10/10/18

Recensione di Come fermare il tempo di Matt Haig

Trama: Pensate a un uomo che dimostra quarant’anni, ma che in realtà ne ha più di quattrocento. Un uomo che insegna storia nella Londra dei giorni nostri, ma che in realtà ha già vissuto decine di vite in luoghi e tempi diversi. Tom ha una sindrome rara per cui invecchia molto lentamente. Ciò potrebbe sembrare una fortuna… ma è una maledizione. Cosa succederebbe infatti se le persone che amate invecchiassero normalmente mentre voi rimanete sempre gli stessi? Sareste costretti a perdere i vostri affetti, a nascondervi e cambiare continuamente identità per cercare il vostro posto nel mondo e sfuggire ai pericoli che la vostra condizione comporta. Così Tom, portandosi dietro questo oscuro segreto, attraversa i secoli dall’Inghilterra elisabettiana alla Parigi dell’età del jazz, da New York ai mari del Sud, vivendo tante vite ma sognandone una normale. Oggi Tom ha una buona copertura: insegna ai ragazzi di una scuola, raccontando di guerre e cacce alle streghe e fingendo di non averle vissute in prima persona. Tom deve ad ogni costo difendere l’equilibrio che si è faticosamente costruito. E sa che c’è una cosa che non deve assolutamente fare: innamorarsi. 



Come fermare il tempo è una storia folle e dolceamara sul come perdere e poi ritrovare se stessi, sull’inevitabilità del cambiamento e sul lungo tempo necessario per imparare a vivere. Una storia bellissima in cui riconoscersi, per piangere su tutto ciò che perdiamo e per rallegrarci delle meraviglie della vita.

Ho iniziato questo libro per caso. Come spesso accade, ignara ai fenomeni di massa, avevo ignorato questa uscita e, quando ho deciso di leggerla, per me è stato un incontro a scatola chiusa.  E, stranamente, è stato amore a prima riga.

Tom Hazard è un pluricentenario, un tipo particolare di uomo. Capiamo subito che non è il solo, che ce ne sono altri e che fa parte di un'organizzazione a loro dedicata, la Società degli Albatros, capeggiata da Hendrich, con lo scopo di proteggerli dal mondo e al contempo goderne al meglio.

Tom è un uomo tormentato, vuole solo essere normale, anche se la sua condizione non lo rende possibile, e ritrovare sua figlia Marion, che cerca da secoli. Nonostante alcuni momenti di tensione con Hendrich, lo convince a fargli ricominciare la vita come insegnante di storia a Londra, città importantissima per lui. Chiaramente le cose si complicheranno: vivrà una vita "normale", ma rischierà anche di innamorarsi di una giovane collega, proibito e pericoloso per la sua categoria, e di smascherarsi. Vivere quattrocentotrentasei anni metterebbe alla prova chiunque, immagino!


Bè questo libro è un susseguirsi di immagini e ricordi, talmente vividi e reali da dipingerli senza sforzo nella mente. Sono stata in aula con lui, ma anche a Tahiti, al Globe, con Shakespeare, in casa con la sua amatissima Rose e la piccola Marion...
La voce narrante di Tom me la immagino roca, profonda, avvolgente. E' stato probabilmente l'aspetto che più ho apprezzato perché era un piacere leggere questo libro, mi sembrava davvero di ascoltare una voce concreta, reale.
La storia è permeata di malinconia, di senso di perdita. Il dolore si respira al pari dell'eternità che ci trasmette il narratore. All'inizio si deve prendere la mano poiché l'autore alterna il "presente" col periodo storico vissuto da Tom in passato, ma in maniera, per noi, casuale. Ogni volta il collegamento che ci viene presentato ha un aggancio diverso col periodo storico cui ci si riferisce ed esiti differenti nel presente nella vita del protagonista. Ciò che voglio dire è che c'è uno schema dietro ai salti nel passato che a noi sembrano casuali.
La società degli Albatros e Hendrich stesso non li ho mai tollerati, nonostante le loro presenze siano saltuarie, ma restano costantemente sullo sfondo. Hendrich in particolare dà l'idea di essere duro, subdolo, manipolatore. Ha vita facile con un'idealista come Tom.
Sostanzialmente, fino alla fine, non succede nulla se non la quotidianità del protagonista ed i suoi pensieri ed i continui flash back, quindi fatti già avvenuti. Eppure questo è il fascino di questa storia, scritta veramente bene, in maniera così scorrevole e semplice da sembrare di essere nella testa di Tom.
La fine è quella che mi ha poco poco delusa perché mi è sembrata affrettata. In linea con la storia, ma arriva tutto praticamente all'improvviso. Immagino che un finale debba essere "drastico", ma mi sono trovata disorientata. Per certi versi è tutto troppo semplice.
In ogni caso sono entusiasta di questa lettura e prima o poi leggerò altro di questo autore che mi ha molto colpita.


5 commenti:

  1. continuo a leggere tante belle recensione su questo libro (compresa la tua) ma a me mette un senso di angoscia. non so dirti il motivo, ma ho paura che non sia un romanzo adatto a me. :(

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    1. L'angoscia c'è e neanche poca, ma mi ha vinto il senso di malinconia. È molto poetico.

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  2. È piaciuto tanto anche a me! Concordo con te per la questione del finale, un po' affrettato rispetto al resto ma comunque un bell'epilogo! ;)

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    1. da rileggere nei momenti di crisi perché la sua voce culla. Pace per il finale che, anche se frettoloso, ci sta!

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  3. Sono molto contenta che ti sia piaciuto! E' stata davvero una lettura diversa dal solito :)

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