25/10/18

Recensione di L'ultimo sorriso di Alfonso Pistilli

Trama: Tutti noi cerchiamo un sorriso in ogni angolo della vita, e talvolta lo troviamo laddove è impossibile. Alessandro Cocco, giovane venditore di vacanze a porta a porta, l’ha trovato in Halina, escort lituana trasferitasi a Bari, con la quale ha una profonda amicizia.   Quando, al telegiornale, Alessandro apprende della sua morte, non vuole crederci, soprattutto dopo essere venuto a sapere che per la Scientifica si è trattato di suicidio.   Conosceva davvero così poco la sua amica?   O c’è dell’altro ?

Prima di iniziare ringrazio l'editore PubMe e la curatrice della collana Policromia Emanuela per la copia digitale.

Alessandro Cocco è il protagonista della nostra vicenda. Questo giovane barese vive una vita poco entusiasmante: una fidanzata insoddisfatta per via della sua scarsità a livello professionale che lui stesso avverte come veritiero e la propria frustrazione per essere considerato poco più di zero.
Purtroppo la sfortuna non ha ancora finito con lui: viene trovata morta la sua migliore amica, Halina. La ragazza lavorava come escort ed il caso è stato rapidamente archiviato come suicidio. Lo avvicina però una ex collega della giovane che gli fa intendere che forse non  stato esattamente un suicidio dovuto ad overdose.  Inizia così per Alessandro un'indagine da novello investigatore e solo il profondo legame con l'amica ed il dolore che ne è derivato sono la benzina che lo spronano ad agire.


Questo romanzo ha un registro grintoso, attivo, che invoglia a leggere e senza annoiarsi o sforzarsi nella lettura.
Ho empatizzato da subito con Alessandro visto che rivedo in lui qualcosa di me. Ad esempio, la tendenza ad entusiasmarsi, ma poi a tradurre poco nella pratica quel che ci è entrato dentro, e ad avere alti e bassi emotivi, la fatica a trovare vera autostima.
Mi hanno infastidito le persone che hanno reagito al suicidio di Halina con un "ma viveva e lavorava proprio nel palazzo della -brava gente-". Sul brava gente qualcosina avrei da dirla. Sostanzialmente molti sono una massa di ipocriti conformisti. Nella maggior parte dei casi persone che non sono cattive, ma che non vedono al di là del proprio naso e si sentono migliori solo perché non fanno "la vita". Purtroppo è vero che la nostra società è diffidente e non sempre a torto mi viene da dire. Spesso la fiducia si paga a caro prezzo ed è brutto vedere che anziché aumentare diminuisce. Bisognerebbe invertire la tendenza, il risultato è un mondo ricco di solitudine, becero e spesso crudele.

La vicenda ha permesso ad Alessandro di maturare, lo ha reso più deciso e sicuro di sé, determinato a raggiungere un obiettivo ed a non farsi più mettere i piedi in testa. Inizieranno a notarlo sia i genitori che la fidanzata Alessandra.
E' un giallo molto breve, secondo me con molti elementi di narrativa perché viene narrata la vita comune, le reazioni della persona e le vicende del suicidio/omicidio sono fuse, quasi secondarie, alla trama che, ad un certo punto, analizza anche fatti reali, di cronaca oserei dire, come droga e scommesse nel senso più illegale del termine e legate all'ambito sportivo (grazie, Alfonso, per avermi fatto leggere di calcio senza crollare dal sonno visto che non lo sopporto XD).
Il finale non so dirvi se sia sorprendente, mi faccio sempre gabbare in queste letture per me rare, però sono stata sorpresa e soddisfatta perché nella mia mente erano scontate altre opzioni che non posso rivelare per evitare spoiler.

Se posso fare una "critica" avrei voluto respirare più bari e meno il barese. Non ho potuto apprezzare la città perché sostanzialmente più che riferimenti al lungo mare per un locale che sarà focale nella storia, ho solo sentito l'accento troppo forte sull'accento barese, sull'essere baresi, ma attenzione alla città come punti importanti o degni di essere menzionati e vissuti anche da chi non è di lì non ne ho trovata troppa.
Questa non è una vera critica, ma un suggerimento per il futuro. Non sempre il riferimento geografico/artistico/storico/culturale viene sottolineato, non è obbligatorio, anche se gradito e segno di ulteriore qualità, però mi sembra che per il personaggio sia fondamentale ed invece sembra solo che gli interessi dire di essere barese e sentirsi parte della città. Mi sarei aspettata di saperne di più.

In conclusione posso dire che mi piace il modo di scrivere di Pistilli che è semplice, ma ricco, dinamico e non ripetitivo. Secondo me questo autore ha un margine di crescita molto grande e scriverà sempre meglio se questo è il suo entusiasmo.

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