03/12/19

Recensione di Trilogia dell'area X di Jeff Vandermeer

Trama: Per trent’anni l’Area X è rimasta tagliata fuori dal resto del mondo. La Southern Reach ha inviato numerose missioni esplorative, ma nessuna è mai tornata davvero indietro. Questa volta sarà diverso: la dodicesima missione, raccontata in Annientamento, e composta unicamente da donne. Quattro esploratrici che non conoscono niente l’una dell’altra, nemmeno il nome – sono indicate con la funzione che svolgono: l’antropologa, la topografa, la psicologa e la biologa – accettano di partecipare a un viaggio che assomiglia molto a un suicidio.

In Autorità un nuovo direttore siede a capo della Southern Reach, John Rodriguez. Tutti lo chiamano Controllo, anche se sembra non avere il controllo di nulla. Gli basta poco, però, per capire che i segreti della Southern Reach sono altrettanto numerosi di quella dell’Area X, e forse più minacciosi.

In Accettazione, ultimo capitolo della trilogia, Controllo si tuffa nel cuore dell’Area X aiutato da una misteriosa creatura che ha le fattezze e i ricordi della biologa. Insieme si inoltrano verso il faro da cui ogni cosa sembra essere partita alla ricerca di risposte. Eppure non è di risposte che hanno bisogno, ma di nuove e più giuste domande.
Con la tensione del thriller e la profondità della grande letteratura, Jeff VanderMeer ha saputo raccontare le nuove, imminenti, antichissime paure del nostro mondo. 





Questa trilogia, di cui ho letto il primo volume uno o due anni fa, mi ha duramente messo alla prova. Che io ci metta ore per manciate di pagine è inaccettabile!
Eppure è anche una lettura interessante. Ma andiamo avanti con ordine.

Nel primo libro assistiamo alla partenza per l’Area X della dodicesima spedizione, l’ennesima  per andare a studiare questo territorio misterioso spuntato fuori dal nulla e da cui i membri non tornano indietro, né nient’altro, e che, se ritornano, tornano cambiati. La tecnologia lì dentro impazzisce. Nella spedizione c’è una biologa, moglie di uno dei partecipanti della missione precedente. Grazie a lei vediamo l’Area X, ma non la capiamo. Iniziamo ad averci a che fare.

Nel secondo libro la biologa è una delle poche ritornate. In realtà dovrebbe essere l’unica. Ma è davvero lei? Questo si chiede Controllo, nuovo direttore della Southern Reach che ha sostituito la direttrice andata in missione con la dodicesima spedizione e mai tornata.
Qui conosceremo Controllo ed esploreremo di più il centro che pretende di studiare la zona misteriosa, con tutti i suoi intrighi perché qui tutti sanno e non sanno (fa un po’ mafia).

Sarà nel terzo volume che le carte in tavola cambieranno ancora e le voci narranti saranno moltepplici. Infatti verranno alternati il punto di vista del guardiano del faro, faro che molti tra i partecipanti alle missioni hanno spesso visitato, prima dell’area X (le origini del fenomeno insomma), quello della direttrice prima (o anche mentre?) la missione, quello di Controllo e di Uccello Fantasma (così si fa chiamare la biologa).

Ed è un caos unico. Intanto l’origine qual è? Un’invasione aliena? Come? Qualcuno che non esiste più e non può più controllare la cosa? Perché? In che modo? Che senso ha?
Questa trilogia ha un finale? Quale? Perché io non ho capito NIENTE! Tanto potenziale e di risposte il 5%, nemmeno chiaro. E mi chiedo: perché ho letto 749 pagine? Sono masochista, lo so. Ed altro che, come dice Vanity Fair, somiglia ad Hunger Games (dove?) e che si legge come ci si abbuffa di serie tv perché ci ho messo un mese a finirlo con le dovute pause. Per me no, per altri chissà. Ho trovato la narrazione troppo complessa, la struttura eccessivamente compatta e densa, il ritmo lento, il vocabolario è comprensibilissimo, ma il resto rende tutto pesante.

Posso almeno farci delle conclusioni “ambientaliste”: l’uomo ha manomesso il mondo e questi inizia a ribellarsi (aiutato dall’infiltrazione di un’ecosistema/organimi alieni?), a ristabilire il suo primato, iniziando a cancellare il mondo che conosciamo da quel tratto di costa e rimodellandolo a suo gusto, pazienza se tante cose verranno distrutte, ma certamente rigenerate e riprogrammate. Di certo è un’area completamente pulita e priva di inquinamento e che ognuno vede diversamente.

Non mi sento di bocciarlo perché infonde un senso di dubbio e l’ansia si respira a quattro palmenti. Mi piace il taglio spesso cospirazionista che ha il romanzo, la sensazione che l’Area X sia senziente oltre che il risultato casuale o stimolato di un certo evento. Solo, non lo rileggerei mai.

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