28/12/16

Recensione di Non si può morire la notte di Natale di Enrico Ruggeri

Trama: Giorgio Sala è un uomo che al successo professionale non ha saputo coniugare una vera vita affettiva. La notte di una vigilia di Natale tenta il suicidio sparandosi a una tempia. O almeno così stabilisce l'inchiesta. Giorgio, però, che è sopravvissuto ma è rimasto infermo e momentaneamente incapace di parlare, non è mai stato nemmeno sfiorato dall'idea di uccidersi. E comincia a indagare mentalmente per scoprire chi ha cercato di eliminarlo e perché.

Non si può morire la notte di Natale è una storiella di intrattenimento molto breve e di veloce lettura.
Il protagonista è Giorgio Sala, un attore di teatro e tv noto che ha costruito un ottima carriera. Peccato che si risvegli in ospedale dopo un ipotesi di tentato suicidio.
Sala non ricorda nulla, ma è assolutamente certo di non essersi suicidato.
Certo, la sua non è una vita felicissima, ma è ben consapevole del perchè. E' altrettanto lucido su un'altra questione: qualcuno ha tentato di ucciderlo. Ma perchè? E chi?
La lista di sospetti potrebbe essere infinita, sicuramente però si tratta di uno dei suoi "cari" invitati da lui la cena di Natale. Ognuno di loro avrebbe motivi a non finire... La ex moglie Carola, i figli Giorgio e Vittorio (attori come lui), l'assistente della ex moglie Barbara e il suo fidanzato Massimo, e genitori di Giorgio padre.
Lo aiuterà la governante ucraina Irina che di italiano si intenderà poco, ma stupida non è e soprattutto intende alla perfezione il suo scorbutico datore di lavoro ora in riabilitazione ed ossessionato dal capire chi è stato ed anche un pò scioccato dai danni estetici e vocali riportati, un grave handicap per la sua professione difficile da aggirare.

Giorgio non si è fatto proprio amare. Figlio di un rapporto genitoriale sconclusionato, con un padre socialmente disadattato, disoccupato, i cui unici insegnamenti sono stati di dare il minimo e far credere che i propri problemi siano enormi e farsi adorare da altri che ci devono il massimo e i cui problemi sono meno importanti dei nostri. In sintesi, il protagonista ha solo preso. Inoltre è egocentrico, maniaco del controllo, vuole essere solo in credito, dà solo se ne sente anche il minimo vantaggio o potere, è cieco su quel che non va nella sua vita (d'altronde se riguarda altri, a lui che importa, anche se sono i suoi affetti?). E quindi, chi più chi meno, tutti ce l'hanno con lui, solo per citare i suoi affetti.
Quando ci sarà un colpo di scena, nulla sembrerà sicuro però. 
Non ho per niente amato la voce narrante che però è una bella voce, come sostiene lui stesso. Sarei curiosa di sentire una vera voce impersonarlo.
Una lettura adatta al periodo e direi più che adeguata perchè non è piena di zucchero e felicità assoluta come ci si aspetterebbe da un racconto natalizio.


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