08/11/18

Recensione de Il caso Tulaev di Victor Serge

Trama: Mosca, 1938. Il giovane Kostja uccide Tulaev, membro del comitato centrale del Partito Comunista. In seguito all’attentato, la polizia segreta organizza la ricerca non tanto dell’esecutore materiale, quanto dei responsabili morali che, con il loro atteggiamento critico verso lo stalinismo, avrebbero contribuito a creare il clima in cui è maturato il delitto. Cinque sono i colpevoli designati: l’intellettuale Rublev, l’alto commissario di polizia Erchov, il contadino-soldato Makeev, il vecchio bolscevico Kondriatiev e il trockista irriducibile Ryjik. A tutti costoro, rivoluzionari di provata fede, sono rivolte le accuse più fantasiose e infamanti e si chiede il sacrificio supremo per una causa per la quale hanno già sacrificato tutto. Nel clima di terrore e menzogna che Serge riesce così mirabilmente a ricostruire, uomini irreprensibili, noti per la loro devozione e apprezzati per la loro competenza, arrivano al punto di riconoscersi colpevoli dei peggiori crimini e, per una rivoluzione che è pur sempre la loro, preferiscono morire disonorandosi piuttosto che denunciare gli orrori del regime alla borghesia internazionale. Il caso Tulaev è una lucida analisi dell’universo staliniano, unita a una rigorosa interpretazione storica della Rivoluzione russa, dove il dolore e la consapevolezza di un fallimento non sono però mai per lo scrittore, che pure ne ha sofferto sulla propria pelle le conseguenze, un motivo per venire meno ai propri principi e alla propria coerenza.

In occasione del centenario della Rivoluzione d’Ottobre torna lo splendido romanzo di Victor Serge, una delle figure più affascinanti del movimento rivoluzionario e un autore alla cui grandezza si sono inchinati scrittori come Gide e Orwell. 



Sono attratta dal mondo slavo, lo ribadisco da anni. Ho anche resistito a non leggere questo libro, ma non sono riuscita nell'intento. E forse sarebbe stato meglio dar prova di maggiore resistenza!

Come si può intuire questo libro non mi è piaciuto molto.
Le premesse sono ottime.
Tulaev è un importante membro del direttivo russo, assassinato da non si sa chi. Il lettore ovviamente lo sa, ma per il comitato centrale del Partito comunista un colpevole va trovato, punto.
Inizia così un giro di teste all'interno del Partito ed è questo l'inizio della tragedia.
Serge è un uomo meticoloso che ci parla di ogni persona indiziata per questo crimine, chi è, qual è il suo ruolo, come ci è arrivato ed inevitabilmente l'accusa. A quei tempi si poteva tanto facilmente salire al comando quanto essere sbattuti all'inferno, nessuno era al sicuro.
Seguono poi gli intrecci tra tutti questi accusati ed ambienti per giungere alla condanna finale, chiaramente ingiusta, come è poi la vita. Raramente è razionale e giusta.
La verità era poi anche giunta, ma a quel punto era inutile, inaccettabile, e si è proseguito come da programma.


E' stata una lettura da incubo, ma mi intrigava questo autore. Cittadino del mondo, nasce all'estero da cittadini russi. Parla e scrive correntemente in inglese, francese, spagnolo, tedesco e russo, ma a livello letterario non riesce ad affermarsi in nessuna letteratura nazionale poiché è difficile da inglobare, anche perché più che un romanziere è un autore di testi polemici, quasi di taglio giornalistico. E' difficile da inquadrare a livello di scrittura e di uomo.
Si è salvato miracolosamente poiché gli anni '30 furono  disastrosi per fedelissimi e dissidenti del partito.

Questo romanzo è sicuramente realistico e spiega bene il feroce socialismo. Ma lo trovo più adatto ad un amante della storia o di romanzi pesanti.
Lo trovo complicato da capire, non avendo vissuto quegli anni. Sembra quasi di dover sapere come vanno le cose ed i meccanismi presenti nella narrazione, cosa assolutamente più facile ad un contemporaneo. Infatti lo stesso autore invita a prendere il libro come un romanzo ed assolutamente non riferirsi alla realtà poiché poteva essere facile confondersi.
Difficilmente ricorderò questo libro o anche il nome di un personaggio se non, vagamente, la dinamica dell'assassinio. Non ha fatto proprio  per me, ma merita almeno un punteggio minimo perché riconosco il valore dell'opera.

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