05/12/13

Recensione de Gli accordi del cuore di Jan-Philipp Sendker

Trama: In un freddo mattino autunnale senza nuvole, la settimana prima del Ringraziamento, davanti a Julia Win si spalanca un abisso oscuro. Ode una voce, chiara e inequivocabile, dentro di lei. La voce roca, profonda e severa di una donna che non allude, non pretende di essere interpretata, ma pone domande dirette ? Perché sei sola? ? come se sapesse che, dietro la sua brillante maschera di avvocato di successo di Simon & Koons, uno dei più prestigiosi studi legali newyorchesi, si cela l’infelicità di una donna disillusa dall’amore e dalla vita. Le mani sulle orecchie, come a scacciare un ronzio fastidioso, Julia tenta di tutto perché la quiete torni nella sua testa. Si fa visitare dal dottor Erikson per scongiurare una qualche forma di schizofrenia, si accosta alla meditazione in compagnia di Amy, l’amica del cuore buddhista, ma invano. La voce non sparisce; continua, anzi, imperterrita a porre domande imbarazzanti: Perché nascondi ancora una volta la verità? Nello stesso freddo giorno autunnale, Julia riceve una lettera di U Ba, il fratellastro che vive a Kalaw, in Birmania, e che dieci anni prima, in una malandata e meravigliosa casa da tè, gli ha svelato l’incredibile storia di Tin Win, il loro padre che, da giovane, aveva scoperto che ogni cuore risuona in modo diverso e che si innamorò di Mi Mi perché non aveva mai sentito prima un suono più bello del battito del suo cuore. Con la sua magnifica calligrafia, U Ba la informa che la stagione delle piogge è finita a Kalaw e che non ci vorrà molto perché la prima rugiada si posi sull’erba del suo giardino. Poi le racconta «un fatto davvero strano». All’incrocio grande di Kalaw, sotto l’albero di banyan, a un tratto una donna si è staccata dalla sorella per seguire un giovane sconosciuto, continuando a chiamare un nome che nessuno nel villaggio aveva mai sentito prima. Quando il giovane si è voltato stupito del clamore alle sue spalle e i loro sguardi si sono incontrati, la donna si è irrigidita ed è crollata a terra.

Da questo libro mi aspettavo poco. Dalla ragazza che me lo aveva passato a varie recensioni, ho visto pochi pareri entusiastici. Erano tutti sul "carino ma niente a che vedere col primo".
Verissimo, infatti le vicende non si incentrano più sulla ricerca di Julia di suo padre che l'ha portata a conoscerla veramente e fino in fondo bensì sulla sua vita privata. Sul dolore che prova da che è stata lasciata dall'ormai ex futuro marito Michael, da un fatto privato molto pesante che ha portato alla loro separazione, dal suo soffrire di non avere una vita ma solo vuoto lavoro. Le restano solo Amy, migliore amica di studi, e suo fratello U Ba che vive in Birmania che promette sempre di andare a trovare ma non lo fa mai.
Finchè non inizia a sentire le voci e teme di soffrire di schizofrenia. Questa voce femminile poi le fa sempre domande intime che normalmente tendiamo a rifuggire, ignorare. Soprattutto le persone come Julia, che si tricerano dietro al lavoro ed alla razionalità dopo una vita di vuoto affettivo. In contemporanea arriva la lettera di U Ba in cui le scrive di una donna che cade a terra morta dopo aver gridato il nome di un giovane che si è voltato e chiedendogli perdono. Vuoi che non ci sia il collegamento tra la voce femminile e questa donna? Certo che sì e sarà la volta che Julia prenderà un volo per andare da suo fratello ed approfondire la vicenda misteriosa.
Questo viaggio a mio parere è ancora più affascinante del primo. Non c'è avventura o particolare azione. Semmai i resoconti importanti di un personaggio principale che vive di persona le guerrigglie birmane tra ribelli ed esercito dalla parte degli schiavi (più che soldati) delle forze militari. E quella parte sarà veramente forte e violenta.
La modalità di narrazione non è diversa..C'è la storia dentro la storia..La vicenda di Julia che porta ad un'altra storia alternato da qualche ritorno al presente di Julia.
Sendker è in grado di narrarci storie piene di tumulto ed emozioni con grande delicatezza, riuscendo così ad emozionarci in maniera intensa.
Impariamo che si può vivere di poco e che è bene curare l'anima prima di trovarci annichiliti come Julia, vuoti e temendo di precipitare da un momento all'altro. Che rallentare i ritmi fa bene ed è doveroso verso noi e verso gli altri. Difficile, nell'odienrità di oggi, ma non impossibile a tutto tondo.
Ed abbiamo finalmente scoperto il sorriso birmano: non è un "sorridiamo sempre per la contentezza" ma un sorriso che può variare dalla gioia, alla tristezza velata, alla scocciatura e via dicendo. Era effettivamente inquietante leggere di queste persone che sorridono sempre....
Secondo me , "Gli accordi del cuore" è migliore de "L'arte di ascoltare i battiti del cuore" che per contro è più romantico e delicato. Un finale aperto che fa sperare in un seguito ma che va bene anche così.

Voto:

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