05/09/21

Recensione de La spiaggia degli affogati di Domingo Villar

 

Trama: Un mattino di ottobre, sulla spiaggia di Panxón, a sud di Vigo, il mare restituisce il corpo di un pescatore annegato. Non si tratta di una disgrazia: l’uomo ha le mani legate con una fascetta. Potrebbe sembrare un suicidio, anche perché il Biondo era incline alla depressione e aveva un passato da tossicodipendente. O forse dovrebbe sembrare un suicidio, come sospetta l’ispettore Caldas. Forse la causa della morte è da cercare nei misteri che ancora avvolgono un altro naufragio, vecchio di dieci anni. Forse davvero, come sostiene qualcuno nel paese, un fantasma si aggira in cerca di vendetta... Torna l’ispettore Leo Caldas, e con lui tornano i suoi comprimari: i colleghi del commissariato — a cominciare dal fido ma impetuoso aiutante aragonese Estévez —, il padre ritiratosi fra le sue vigne, l’insopportabile conduttore radiofonico Losada, i «filosofi» della taverna di Eligio. Torna, soprattutto, la Galizia di Domingo Villar, autentica coprotagonista: sole bruciante e nebbie, piogge improvvise, marinai taciturni, bar, osterie e quell’oceano che la isola e la unisce al resto del mondo. La spiaggia degli affogati è il romanzo che ha confermato il talento di un grande autore. Nella costruzione della trama come nella caratterizzazione dei personaggi e dell’ambientazione, nel mirabile uso del dialogo e nella straordinaria capacità di gestire il ritmo della narrazione, Villar è un autentico maestro del noir moderno.

Ho ricevuto questo romanzo grazie a Salani editore che ringrazio infinitamente. Ho colto l'occasione perché mi sto accostando sempre più alla letteratura spagnola.

E' il secondo libro dedicato all'ispettore Caldas, ma è ben comprensibile anche ai neofiti dell'autore.
Questa volta Caldas è chiamato sulle spiagge di Panxòn perché è stato rinvenuto un cadavere sulla spiaggia e  non è un suicidio come potrebbe sembrare.
L'ispettore verrà condotto su piste sempre più eccentriche, ma il suo istinto si rivela molto spesso acuto, arrivando a scavare nel lontano passato, contro il parere dei molti che lo trovano esagerato.
Lo accompagna l'agente Estévez Rafael che, benché spesso mi stia antipatico, sa rendersi simpatico ed è una persona semplice (su di lui la penso come Caldas, a proposito delle persone sincere, ovvero persone che con questa scusa non hanno filtri, ma sono unici i siparietti sugli scataracchi ed il malocchio), è una presenza solida, gradita.

Questo romanzo è quel pelo troppo lungo, lo avrei preferito più breve, ma è perfetto per l'estate, scorrevole ricco di dettagli, situazioni, mare, viaggi e ricordi. 'E' un piccolo viaggio per la Galizia costiera ed una tentazione atroce per chi ama il cibo ed il pesce perché se ne trova ogni pochi minuti di lettura.
Ci dimostra come chiunque possa essere un criminale, un omicida, che,  come dice Caldas, tutto sta nelle motivazioni, le quali possono essere intricate e nascondere le radici nel lontano passato.
E' un libro che sembra piatto, è effettivamente un noir perché c'è più l'oscurità dell'animo umano che il thriller, l'adrenalina. Ma c'è molta introspezione psicologica e tante scene di vita comune, ed anche le intuizioni tipiche delle indagini.
Come prima prova dell'autore, per me, e di narrativa spagnola è brillantemente superata.
La chicca? Ogni capitolo ha in apertura una voce del dizionario o scritta ispirandosi a tale registro e struttura, inerente ad esso. Ed ho scoperto che sono galiziana nell'animo per il modo di rispondere (solitamente nella maniera meno diretta possibile).
Una lettura introspettiva, ma non piatta.

Finito il 20/06/21


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