Trama: Nora, fin da giovane, aveva optato per la solitudine in nome dell'indipendenza. Se questa scelta non aveva mai pesato troppo per lei, dopo la morte della sua amata madre la protagonista si trova ad affrontare un dolore troppo grande per chi non ha nessuno a cui aggrapparsi. Prima di morire, la donna le aveva lasciato un raccoglitore nel quale aveva racchiuso le pagine della sua vita, quella che aveva sempre tenuto nascosta alla sua famiglia. Immergendosi nel suo passato del tutto inaspettato, Nora dà sfogo a tutta l'emotività che aveva finora represso, abbattendo la barriera che da sempre la separava dagli altri individui. In questo modo Marco, con la sua dolcezza e la sua sensibilità, riuscirà a farsi largo nella sua vita e a darle il giusto sostegno nella scoperta di una verità che va oltre le vicende private di una donna che ha voluto liberarsi dal peso dei suoi segreti.
Prima di iniziare, un doveroso grazie all'editore Ensemble ed all'autrice per la copia digitale omaggio.
Quel che mi ha colpito molto è proprio il tema centrale: la famiglia. Non ne esiste una uguale all'altra anche se all'apparenza è così. Io non ne so molto perché la mia è stata molto atipica e quindi ho sempre guardato con invidia alle famiglie "perfette" degli altri.
Anche la famiglia di Nora è sempre sembrata perfetta. Una bella e brava madre, un padre che non ha mai fatto mancare nulla, la figlia conformista e la figlia tetra e ribelle. Fin qui possiamo aver descritto tipo metà delle famiglie italiane. Però, a guardare oltre il velo, il padre è stato un uomo arido, a tratti violenti, neanche lontanamente in grado di dare affetto ed attenzioni a nessuno, con una moglie dallo sguardo spento e dalle speranze disattese.
Nora, appena ha potuto, ha preso le distanze da tutto questo ed è fuggita a Firenze, col beneplacito della madre Anna, anzi con la preghiera che sua figlia vivesse per lei che è sempre stata prigioniera, figlia di un'epoca in cui le cose dovevano andare così e stop.
Però succede che sua madre muoia e che lei crolli. Tutte le sue certezze, la sua incrollabile e confortevole solitudine non le bastano più.
Quel che mi ha colpito molto è proprio il tema centrale: la famiglia. Non ne esiste una uguale all'altra anche se all'apparenza è così. Io non ne so molto perché la mia è stata molto atipica e quindi ho sempre guardato con invidia alle famiglie "perfette" degli altri.
Anche la famiglia di Nora è sempre sembrata perfetta. Una bella e brava madre, un padre che non ha mai fatto mancare nulla, la figlia conformista e la figlia tetra e ribelle. Fin qui possiamo aver descritto tipo metà delle famiglie italiane. Però, a guardare oltre il velo, il padre è stato un uomo arido, a tratti violenti, neanche lontanamente in grado di dare affetto ed attenzioni a nessuno, con una moglie dallo sguardo spento e dalle speranze disattese.
Nora, appena ha potuto, ha preso le distanze da tutto questo ed è fuggita a Firenze, col beneplacito della madre Anna, anzi con la preghiera che sua figlia vivesse per lei che è sempre stata prigioniera, figlia di un'epoca in cui le cose dovevano andare così e stop.
Però succede che sua madre muoia e che lei crolli. Tutte le sue certezze, la sua incrollabile e confortevole solitudine non le bastano più.