28/06/18

Recensione de Il cielo è ovunque di Jandy Nelson

Trama: Lennie, 16 anni, ha sempre vissuto dietro le quinte, ben contenta di lasciare le luci dei riflettori alla sorella maggiore Bailey. Così, quando quest'ultima muore all'improvviso, Lennie si ritrova scaraventata in un mondo di cui non ha mappe né riferimenti, completamente alla deriva. Per tenere ferma la barca della vita, Lennie si rende conto di aver bisogno di cose molte diverse, praticamente opposte, che solo due persone sembrano capaci di offrirle: Toby, l'ex ragazzo di Bailey, è l'unico che capisce il suo dolore, e Joe, che si è appena trasferito in città, ha da regalarle quella energia e quella musica che lei teme di aver perso per sempre. Ma sole e luna non possono stare nello stesso cielo, e Lennie si ritroverà a dover affrontare il più antico dei dilemmi: stare accovacciati di fronte alla piccola luce di un fuoco che muore, o prendere il coraggio a due mani e alzarsi ad affrontare il buio, in cerca di una luce più grande? 

Da tanto mi dico di leggere questo libro, sin dalla sua prima edizione col titolo in inglese. Strano, ma vero, è stato ripubblicato col titolo tradotto senza voli di fantasia. 

La protagonista è senza di dubbio Lennon Walker, detta Lennie. Un mese fa sua sorella è morta inaspettatamente. Da allora, in casa sua, il dolore regna sovrano. La nonna e lo zio Big sono devastati dalla sofferenza, per non parlare di Lennie che si è estraniata dal mondo. 
Giunge però il momento di tornare a scuola, supportata dall'amica Sarah. Lennie è anche una musicista, una clarinettista per l'esattezza, ed in classe trova un discreto ragazzo che risponde al nome di Joe Fontaine. Inutile dire che l'intero corpo femminile sviene dietro al bel fusto e che Lennon ne sia attratta, ma senza particolari aspettative. Però questo non impedisce al caso di farli interagire. Peccato che la protagonista sia poco incline a tornare a suonare da tempo e che abbia una situazione "equivoca" con Toby,  il fidanzato della sorella, annientato dal dolore come lei.


Ecco, io, rispetto a Lennon quando vede Joe, ho avuto delle aspettative sin dall'inizio. E questo spesso è un male.
Il tema del dolore è basilare nella storia, c'è, si sente, si respira. Però secondo me viene anche strumentalizzato a fini narrativi. 
Ho avuto questo problema anche con Fai bei sogni di Massimo Gramellini. Libro carino, godibile, che tratta di temi importanti, ma che al contempo li alleggerisce troppo.
Mi sento così. Il tema viene affrontato, però al contempo lo sento evaporare dalle mie mani.
Non che il libro non mi sia piaciuto. Jandy Nelson sa scrivere benissimo, la storia riesce ad emozionare, scaldare il cuore e far riflettere, ma a volte non voglio credere a quanto sto per leggere (dico solo: Toby. Io, nella mia testa dico: "NO!". La logica c'è, però quanta irritazione, diavolo!!!) e il momento dopo mi dico: "ma davvero si  sta svolgendo questa prevedibilissima scena con relativi sviluppi?"

Due paroline sui personaggi principali...
Lennon ha una vera evoluzione del personaggio. Da persona rinchiusa nel dolore, prima o poi analizza se stessa, il rapporto con la sorella, il suo non esternato senso d'inferiorità per la talentuosa defunta. Cresce.
Joe invece è esageratamente perfetto. Perfino per un romanzo. Bello come e più del sole, sensibile, talentuoso, sensuale. Tutte buone le ha, le carte in tavola. Poi, certo, il lato negativo c'è, proporzionato al resto.
La famiglia di Lennon è un capolavoro. Atipica di sicuro, con la mamma delle sorelle fuggita anni ed anni fa, ma sempre presente nel racconto. Un fantasma vivente. Poi uno zio don Giovanni e molto ragazzo dentro ed una nonna pittrice ed acuta osservatrice della psiche altrui. Sono tutti personaggi positivi, benché il lutto ne tiri fuori il peggio. Anche Toby è una persona a modo, riservata, priva della luce dei suoi occhi, strappata brutalmente in un pomeriggio qualunque.

Insomma, non mi ha conquistata pur reggendo a trama ed avendo un'ottima scrittura e una buona capacità narrativa, obiettivamente parlando. Speravo in un tumulto che non c'è stato.
Però non lo boccio nemmeno. Per me è nel novero dei romanzi carini, ma che non mi hanno lacerato il cuore.

1 commento:

  1. Ciao, bellissima recensione!
    A me questo libro è piaciuto moltissimo, devo dire. Ho trovato il dolore e l’affrontare il lutto per la perdita di Bailey molto autentici e la scrittura della Nelson, così poetica e simbolica, è sempre meravigliosa da leggere.
    E poi ovviamente c’è Joe, che ha rubato il cuore di tante, non solo di Lennie *^*.
    Bello, bello, bello!
    Se ti interessa trovi la mia recensione qui c:
    Un abbraccio!

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