17/11/18

L'angolo Vintage 2.0 #2 - Recensione de I mercanti di stampe proibite di Paolo Malaguti

Buongiorno, Lettori,

Eccomi al mio secondo appuntamento! Sono stata entusiasta del primo e spero di poter essere sempre presente, il 17 di ogni mese, con un nuovo libro di cui discutere.
La rubrica mi piace tantissimo ed anche sfoltire la libreria. Era decisamente il caso di iniziare!
Questa volta sono più dettagliata nell'ambito della descrizione della storia. Non faccio veri e propri spoiler, ma sono una componente accetta della rubrica. Io cercherò sempre di essere equilibrata, ma state in campana.



Trama: Un affascinante romanzo di grande respiro, con al centro la vicenda dei merciai ambulanti del Trentino e del Veneto e quella dei Remondini, celebri stampatori, che coinvolge la grande e la piccola storia: i Gesuiti, la Spagna, Venezia, il Papa...

Che dire?
Questo libro l'ho letto per il gruppo di lettura della biblioteca locale, è stato pubblicato nel 2013 e mi è sembrato un ottimo candidato per L'angolo vintage 2.0 di novembre.

La storia è ambientata tra il 1767 e il 1773, in un momento piuttosto turbolento a livello coloniale, politico ed imperiale.
Il primo protagonista con cui abbiamo a che fare è Sebastiano Gecele, un abitante di Pieve, nella Val Tesina, parte dell'Impero asburgico. Sebastiano è un pertegante, un ambulante per dirla in maniera semplice che è uno dei pochi mestieri redditizi che si potessero svolgere in quelle indomite zone, dove la vita era difficile ed i campi avari. Occorreva sfruttare tutto al meglio.
All'epoca si trova a svolgere una commissione ai 'tipodi (nello specifico nelle colonie spagnole, a Cartagena) per conto di Bonnardel, commerciante francese di Marsiglia ed importante cliente dei Remondini da Bassano, la più nota famiglia di stampatori dell'intera Serenissima, il dominio veneziano, nonché rifornitrice dei perteganti che da lì prendevano le stampe da vendere in ogni dove dall'autunno alla primavera.
Sebastiano, pronto a gioire dell'ormai prossimo rientro a casa dalla moglie Rosa e dal figlio Antonio, si vede coinvolgere in un intrigo più grande di lui. Infatti, la sua commissione lo ha invischiato nella ribellione dei Gesuiti in seguito alla loro cacciata da parte della Corona di Spagna e la ribellione dei religiosi passa proprio attraverso le stampe. Che accetti di essere complice o meno, il suo destino è segnato. O lavorerà lontano da casa, collegato ai Gesuiti, o verrà imprigionato. Dunque, il miraggio di rivedere la sua famiglia potrebbe anche rimanere tale....
Passano gli anni e suo figlio è ormai prossimo a partire come pertegante, sotto l'occhio di un altro collega poiché  il padre è irreperibile e rispettare la tradizione impossibile. Sarà il Grimo, noto ambulante del paese, ricco di esperienza, a prenderlo sotto la sua ala e ad insegnarli il mestiere e sarà sempre lui a sostenere il ragazzo quando gli intrighi dell'ordine gesuita raggiungeranno anche il giovanissimo Gecele junior.

I temi affrontati nel libro sono numerosi.
Si parla di libertà di stampa. Nella Serenissima era discreta perché si trattava di una repubblica tollerante, la maggior parte delle volte. Ma iniziava ad essere messa in discussione ed è assolutamente un discorso che ci riguarda proprio al giorno d'oggi. Non in tutti i paesi siamo liberi ed in realtà nemmeno da noi, anche se è più sottile l'analisi della questione in tal senso.
Si discute di potere religioso che andava modificandosi in quegli anni. Lo stra potere della Chiesa iniziava ad essere messo in discussione ed a dover cercare nuovi equilibri, talvolta a sottomettersi agli imperi.
Infatti il Papa non vuole pronunciarsi sui Gesuiti, ma la Spagna ed i Borboni di Francia cominciano a mettere pressioni in quel frangente.
Risulta evidente, e possiamo adattare all'attualità il discorso, il cambiamento del mondo che rende obsoleti alcuni mestieri. La metamorfosi del mestiere dei perteganti, qui spiegata, è necessaria alla sopravvivenza e presto arriveranno gli anni in cui tutto cambierà ancora di più. Leggi e modernità possono mettere a dura prova e lo sappiamo bene anche al giorno d'oggi.
E soprattutto questo romanzo mette alla prova anche le nostre capacità linguistiche. Si parla tanto dialetto delle zone dei perteganti che sì, devono imparare le basi delle lingue dei paesi presso cui si recano, ma sostanzialmente ci si capisce sempre nel commercio, quindi si sentono le variabili più note dei dialetti veneti, utilizzati anche all'estero, nonostante qui abbiamo a che fare con la Serenissima e con l'impero Asburgico, il Veneto "s'ha ancora da fare".
Io vivo in Veneto dal 2006 ed è presente un piccolo dizionario a fine libro, e qualche nota a pié di pagina, ma è difficile seguire interi dialoghi o similari in dialetto. Io ci arrivo, visto che vivo qui da molto, ma per una persona "foresta" è dura stare al passo. E l'autore dice anche che ha semplificato il tutto per non rendere il romanzo adatto solo agli addetti ai lavori poiché nel '700 non è che parlassero esattamente così. Meno male!

Io però non sono entrata minimamente in sintonia col romanzo. Finirlo è stata una liberazione.
I personaggi non mi sembrano costruiti a 360 gradi, è più importante il contesto in cui si muovono. Caratterizzazione, rapporti tra i tali vengono resi più intensi nella seconda parte, con protagonista Antonio. Lui sì che viene caratterizzato. E' un ragazzo solo, già preso a schiaffi dalla vita, cresciuto senza padre eppure pronto, sveglio, desideroso di diventare adulto. Si avvertono la gioia ed il timore del suo primo viaggio, le emozioni che lo fanno crescere, le esperienze che lo formano, il primo batticuore.
La parte migliore è il rapporto col Grimo, un uomo burbero, di poche parole, ma buono ed affezionato al ragazzo. Una sorta di padre per il giovane che prova amore filiale per il vero padre, ma in maniera astratta visto che per lui  è più un ricordo che una persona.
Eppure avrebbero avuto tanto da dire anche Sebastiano e Rosa che conosciamo appena meglio giusto a fine libro.
E' un vero peccato perché ci sono tanti elementi interessanti. Mi interesseranno pure poco Gesuiti, stampe ed ambulanti, ma l'ambito linguistico, le abitudini e le tradizioni delle genti venete (a prescindere dall'impero/regno di appartenenza) hanno del fascino per me che ormai sono radicata nel territorio.
Non fosse stato per il Grimo ed il suo supporto genitoriale ad Antonio (tante decisioni educative, pur col loro senso, oggi ci farebbero inorridire) questo libro dovrei valutarlo al minimo solo per il valore culturale che riveste. Per fortuna hanno fatto breccia i sentimenti. Altrimenti sarebbe stato quasi come leggere un saggio.
 La scrittura è un incrocio particolare: dialettale, ma anche curata ed in italiano. Certamente non arcaica ed in realtà i capitoli non sono lunghissimi, i periodi neppure. Non è però facile entrare in sintonia con questo stile che, all'apparenza, non è astruso, che sembra anzi semplice, ma certo non è scontato né scorrevole.

Alcune parti sono divertenti e leggere. La mia preferita è nell'epilogo:

"Va ben carnente (...) Desso vedemo se te si sta davero soto el Grimo!"
"Orco! La Chartreuse! Caronte bergnifo! Che buba che 'l me ga fatto tore, el grimo!"

Sostanzialmente:
"Va bene padre (..) adesso vediamo se sei davvero stato sotto il Grimo"
"Orco! La Chartreuse! Diavolo furbo ! Che sbornia mi ha fatto prendere, il Grimo!"


Lo consiglio solamente a chi ha voglia di sorbirsi una pappardella storica, culturale e di appartenenza ad un territorio XD Quindi non a molti...

Ecco invece le altre blogger partecipanti



16 commenti:

  1. Recensione interessante ma il libro non fa proprio per me.

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    1. Me lo sono sorbito per il gdl della biblioteca, ma è stata una bella sfida!

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  2. Recensione davvero interessante e ricca di spunti però anche io passo questa volta perché proprio in questo momento il libro non mi attrae ^^

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  3. Nonostante la tua attenta e interessante recensione non credo lo leggerò. Buona serata

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    1. Grazie per essere passata! :-) buona settimana

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  4. Non conosco il libro ma sembra carino. Adoro questa rubrica ancora di più

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  5. cavoli io nemmeno lo conoscevo questo libro. mi è piaciuta la tua analisi ma io come molte altre prima di me non credo lo leggerei. però tu sei stata brava a finirlo e a non fermarti.

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  6. Mamma mia che lettura, sei stata brava, io credo avrei mollato prima

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    1. Ho una testa molto dura! Mollo raramente!

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  7. Io vivo in Veneto da sempre ma se mi capita di leggere o scrivere in dialetto (per scherzo) ho grosse difficoltà e lo trovo pesante. Ho appena letto un libro con tanto dialetto siciliano ed è stata un'impresa, ho saltato varie frasi perché tanto non capivo cosa dicevano anche se dalla storia intuivo abbastanza

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    1. Servirebbe un compendio esaustivo per chi legge!
      Tu pensa che forse vedo dal vivo l'autore il 30!

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  8. Ma che carino questo angolo...il libro non lo conosco e tra l'altro non è tanto neanche il mio genere ma seguirò con piacere la rubrica...

    Colgo l'occasione per dirti che sul sul blog è attiva un'iniziativa carina per Natale, se ti va di passare e partecipare questo è il link di SOTTO L'ALBERO DI NATALE 2018…

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    1. Ti ringrazio, ma quest'anno sono oberata sotto ogni punto di vista! Spero il prossimo anno!
      Per l'appuntamento di dicembre ho scelto una lettura diversa anche se non allegra. Certamente meno. .. noiosa!

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