
Trama: Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell’irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L’appuntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il “fratello di tutta una vita” le cambia l’esistenza per sempre. Rimanere lì, all’improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l’odissea dei migranti dall’Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.
Giuseppe Catozzella per mesi è entrato dentro la vita reale di Samia, e l’ha reinventata in una voce dolcissima, scrivendo un romanzo memorabile. Da quella voce, da quell’io leggerissimo che ci parla con fermezza e candore, si sciolgono la struggente vicenda di un’eroina dei nostri tempi, la sua fiaba, e insieme il suo destino.
Questo libro lo avevo notato tempo fa, ma non mi aveva mai convinta fino in fondo, pur interessandomi agli argomenti che hanno a che fare con l'immigrazione.
Io però non amo assolutamente lo sport e questo aspetto mi ha frenato a lungo. Complice un gruppo di lettura, mi sono buttata.
La protagonista è Samia, giovane somala nata con la passione per la corsa. Purtroppo è nata in un paese in guerra, una sorta di maligna sorella maggiore, come viene denominata nel libro.
Non è facile allenarsi a Mogadiscio, città crepata e coi palazzi crivellati di colpi, dove l'Islam radicale cerca di affermarsi e vuole le donne coperte e sottomesse, certo non in pista a correre.
La giovane però non si arrende e Catozzella cerca di regalarci la sua storia attraverso le sue parole.