Grazie a Nicolò Govoni, ai  suoi libri (che leggerò ed acquisterò tutti, questo mi è stato prestato), al suo idealismo ed al suo impegno assoluto. Il mondo ha bisogno di persone così, capaci di sacrificarsi, e chissà che questa spirale positiva si sviluppi e si espanda in maniera esponenziale.

Finito il 12/06/21


Nessun commento:

Posta un commento