11/09/21

Recensione di Prima di noi di Giorgio Fontana

 

Trama: Una famiglia del Nord Italia, tra l’inizio di un secolo e l’avvento di un altro, una metamorfosi continua tra esodo e deriva, dalle montagne alla pianura, dal borgo alla periferia, dai campi alle fabbriche. Il tempo che scorre, il passato che tesse il destino, la nebbia che sale dal futuro; in mezzo un presente che sembra durare per sempre e che è l’unico orizzonte visibile, teatro delle possibilità e gabbia dei desideri.

È questo il paesaggio in cui vivono e muoiono i personaggi di Giorgio Fontana, i Sartori, da quando il primo di loro fugge dall’esercito dopo la ritirata di Caporetto e incontra una ragazza in un casale di campagna. Poi un figlio perduto in Nordafrica, due uomini sopravvissuti e le loro nuove famiglie, per arrivare ai giorni nostri: quelli di una giovane donna che visita la tomba del bisnonno, quasi a chiudere un cerchio. Quattro generazioni, dal 1917 al 2012, che si spostano dal Friuli rurale alla Milano contemporanea affrontando due guerre mondiali e la ricostruzione, la ricerca del successo personale o il sogno della rivoluzione, la cattedra in una scuola e la scrivania di una multinazionale. È circa un secolo, che mai diventa breve: per i Sartori contiene tutto, la colpa, la vergogna, la rabbia, la frenesia, il viaggio. Sempre lo scontro e quasi mai la calma, o la sensazione definitiva della felicità. Ma i Sartori non ne hanno bisogno, e forse nella felicità neppure credono. Perché se in ogni posto del mondo bisogna battersi e lottare allora è meglio imparare ad accettare le proprie inquietudini, e stare lì dove la vita ci manda.
Romanzo storico e corale, vasto ritratto narrativo del Novecento italiano, il racconto dei Sartori affronta il fardello di un passato che sembra aver lasciato in eredità solo fatica e complessità, persino nei più limpidi gesti d’amore. Se gli errori e le sfortune dei padri ricadono sui figli, come liberarsene? Esiste una forza originaria capace di condannare un’intera famiglia all’irrequietezza? Come redimere se stessi e la propria stirpe? La risposta a queste domande è nella voce di un tempo nuovo, nello sguardo di chi si accinge a viverlo, nelle parole di uno scrittore di neppure quarant’anni che ha voluto affrontare con le armi della letteratura la povertà e il riscatto, la fede e la politica, il coraggio dei deboli e la violenza dei forti. 

10/09/21

Recensione di E' tempo di ricominciare di Carmen Korn

 

Trama: È il 1949. La guerra è finita. I nazisti sono stati sconfitti. Come molte altre città, Amburgo è ridotta a un cumulo di macerie e in parecchi si ritrovano senza un tetto sulla testa. Fra questi, Henny, che ha finalmente accettato di sposare Theo e continua a cercare la cara Käthe, che risulta ancora dispersa nonostante l’amica sia sicura di avere incrociato il suo sguardo, la sera di San Silvestro, su quel tram… Nel frattempo, mentre Lina e la sua compagna Louise aprono una libreria in città, Ida si sente delusa dal modesto ménage coniugale con il cinese Tian, pur avendo mandato all’aria il suo precedente matrimonio per stare con lui, e ricorda con nostalgia la sua giovinezza di rampolla di una famiglia altolocata. Sono in molti ad aver perso qualcuno di caro, e sono in molti ad attendere il ritorno di qualcuno, giorno dopo giorno, alla finestra. Ma per i sopravvissuti tornare a casa non è facile, si ha paura di cosa si potrebbe trovare, o non trovare più.

Gli anni passano, i figli delle protagoniste crescono e anche loro hanno delle storie da raccontare. Sullo sfondo, la ripresa dell’economia tedesca e le rivoluzioni sociali che hanno scandito gli anni Cinquanta e Sessanta: lo sbarco sulla Luna, la costruzione del Muro di Berlino, il riarmo e la paura del nucleare, l’arrivo della pillola anticoncezionale, l’irruzione della televisione nella vita quotidiana delle famiglie, l’inizio dei movimenti studenteschi e la musica dei Beatles.
Dopo Figlie di una nuova era, il secondo, attesissimo capitolo di questa fortunata e appassionante trilogia che racconta la vita di quattro amiche nella Germania del Novecento.

Recensione di Circe di Madeline Miller


Trama: Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull'isola di Eea, non si perde d'animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l'ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l'astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell'Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov'è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.

09/09/21

Recensione di Respiro solo se tu di Jennifer Niven

 

Trama: Manca una manciata di giorni al diploma e Claudine non vede l’ora di trasferirsi a New York per andare al college e diventare una grande scrittrice. Adesso però pensa solo a come godersi l’ultima estate con le amiche. Il viaggio della maturità, le follie, i vestiti appariscenti, i ragazzi, la prima volta, il sesso… Ma vivere intensamente i diciotto anni non è semplice, se i tuoi genitori decidono di divorziare e tu sei costretta a trasferirti in un altro Stato. Su un’isola abitata solo da cavalli e trentuno persone. Letteralmente. Il mondo di Claudine crolla come il più instabile dei castelli di foglie. Non ha più radici, e i legami più importanti della sua vita sono spezzati. Ha capito che niente dura o vale la pena di essere amato. Non aveva calcolato che, tra quei trentuno isolani, potesse incontrare qualcuno come Jeremiah, armato di spray anti zanzare e pungente sarcasmo. Ma i rapporti sono imprevedibili, Claudine lo sa: non puoi affidarti all’altro per respirare, perché all’improvviso potrebbe lasciarti. Forse però l’estate della maturità è anche questo: rischiare, ed essere pronti a ricominciare. Nel suo romanzo più intimo e toccante, Jennifer Niven racconta i desideri e le pulsioni dell’animo in modo delicato e autentico, parlando direttamente al cuore del lettore.

Recensione de Il ritratto di Paola Zannoner

 

Trama: Un romanzo che si legge tutto d'un fiato, capace di suscitare forti emozioni e preziose riflessioni con un ritmo narrativo avventuroso, appassionante, contemporaneo.


Silvia deve chiudere la conversazione, allontanarsi da lì. Cambiare l'espressione tesa, ricondursi dentro l'alveo di un breve scambio con un visitatore assiduo, conosciuto dai custodi. È stata lei a delinearne un profilo rassicurante di giovane studioso di Raffaello. Innocuo finora, ma chissà cosa può produrre il nuovo sistema di sicurezza: cosa può emergere dal suo profilo, con il controllo dei dati? Un fanatico? Un maniaco ossessivo?

Silvia lavora come custode nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. È una tra le dipendenti più giovani e viene reclutata per far parte di un innovativo sistema di sicurezza, gestito da una app che traccia i visitatori in ogni momento e fornisce dati e informazioni incrociandoli con la Pubblica Sicurezza. Proprio nello stesso periodo, Doyun, un giovane coreano silenzioso e affascinante, ogni giorno si presenta nella Galleria per ammirare per ore, come ipotizzato, uno dei capolavori di Raffaello, La Velata. Tra i due ragazzi nasce un sentimento delicato, profondo, che Silvia è spinta a mettere fortemente in dubbio dopo che nel giorno di Pasqua, in un furto senza precedenti, il dipinto scompare, nonostante l'inespugnabile sistema di sicurezza del museo. Chi sarà il principale sospettato? E perché Doyun è diventato così criptico e sfuggente? Come può Silvia essersi sbagliata sul suo conto? Può davvero contare sul suo amore? In una storia mozzafiato tra le viuzze tortuose del centro della splendida città, museo a cielo aperto, i due ragazzi riusciranno a svelare l'arcano trascinati dalla passione e dall'amore per l'arte, nostro patrimonio collettivo. 

08/09/21

Recensione di Rovina e Ascesa di Leigh Bardugo - Girshaverse vol.3

 

Trama: L'Oscuro ha ormai esteso il suo dominio su Ravka grazie al suo esercito di creature mostruose. Per completare i suoi piani, gli manca solo avere nuovamente al suo fianco Alina, la sua Evocaluce. La giovane Grisha, anche se indebolita e costretta ad accettare la protezione dell'Apparat e di fanatici che la venerano come una Santa, non ha perso però le speranze: non tutto è perduto, sempre che un certo principe, sfacciato e fuorilegge, sia sopravvissuto, e che lei riesca a trovare la leggendaria creatura alata di Morozova, la chiave per liberare l'unico potere in grado di sconfiggere l'Oscuro e distruggere la Faglia. Per riuscirci, la potente Grisha dovrà tessere nuove alleanze e mettere da parte le vecchie rivalità. Nel farlo, verrà a conoscenza di alcuni segreti del passato dell'Oscuro che getteranno finalmente luce sulla natura del legame che li unisce e del potere che l'uomo esercita su di lei.

Con una nuova guerra alle porte, Alina si avvia verso il compimento del proprio destino, consapevole che opporsi all'ondata di crescente oscurità che lambisce il suo paese potrebbe costarle proprio quel futuro per cui combatte da sempre.

Finalmente posso mettere anche io la parola fine a questa serie, per ora. 

Recensione di Se l'acqua ride di Paolo Malaguti

 

Trama: Sulla corrente dei fiumi nulla cambia mai davvero. Al timone degli affusolati burchi dal fondo piatto, da sempre i barcari trasportano merci lungo la rete di acque che si snoda da Cremona a Trieste, da Ferrara a Treviso. Quando Ganbeto sale come mozzo sulla Teresina del nonno Caronte, l’estate si fa epica e avventurosa. Sono i ruggenti anni ’60, nelle case entrano il bagno e la televisione in bianco e nero, Carosello e il maestro Manzi. I trasporti viaggiano sempre più via terra, e i pochi burchi che ancora resistono, per ostinazione oltre che per profitto, preferiscono la sicurezza del motore ai ritmi lenti delle correnti e delle maree. Quello del barcaro è un mestiere antico, ma l’acqua non dà certezze, e molti uomini sono costretti a impiegarsi come operai nelle grandi fabbriche. A bordo della Teresina, Ganbeto si sente invincibile. Gli attracchi, le osterie, le burrasche, il mare e la laguna, le campane di piazza San Marco, i coloriti modi di dire di Caronte e i suoi cappelli estrosi, le ragazze che s’incontrano lungo le rotte. Presto, però, non potrà più far finta di niente, lui che ha un piede nel vecchio e uno nel nuovo dovrà imparare la lezione più dolorosa di tutte: per crescere bisogna sempre lasciare indietro qualcosa.

Ammetto che, questo romanzo, inizialmente on mi ispirava molto.
Dopo poche pagine invece è cominciata la magia.

Ci troviamo in Veneto negli anni '60, a Battaglia Terme, è Ganbeto è il figlio di una casalinga e di un barcaro, un adolescente che ama poco la scuola e che, nell'estate del '65, farà il mozzo sulla Teresina, il burcio/la barca del nonno.
Il loro è un mestiere in via d'estinzione. Sono arrivate le barche a motori, i camion, le autostrade, la tv...Il progresso corre e velocemente.
Questa estate fa innamorare il giovane della vita itinerante lungo i fiumi ed imparerà molto su sé stesso, sul nonno e sul mondo e non smetterà più di prestare attenzione alle esperienze che la vita gli fa vivere.

Leggere questo libro mi fa capire quanto sia "falso" il detto: si stava meglio quando si stava peggio. Niente affatto. La vita era sì più semplice e con distinzioni nette, però l'educazione era povera e Ganbeto ha due bravi genitori, ma non preparati a spingere i figli seriamente allo studio, come accade ancora oggi in certi casi. Gli insegnanti non erano d'aiuto, severi, punitivi, demoralizzanti (anche se, per pochi si tratta più di una corazza che di indole vera e propria) e  ciò  spinge all'abbandono scolastico chi non ama la scuola ed ha comunque bisogno di lavorare. La scuola poi non è moderna o aggiornata e, peggio di oggi, non era un ponte verso la vita, tant'è che Ganbeto, sulla Teresina, scopre che ciò che ha imparato è inutile.
Fanno spesso innervosire i discorsi del nonno o del professore. Gente buona, ma ognuno è ad un antipodo: il rozzo barcaro che non ha bisogno dell'italiano e lo sdegnoso insegnante critico circa la preparazione degli alunni.

E' comunque una lettura scorrevole e con picchi d'ironia e divertimento, anche se, solo la mia permanenza in Veneto da quindici anni mi ha aiutato con le cospicue quantità di dialetto qui presenti e non sempre basilari.
Sembra, in ogni caso, un perfetto scorcio degli anni '60, dei tempi che cambiano e sembra di trovarsi con Ganbeto nel tempo e nello spazio.
Io avrei voluto però sapere il vero nome del ragazzino che, con tanto riserbo, lo nasconde e la risposta alla sua domanda verso la fine che una risposta non ce l'ha.
Dal primo libro che lessi dell'autore, trovo che la sua scrittura sia sempre migliore ed agile e mi copro ad apprezzarlo in maniera crescente.

Finito il 07/07/21


07/09/21

Recensione di La donna gelata di Annie Ernaux

 

Trama: Una giovane coppia si sposa, condivide una casa, fa due figli. Anche se animata da ideali egualitari e progressisti, la famiglia presto si sbilancia e tutto il peso delle incombenze di ogni giorno ricade esclusivamente sulla moglie. Un'ingiustizia quotidiana, "normale", che vivono moltissime donne. Con sguardo implacabile "La donna gelata" traccia un percorso di liberazione capace di trasformare l'inconfessabile orrore per la propria vita in coraggiosa e spietata presa di coscienza. Alternando l'impeto di una requisitoria alla precisione di un'indagine, Ernaux ci consegna un'analisi dell'istituzione matrimoniale che non ha uguali nella letteratura contemporanea.

Ho conosciuto l'autrice ed il libro grazie ad un articolo sul settimanale Grazia.
Più che gelata, una donna, leggendolo si sente raggelata, emozione ancora più forte.

Recensione di Truthwitch di Susan Dennard - The witchlands #1

 

Trama: NELLE LANDE STREGATE ci sono infiniti tipi di magia: tanti quanti i modi per mettersi nei guai, come ben sanno due giovani donne molto speciali. Safiya è una Strega della Verità, ha il dono di riconoscere le menzogne. C’è chi ucciderebbe per avere quel potere, e così lei lo tiene ben nascosto, se non vuole essere usata come una pedina nello scontro tra gli imperi. Iseult invece è una Strega dei Fili: sa vedere i legami invisibili che uniscono le persone attorno a lei, ma non riesce a percepire i sentimenti che la riguardano direttamente. Le due ragazze hanno personalità complementari – impulsiva e focosa Safi, fredda e prudente Iseult – e soprattutto sono inseparabili. Tutto ciò che vogliono è essere libere di vivere le loro vite come un’avventura continua, ma le ombre della guerra si addensano sulle Lande Stregate. Con l’aiuto dell’astuto principe Merik, Safi e Iseult si troveranno a combattere contro imperatori, mercenari e uno Stregone del Sangue votato alla vendetta, decisi a tutto pur di dominare il potere di una Strega della Verità.

06/09/21

Recensione de Il coperchio del mare di Banana Yoshimoto

 

Trama: Mari si è appena laureata ed è tornata a vivere nel suo paese natale, dove ha deciso di aprire un piccolo chiosco di granite. Quest’estate sua madre ospita Hajime, la figlia di una cara amica, che sta attraversando un periodo molto difficile a causa della morte della nonna. Mari non è affatto entusiasta: è indaffarata col chiosco appena avviato e pensa di non avere tempo per fare compagnia a una ragazza così piena di problemi. Oltre a delle brutte cicatrici che le ricoprono il corpo, dopo la morte della nonna Hajime si rifiuta di mangiare e di uscire di casa.

Ciononostante le due ragazze a poco a poco diventano amiche e Hajime inizia ad aiutare Mari nel lavoro. Il resto del tempo lo trascorrono tra nuotate nel mare, passeggiate sulla spiaggia e lunghe chiacchierate, sempre sullo sfondo di un incantevole paesaggio marino. E il mare sembra essere il vero protagonista del romanzo, con i suoi misteri e le creature che si celano negli abissi, una presenza costante e rassicurante nella vita di Mari, e un balsamo per l’anima ferita di Hajime. Sul finire dell’estate, quando l’acqua diventa di giorno in giorno più fredda e il vento sulla spiaggia solleva i granelli di sabbia nella tiepida luce di settembre, Hajime parte per fare ritorno a casa. Mari è molto triste, ma il ricordo della loro amicizia l’aiuterà a superare anche la solitudine dei lunghi mesi invernali. Forse non è riuscita a risolvere del tutto i problemi dell’amica, ma sicuramente l’ha aiutata a guardare al futuro con maggiore fiducia e ottimismo.

Recensione di Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna

 

Trama: Ci sono momenti in cui i ripetuti insuccessi, un matrimonio a rotoli, lo stress, la solitudine sembrano davvero troppo per conservare la voglia di vivere: non è meglio farla finita e andarsene da questo mondo che pare sempre meno “un luogo adatto all’uomo”? Seduto sui gradini di casa con una bottiglia di birra in mano, il direttore Onni Rellonen, imprenditore fallito, decide di dire basta a “quel suo vivacchiare privo di senso”. Ma cosa succede se il fienile scelto per “il botto finale” è già occupato da un colonnello a riposo risoluto a mettere fine ai suoi giorni? Non ci saranno anche molti altri nelle stesse condizioni, con cui varrebbe la pena di spartire timori, rischi e spese, per un dignitoso suicidio collettivo? E così, caricati sulla Saetta della Morte, lussuoso pullman dotato dei più desiderabili comfort, trentatré selezionati aspiranti suicidi partono per un viaggio che li porterà da un capo all’altro dell’Europa alla ricerca del migliore strapiombo da cui lanciarsi nel vuoto. Sotto il comando del colonnello Kemppainen, frustrato da un’epoca “così profondamente pacifica”, con l’assistenza di Rellonen e della fidata vicepreside Helena Puusaari, conturbante trentacinquenne dai capelli rossi con l’hobby di struggenti passeggiate nei cimiteri, la Libera Associazione Morituri Anonimi raccoglie i più disparati e folli personaggi, decisi, come il Vatanen dell’Anno della Lepre, a tagliare tutti i legami di un’esistenza che li ha delusi e maltrattati, per la libera avventura di un fatale Grand Tour, che diventerà presto il più gioioso manifesto della voglia di vivere. Dalle falesie di Capo Nord ai burroni del Furka, fino all’estrema punta dell’Algarve, tra spericolate avventure, amicizie, solidarietà e nuovi amori, la banda degli apprendisti suicidi sarà immancabilmente raggiunta dall’irriducibile nemico da cui ha tentato di fuggire: la vita.

05/09/21

Recensione di Fronte di scavo di Sara Loffredi

 

Trama: Nell’agosto del 1962, nel centro esatto del Monte Bianco, viene abbattuto l’ultimo diaframma di granito che separa l’Italia dalla Francia. Gli operai hanno sopportato crolli, ritardi e imprevisti, procedendo palmo a palmo per 5800 metri, immersi nel fango, esposti alle emorragie d’acqua che frantumano la roccia. Nel ventre della montagna tutti gli uomini sembrano piccoli. Ma Ettore sente che quell’impresa visionaria lo riguarda, perché c’è un fronte di scavo anche dentro di lui, e quella meravigliosa cosa da pazzi vale una vita intera.


All’inizio degli anni Sessanta, centinaia di uomini sono impegnati nella più grande operazione di «chirurgia geografica» del secondo dopoguerra: il traforo del Monte Bianco. Devono procedere spediti, e soprattutto dritti, altrimenti la galleria italiana e quella francese non s’incontreranno. Ettore è un uomo di città, chiamato in valle per partecipare al progetto. I calcoli e le misurazioni sono il suo pane quotidiano, l’ingegneria il suo mestiere; di colpo viene precipitato in uno scenario che gli allarga la mente e il respiro. Insieme a lui ci sono Hervé, capocantiere di poche parole che di quei sentieri conosce ogni segreto, e Nina, indomita, che lavora alla mensa ed è sola con un figlio piccolo. Il fronte di scavo avanza, mentre Ettore impara a conoscere loro e sé stesso, accordando pian piano il suo ritmo a quello della montagna. La Regina Bianca è volubile e capricciosa, dorme per giorni, ma nella strana partita di conquista e seduzione che gioca con gli operai può trasformare il tunnel in un campo di battaglia. Con una scrittura limpidissima, Sara Loffredi ci guida nelle profondità della montagna e degli uomini, e ci mostra una pagina epica della nostra storia, scritta da un’Europa appena uscita dalla guerra ma capace di guardare con fiducia al futuro. 

Recensione de La spiaggia degli affogati di Domingo Villar

 

Trama: Un mattino di ottobre, sulla spiaggia di Panxón, a sud di Vigo, il mare restituisce il corpo di un pescatore annegato. Non si tratta di una disgrazia: l’uomo ha le mani legate con una fascetta. Potrebbe sembrare un suicidio, anche perché il Biondo era incline alla depressione e aveva un passato da tossicodipendente. O forse dovrebbe sembrare un suicidio, come sospetta l’ispettore Caldas. Forse la causa della morte è da cercare nei misteri che ancora avvolgono un altro naufragio, vecchio di dieci anni. Forse davvero, come sostiene qualcuno nel paese, un fantasma si aggira in cerca di vendetta... Torna l’ispettore Leo Caldas, e con lui tornano i suoi comprimari: i colleghi del commissariato — a cominciare dal fido ma impetuoso aiutante aragonese Estévez —, il padre ritiratosi fra le sue vigne, l’insopportabile conduttore radiofonico Losada, i «filosofi» della taverna di Eligio. Torna, soprattutto, la Galizia di Domingo Villar, autentica coprotagonista: sole bruciante e nebbie, piogge improvvise, marinai taciturni, bar, osterie e quell’oceano che la isola e la unisce al resto del mondo. La spiaggia degli affogati è il romanzo che ha confermato il talento di un grande autore. Nella costruzione della trama come nella caratterizzazione dei personaggi e dell’ambientazione, nel mirabile uso del dialogo e nella straordinaria capacità di gestire il ritmo della narrazione, Villar è un autentico maestro del noir moderno.

04/09/21

Recensione di Se fosse tuo figlio di Nicolò Govoni


 Trama: Scopri chi sei e chi vuoi diventare. Prendi i tuoi sogni sul serio. Fai volare l'aquilone. Sii libero, Hammudi. Continua a brillare. "Mi chiamo Nicolò. E tu?" "Hammudi" dice, indicandosi. "Siria." È sfuggito alla guerra, è sopravvissuto al mare, ma il suo sorriso è enorme. Nicolò sente che rischierebbe tutto, per non spegnere quel sorriso. Intorno a loro si estende l'hotspot di Samos, un posto che assomiglia all'inferno, in cui i profughi vivono ammassati nelle tende, senza acqua né luce, tra cumuli di immondizia. Per Hammudi e gli altri bambini del campo anche le cose più semplici, come giocare a palla o mangiare una pizza, sembrano impossibili. Nicolò è solo un volontario, ma di una cosa è convinto: il mondo, lui, lo vuole cambiare. Così decide di combattere il pregiudizio e l'omertà che circondano l'hotspot: vuole aprire una scuola, una scuola vera, un posto in cui i piccoli rifugiati possano finalmente sentirsi al sicuro. Imparando ad ascoltare, a perdonare e a credere nei propri sogni, Hammudi si lascia alle spalle gli orrori del passato e scopre, insieme a Nicolò, che la casa non è una questione di mura, ma di cuore, e la paternità non ha a che fare col sangue, ma con la fiducia. Con lo sguardo di chi vive ogni giorno sulla propria pelle le ferite più scottanti della nostra attualità, Nicolò Govoni ci racconta l'esperienza luminosa e piena di coraggio di un bambino senza futuro e di un ragazzo che lotta per ridargli speranza. 

Recensione di Flashover di Giorgio Falco

 

Trama: La sera del 29 gennaio 1996 un incendio illumina il cielo di Venezia: il teatro La Fenice brucia. L'incendio è stato appiccato dal titolare di una piccola ditta in ritardo sulla fine dei lavori per il restauro del teatro. Giorgio Falco ha scritto un libro che come un incendio illumina e divora il suo oggetto: ricostruzione di una storia vera e sua decostruzione; romanzo di un'ossessione; indagine sul desiderio e sul potere del denaro di trasformare le cose e i corpi; ritratto in maschera degli ultimi quarant'anni di storia italiana, autobiografia di tutti. Quando l'incendio si spegne, "Flashover" è il libro per capire il mondo che resta.

Non so perché, ma non volevo leggere questo libro.
Poi un parere positivo mi ha convinta ed il fatto che parli di Venezia ha fatto il resto (benché l'argomento sia l'incendio doloso del Teatro La Fenice del 29/01/1996).

E' un'opera particolare, scritta senza capitoli, dalla narrazione atipica (digressioni, supposizioni, dati oggettivi) e con le foto, INQUIENTANTI, dell'autore e di una fotografa, se ho inteso bene (c'è una lunga parte che si riferisce alle maschere che indossiamo che penso sia il collegamento per le foto ed è un po' pirandelliana come idea).

Di sicuro ho conosciuto meglio un evento di cui conoscevo la superficie e certamente questo libro fa riflettere (ho apprezzato la riflessione sulla performance dei 3 minuti, in particolare nel lavoro e nelle pubblicità è tutto ben cronometrato), ma questo testo non fa per me. Ho amato come l'autore rende Venezia. Mi sono sentita alla fermata dell'autobus vicino alla rivendita di auto menzionata all'inizio, scena assolutamente familiare per me, così come le descrizioni della Giudecca, anche se l'ho vissuta più nella parte turistica.

Un libro non adatto ame, o meglio, non di mio gusto, ma interessante da leggere se si ha sete di conoscenza o un motivo per farlo.

Finito il 10/06/21


03/09/21

Recensione di Piazza Fontana di Giorgio Boatti

 

Trama: Venerdì 12 dicembre 1969: a Milano scoppia una bomba alla Banca Nazionale dell'Agricoltura.

Diciassette morti e decine di feriti: una strage. È la fine di un sogno, quello nato nel '68. È il cruento avvio della strategia della tensione.
Giorgio Boatti delinea con meticolosa attenzione una vicenda che cambia la storia del Paese: non solo una strage, ma una guerra combattuta in tempo di pace, sotterranea, condotta da un potere nascosto e brutale che non rispetta gli innocenti e - attraverso omertà e connivenze - impone di fatto l'impunità per gli esecutori di questa e delle successive azioni terroristiche.
Indagine giudiziaria e ricerca storica, Piazza Fontana ripercorre tutte le fasi della vicenda, dalle prime accuse all'anarchico Pietro Valpreda alla misteriosa morte di Giuseppe Pinelli, ai collegamenti tra la cellula neonazista padovana di Freda e Ventura e gli strateghi sponsorizzati dall'intelligence statunitense, alle miserabili faide tra gli stati maggiori dell'Esercito e della Difesa, fino ai contrastati passi dell'indagine che, dopo aver fatto degli anarchici il capro espiatorio, imbocca a Padova, a Treviso, a Milano la pista nera sfociando a Catanzaro nel primo di molti processi, dove i volti di pietra del potere politico frappongono oblio e amnesie a un passato che li assedia.
Pubblicato nel 1993, Piazza Fontana viene ora riproposto in una nuova edizione aggiornata sino agli ultimi sviluppi e alla chiusura definitiva della vicenda giudiziaria.

Recensione de L'incanto dentro di Valentina Berengo

 

Trama: Il contrappunto di due voci alla disperata ricerca di un figlio, una lite tra quattro giovani di fronte alle responsabilità dettate dal tempo che passa, la nudità di una donna davanti alla perdita di quella vita che dà il senso alla sua, la gravida speranza di una giovane istruita da una vecchia azdora, il dialogo senza tempo di due amanti dopo l’amore, la determinazione di un uomo che si è dannato per vivere tra i potenti, e la riconciliazione di un altro con il mondo femminile, Che gli è precluso.

Sette storie che raccontano la vita che nasce, lotta per affermarsi e, a volte, si interrompe prima ancora di cominciare. Lo scarto tra quello che siamo e quello che gli altri – o forse la nostra coscienza? – ci comandano di essere. Sette storie di maternità (e di paternità) variamente declinate, perché, fintanto che ci saremo, saremo tutti, inevitabilmente, venuti alla luce. Ma non per questo, a nostra volta, metteremo necessariamente al mondo.

02/09/21

Recensione de Il canto di Calliope di Natalia Haynes

 

Trama: Una donna sola corre nella notte, intorno a lei la sua città che brucia. Fuori dalle mura, la regina e altre sventurate attendono un destino che verrà deciso dai vincitori. È la caduta di Troia. Dieci interminabili anni di guerra sono giunti alla tragica conclusione, mentre le avventure dei protagonisti andranno a ispirare, nei secoli a venire, le opere di artisti e scrittori. «Cantami o Musa» invoca il sommo poeta Omero, che ha raccontato le gesta degli eroi. Ma Calliope, musa della poesia epica, questa volta è meno accomodante: è convinta che non tutto sia stato narrato, che qualcosa di fondamentale, legato alle figure femminili, manchi ancora per completare l’affresco. Se il bardo vuole che lei canti, allora lei canterà insieme a tutte le donne coinvolte nella grande tragedia. Dando voce a ciascuna di loro, Calliope prende in mano la storia e ce la racconta da una nuova prospettiva. Ecco Andromaca, Cassandra, Pentesilea, Clitennestra, che vengono alla ribalta, con i loro pensieri, con i complicati risvolti psicologici delle loro scelte, con la sete di vendetta, la solitudine, la dignità di fronte alla morte. E poi tutte le altre, da Penelope a Briseide, da Creusa a Ifigenia, dalle troiane che, vinte, saranno rese schiave, alle greche che attendono il rientro dei loro uomini, senza dimenticare le capricciose divinità che governano le sorti dei mortali. Attingendo alle fonti antiche, anche le meno note, Natalie Haynes rivisita una delle più grandi narrazioni di tutti i tempi, facendoci palpitare di commozione accanto alle leggendarie eroine, e trasmettendoci il sentimento vivo di come la guerra di Troia e la sua epopea appartengano alle donne non meno che agli uomini. 

Recensione de I gerani di Barcellona di Carolina Pobla

 

Trama: 1928. Le sorelle Torres abitano nella villa più bella di Málaga. Il padre l'ha costruita per loro, perché vivessero come delle principesse. Rosario, la maggiore, di una bellezza elegante e decisa, ama il canto ed è la preferita della famiglia. Remedios cresce nella sua ombra, comunque felice di dividere con lei i giochi nel loro posto magico: il giardino della villa, che di volta in volta si trasforma in un'isola deserta infestata dai pirati o in un castello incantato. Fino al giorno in cui l'idillio finisce. Una delle navi con cui il padre commercia spezie, tessuti e tappeti affonda. La bancarotta è una tragedia dalla quale l'uomo non si riprenderà più. Rosario e Remedios rappresentano il futuro della casata. Un fardello troppo pesante per due giovani donne. Ma, come la pianta simbolo della loro famiglia, il geranio, devono essere forti e coraggiose. Devono pensare alla primavera che, immancabilmente, torna a sbocciare dopo ogni inverno. Ed è proprio un seme di quel fiore che portano con loro a Barcellona, dove decidono di ricominciare. Tra le vie della grande e colorata città, all'inizio si sentono perse e il loro legame è tutto quello che hanno per affrontare il presente. Eppure Rosario e Remedios, anno dopo anno, si scoprono più diverse di quello che immaginavano. Una fa di tutto per trovarsi un lavoro e un marito che possa darle sicurezza, mentre l'altra insegue ancora i propri sogni e si innamora di un uomo ribelle come lei. Ma anche quando sembra che si siano perse per sempre, i balconi e le finestre delle loro case saranno pieni di gerani in fiore. Non è possibile dimenticare le proprie radici. Perché entrambe hanno una missione: restituire l'onore alla famiglia Torres. I gerani di Barcellona è il romanzo che ha conquistato la Spagna. Ha messo d'accordo i lettori e la stampa più autorevole. Ispirato alla vera vicenda dei nonni dell'autrice, una saga in cui mezzo secolo di storia iberica fa da sfondo alle scelte, agli errori, alle conquiste e alle speranze di due sorelle.

01/09/21

Recensione di Primordia L'Alleanza di J.A. Windgale

 

Trama: Sono passati trent’anni da quando Venohr ha distrutto l’Alleanza e il mondo non ha ancora smesso di bruciare. Ombre calpestano la terra, sussurrano nel buio, trasformano la carne. E gridano. Fendra lo sa bene, è per questo che si è arruolata ad Asterya. Per combattere i mostri.


Ma essere un Aster non basterà a proteggerla dal dolore, perché l’oscurità si nasconde nei luoghi più impensati. Inizierà così un viaggio pericoloso al fianco dei compagni di una vita e imparerà che la verità è questione di punti di vista. Tra combattimenti e incantesimi, creature e trafficanti di magia nera, Fendra scoprirà che non tutto è come sembra e che non tutti possono essere salvati.

Primordia non è più un luogo sicuro. Combatterai con Asterya o cadrai preda delle ombre?

Dovevo leggerlo da molto questo romanzo autopubblicato.
Adoro il fantasy e questo si prospettava interessante.

Le prime pagine mettono l'adrenalina addosso e la voglia di buttarsi nel racconto.

Recensione de Il tempo delle streghe di Cressida Cowell

 

Trama: Le Streghe stanno seminando distruzione nel Bosco Selvaggio e dietro ogni albero è in agguato un pericolo. Desideria è una ragazza Guerriera in possesso di un potente e magico Libro degli Incantesimi. Xar è un ragazzo Mago con una pericolosa macchia di Strega sulla mano. Era improbabile che questi eroi si incontrassero una prima volta. È possibile che siano destinati a incontrarsi di nuovo?

Questo è palesemente un libro per bambini. Doveva leggerlo mio figlio maggiore e l'ho letto io,
E' ambientato nell'antichità, nell'Età del Ferro, quando le isole britanniche non avevano ancora quella connotazione geografica.
C'erano i maghi e c'erano i guerrieri, divisi e in lotta tra loro da sempre.

Desideria, principessa guerriera con un'incomprensibile e segreta magia sul ferro (materiale che i maghi non dominano), e Xar, figlio di un mago ma senza poteri che ha una macchia di strega, ricevuta durante il tentativo di possedere artificialmente la magia, devono sconfiggere il Re Stregone e le streghe, mostri mortali risvegliatasi a causa di Xar...Ops!
Peccato che lei sia chiusa nella fortezza della regina guerriera e lui in un carcere di massima sicurezza per maghi, ma il destino non li fermerà.

E' stata un'avventura stravagante, lontana dai miei gusti, ma rilassante.
Da bambina l'avrei adorata. La copertina è da urlo e il testo è ricco di illustrazioni, immagini e chicche che lo rendono un portale sulla storia.
Per un adulto può essere una lettura con falle, per un ragazzino è perfetta perché parla al suo livello, inserendo bisticci, problemi con i genitori, desideri e speranze e li mescola ad un'avventura entusiasmante, un viaggio anche di formazione ed un'assurda battaglia.
In più ci sono tante parole folli, inventate, ma efficaci! Si i tratta di calcio alla grammatica ed un volo di fantasia.

Finito il 18/05/21