Trama: Luigi e Francesca sono partiti in un qualsiasi pomeriggio di giugno, hanno lasciato la città diretti verso le montagne, per rispondere a una vecchia domanda che ancora li tormenta. Molti anni prima Luigi e Francesca sono stati amici, fidanzati, coniugi, ma poi la loro vita insieme è finita, spezzata senza rimedio da un evento che li ha segnati per sempre. Oggi sono finalmente partiti perché soltanto lassù, forse, c'è la risposta a quella domanda che stringe loro la gola come un dolore primitivo. Durante il viaggio ricorderanno tutto, proveranno di nuovo a sorridersi e si prepareranno a un'escursione drammatica e bellissima, dolorosa ma necessaria, sulle rocce e dentro se stessi. Con una successione di quadri essenziali, vividi e intensi, Matteo Righetto ci racconta una storia interiore di sofferenza e redenzione, amplificandola sullo sfondo imponente della montagna e unendo con particolare sensibilità il tempo veloce e frammentato dei cuori umani a quello eterno e luminoso delle vette.
Questo romanzo è il primo che
leggo di Matteo Righetto.
All’inizio è estremamente
confusionario. Non capisco chi parli, perché, quale sia il motivo per cui si
passi dal tu al noi al loro. Si avverte una voce narrante, ma senza capire
quale. Poi la storia si delinea e si comprende che è la storia di Francesca e
Luigi e del loro figlio Giulio. La storia di una qualunque coppia nata negli
anni ’80, anni che si promettevano ruggenti e ricchi di benessere, come poi è
stato, almeno per o protagonisti. Ma la ricchezza non salva da crisi e problemi
di coppia, né da una difficile adolescenza che si mescola ( se non ne ha
addirittura origine, per quanto non totale) a queste divergenze, avendo come
unico prodotto l’incapacità di parlare perché si perde ed i problemi
restano lì, quando magari bastavano due
parole o forse tre. Si creano vittime, dissapori e malesseri crescono, anche di
natura psicofisica come gli attacchi di panico.
Leggendo troveremo molto dolore,
smarrimento, la montagna come cura e terapia, anche un mezzo per superare
sofferenza e dissolvere rancori.
E’ un libro scorrevole, condensa
anni in poche pagine, è per questo anche troppo veloce, ma pieno. Non ho capito
se l’autore mi piace, però posso dire che ho apprezzato la lettura.
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