14/09/18

Recensione di La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone

Trama: Settantasette anni, vedovo da cinque, Cesare Annunziata ha deciso di fregarsene di tutti, a partire dai due figli, e di vivere gli anni che gli rimangono senza fare bilanci, per paura che non tornino, tra un bicchiere di vino con Marino, l’anziano del secondo piano, poche chiacchiere con Eleonora, la gattara del condominio e qualche sporadico incontro carnale con Rossana, la matura infermiera che arrotonda la pensione con attenzioni a pagamento per i vedovi del quartiere. Ma poi, nel condominio, arriva la giovane ed enigmatica Emma, sposata a un losco individuo che così poco le somiglia e che la gravidanza rende tanto fragile e bella. Cesare capisce subito che in quella coppia c’è qualcosa che non va, ma non intende certo impicciarsi, se non fosse per quella muta richiesta d’aiuto negli occhi tristi di Emma.

E finalmente ho letto il primo scritto di Lorenzo Marone.
Non sapevo cosa aspettarmi perché i romanzi con gli anziani non sono la mia passione.

Protagonista, va da sé, è un "anziano", ma Cesare Annunziata non rientra certo nella categoria perché a settantasette anni, che ha e che sente raramente, ha deciso da qualche anno di vivere finalmente la vita che si è precluso sino ad allora.
Infatti ora si gode senza remore gli anni che gli restano, nonostante i figli Sveva e Dante abbiano delle perplessità che la prima certo non si fa pregare per far uscire dai denti, dimostrando di assomigliare  non poco allo scorbutico genitore. Dante invece fa più fatica ad interagire col padre, pur avendo la massima stima da quest'ultimo.
Questo signore burbero e deciso troverà sulla sua strada un imprevisto non da poco. Si fa catturare dalle vicende della bella vicina Emma che sembrerebbe avere un marito incline alla violenza.
Per Cesare sarà un viaggio tra le sue memorie e l'inizio di un percorso personale particolare che scatenerà una reazione a catena in tutti i rapporti personali ed importanti che coltiva. E'  la prova che non si è mai arrivati e che gli eventi possono cambiare la nostra vita anche quando è tardi, permettendoci di migliorare, di fare chiarezza su di noi.


Ecco, giunta all'ultima parola mi sono detta "no!" perché ho faticato ad accettare di essere stata lasciata davanti ad un finale aperto, dove tutto può succedere, ma dove una risposta si sente urgente, se non altro per sapere se tutto è andato bene, se gli eventi si sono chiusi in un modo o nell'altro, oltre quanto ci è dato sapere. Ma  è anche un finale unico e perfetto, poco comune ed adatto alla storia.
Non ci si rende conto di leggere questo libro. Il linguaggio utilizzato  è semplice, lo stile fluido, ma tutto scompare dietro la forte voce di Cesare Annunziata, un nome una garanzia. 
Quest'uomo può irritare per alcuni comportamenti, ma è spiritoso e sarcastico, pensa di essere burbero e "cattivo", egoista. Per il lettore chiaramente non è del tutto così e le sue azioni lo smascherano. L'età lo rende privo di freni che effettivamente dovremmo lasciarci alle spalle per vivere meglio.
Con Cesare facciamo un viaggio nell'attualità che si dirama in più direzioni: si parla di omosessualità, violenza sulle donne e relative conseguenze e meccanismi, il "lascia stare" tipico della società moderna e qui applicato in una delle terre culla di una delle mafie italiane, di rapporti tra padri e figli e non solo.
Questa storia è evasione, ma anche riflessione e vale la pena leggerla solo per conoscere Cesare e sperare di essere un  pò come lui quando raggiungeremo la sua età: folli e risoluti.


4 commenti:

  1. Risposte
    1. Un nome una garanzia anche l'autore! :-) Finalmente ho letto tutte le tue pubblicazioni!

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  2. Mica bisogna arrivare a 77 anni per essere come Cesare! Io ne ho molti meno e sono esattamente come lui!

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    1. Non siamo tutti fuoriclasse ^^"
      Me ne manca di strada.... A meno che non si intenda "folle" in accezioni non sempre positive. In quel caso sarei a buon punto.

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