13/10/17

Recensione di The Winner's Curse - La maledizione di Marie Rutkoski

Trama: In quanto figlia di un potente generale di un vasto impero che riduce i schiavitù i popoli conquistati, la diciassettenne Kestrel ha sempre goduto di una vita privilegiata. Ma adesso si trova davanti a una scelta difficile: arruolarsi nell’esercito oppure sposarsi. La ragazza, però, ha ben altre intenzioni... Nel giovane Arin, uno schiavo in vendita all’asta, Kestrel ha trovato uno spirito gentile e a lei affine. Gli occhi di lui, che sembrano sfidare tutto e tutti, l’hanno spinta a seguire il proprio istinto e comprarlo senza pensare alle possibili conseguenze. E così, inaspettatamente, Kestrel si ritrova a dover nascondere l’amore che inizia a sentire per Arin, un sentimento che si intensifica giorno dopo giorno. Ma la ragazza non sa che anche il giovane schiavo nasconde un segreto e che per stare insieme i due amanti dovranno accettare di tradire la loro gente o altrimenti tradire sé stessi per rimanere fedeli al proprio popolo. Kestrel imparerà velocemente che il prezzo da pagare per l’uomo che ama è molto più alto di quello che avrebbe mai potuto immaginare… 

In un tempo imprecisato l'impero di Valoria ha conquistato e sottomesso Herran, florido regno dedito ai commerci ed alla navigazione. Da allora la popolazione herrana vive in schiavitù e i valoriani comandano incontrastati.
Kestrel, figlia del generale, è all'apice di questo sistema. Gode di privilegi, ma è un'anomalia tra la sua gente. Non vorrebbe né arruolarsi né sposarsi, come prevede la legge, adora la musica e non è la combattente che ci si aspetterebbe. Ma ha una mente brillante, una mente che alberga in un animo che non è disposto a perdere e che vive di strategia, una mente che la porterà a portarsi a tutti i costi a casa Arin, schiavo herrano, che la colpisce per la sua diversità in mezzo agli altri. Con lui crescerà presto una complicità che verrà mal vista perchè le due popolazioni hanno ruoli ben precisi.
Purtroppo il destino o le conseguenze storiche, porteranno i protagonisti davanti a scelte inderogabili e distruttive per loro. Scegliere loro stessi e tradire tutti? O scegliere tutti e tradire se stessi?

Questo romanzo è partito davvero in sordina. Conosciamo subito Kestrel, figlia ribelle che non ascolta mai il padre e che si troverà a fare una scelta che io ho subito trovato scontata, altrimenti non avrebbe potuto essere e ciò mi ha fatto temere che il romanzo non fosse granchè. Poi in realtà Kestrel ed Arin si conoscono meglio, veniamo introdotti alla società valoriana, tanto ipocrita quanto rigida nell'onore. Ci vengono illustrati i vari retroscena. E la storia piano piano parte e ci coinvolge fino al punto di non ritorno, quando qualunque fatto a cui assisteremo ci pugnalerà dritto al cuore, sino al vorticante finale.
Ogni personaggio è ben caratterizzato. Kestrel in società è davvero diversa da com'è nel privato. E' la stessa, ma si nota che è più affettata, spicca il modo in cui si pone agli altri e vuole rendere chiara la sua natura graffiante e sagace. I suoi amici invece rendono chiaro come la società valoriana sia falsamente onesta. L'importante è non mostrare debolezza, gli equilibri di potere. Leggendo il romanzo ho capito di più l'affetto che lega Kestrel e Jess, ma guardandole io mi chiedo cosa ci combinino assieme. E come, nonostante nella società sia abitudine flirtare, come Kestrel non si renda conto dei sentimenti di Ronan, fratello di Jess.
Colpisce molto anche il generale Trajan, uomo tutto d'un pezzo e rigoroso, non nasconde alla perfezione i sentimenti d'affetto e indulgenza verso la figlia, per quanto non li dimostri apertamente ed anzi cerchi sempre di mettere alla prova la sua erede. La sua gioia sarebbe vederla nell'esercito.
Poi c'è Arin che è la complessità, non è mai come sembra, è sempre di più. In un modo o in un altro è legato da catene, che si tratti di schiavitù o di desideri personali.
La storia è complicata ed affatto gentile anche nel piano pratico, politico. E' davvero un romanzo completo, da cui non avrei potuto desiderare di più se non una migliore traduzione. Infatti non so spiegarlo, però sembrava di avanzare in un liquido viscoso perchè la scrittura non scorreva e non sembrava un problema di narrazione, dell'autrice insomma.

Andando avanti nella lettura però riflettevo e mi dicevo "qui c'è qualcosa di familiare, nella realtà ho già conosciuto questo popolo, gli herrani mi ricordano qualcuno, pure i valoriani". Degli herrani si diceva che fossero un popolo colto, raffinato, senza eguali nei mari. Non potrebbero che essere i Greci. Ho sbagliato però a pensare che i violenti conquistatori fossero gli Spartani, l'autrice si riferisce ai Romani. Però parlava di uomini violenti, che non accettano le sconfitte, estremamente orgogliosi...Ho pensato agli Spartani, forse anche influenzata anche dalla recente lettura di "L'assassinio di Socrate" di Marcos Chicot. Però sotto sotto avevo indovinato. L'autrice ha letto "Memorie di Adriano " della Yourcenar e "Storia della guerra del Peloponneso" di Tucidide che riguarda il lungo periodo sanguinoso del Peloponneso, tra cui la lunga guerra tra Atene e Sparta. In ogni caso Atene, se la vede brutta. Mi è piaciuta questa solida base storica che si respira.
Inoltre mi è piaciuto anche all'accenno dell'economia che sta proprio nel titolo "The Winner's Curse", ma la risoluzione la lascio a voi leggendo il romanzo. Diciamo che è stato il concetto che ha ispirato la storia.

4 commenti:

  1. Non sono ancora riuscita ad iniziarlo, ma spero di farlo presto!

    RispondiElimina
  2. Non sono ancora riuscita ad iniziarlo, ma spero di farlo presto!

    RispondiElimina
  3. ho amato questo libro che mi ha deluso solo per la pessima traduzione

    RispondiElimina
  4. Contenta che ti sia piaciuto :D visto quel che si dice della traduzione, io che ce l'ho già in inglese, non penso proprio lo prenderò anche in italiano...

    RispondiElimina