09/11/13

Il circolo letterario #17 - Recensione di Garden di Emma Romero

Buongiorno a tutti! 
Ecco l'ennesimo appuntamento de “Il Circolo Letterario”, un piccolo spazio dedicato al nostrano e magari a quegli autori poco conosciuti sia perchè datati e non famosi sia perchè autopubblicati che hanno deciso di affidarsi a questo nuovo mondo anziché all'editoria a pagamento o proprio perchè vi si sono scontrati contro.
Ultimamente ho letto qualche romanzo italiano deludente stra sponsorizzato da editori conosciuti. E quindi doveva essere “garanzia di successo”. Peccato fosse un obbrobrio. Capita invece che i romanzi autopubblicati cadano molto dietro le quinte quando invece si può trattare tanto di perle di valore che di lavori mediocri ed entrambi dovrebbero avere la possibilità di saltare agli occhi.
Io mi auguro per lo meno, per coloro di cui parlerò, di destare interesse nel lettore e di far conoscere tali autori che non sono sotto ai riflettori. E nel caso siano autori più noti che la recensione sia gradita per la catalizzazione di attenzione su questi autori.

Trama: Il ritardo è negligenza. La negligenza è disordine. Il disordine è il seme della perdizione. Maite è tra le operaie più efficienti nella fabbrica in cui lavora. In fondo non ha scelta: se commettesse un'infrazione sarebbe punita con la morte. Maite coltiva in segreto la sua passione, il canto, e sogna di raggiungere il leggendario giardino alla fine del mondo, dove si narra vivano i ribelli in completa libertà e dove pare siano sopravvissute le lucciole. Perché il suo paese è diventato una prigione fredda e spoglia. Dopo una lunga guerra, l'Italia è stata divisa in Signorie e, per impedire il ritorno al caos, le arti e le scienze sono riservate a una casta di eletti, mentre gli esclusi sono condannati a una vita di obblighi e privazioni. L'unica fonte di svago è la Cerimonia, la grande festa celebrata per l'anniversario della Rinascita. Maite ha sempre voluto esibirsi su quel palco, ma il giorno in cui potrà finalmente ottenere il suo riscatto scoprirà che, in un paese che ha ucciso ogni speranza, anche dai sogni si può desiderare di fuggire... Un romanzo italiano dal sapore internazionale che dipinge con lucida spietatezza uno scenario più vicino di quanto possiamo immaginare.

Garden vuole essere uno dei pochi distopici italiani. Pochi, dico, perchè sicuramente non sono pubblicizzati come i colleghi d'oltreoceano ed a volte non incontrano il gusto dei lettori. Sembrerebbe così per Garden da alcune recensiono che leggo ma devo dire che mi è piaciuto.

La storia parla di Maite, giovane dal nome insolito, che vive nella Signoria di Amor. Infatti l'Europa arrivò al collasso, per accellerare il processo ci fu una guerra da cui nacquero le Signorie ed il mondo di Maite dove tutto è programmato fino al midollo e dove ogni iniziativa creativa o personale, anche la semplice negligenza, sono punte con la morte o per lo meno con l'essere "teminati" ovvero prelevati. Va da se che fine fa chi non rispetta le leggi. Basta arruvare in ritardo a lavoro o avere l'ardire di raccontare una storia ed essere quindi ripresi da telecamere o sorveglianti piazzati ovunque e la propria vita finisce. Forse proprio per questo nasce il mito di Garden, giardino alla fine del mondo dove solo i più coraggiosi o sognatori vanno, un luogo libero da regole, governi e pieno di verde.
E' il rischio che teme Maite,operaia e rea di cantare ogni giorno nel frastuono dei macchinari, quello di andare in prigione e per poco non incappa nella terminazione. La sveglia sua e dell'amica Erika non suona, così devono correre al lavoro e sperare di non arrivare tardi. Erika però si sacrifica per permettere a Maite di salvarsi. Peccato che serva a ben poco perchè Maite sarà presto scoperta per la sua passione e verrà incarcerata e coinvolta in faccende più grandi di lei che le confermano quel che ha sempre pensato ovvero quanto marcia è la società in cui vive. E la propria esperienza in carcere le svelerà altri dettagli.
Un pò mi ha ricordato Matched dove si ha un esame di assegnazione per scoprire il proprio ruolo, ci sono regole severissime, le infrazioni vengono punite senza tregua. Garden mi sembra più semplice e senza pretese. E forse è questo a farmelo piacere. Maite non compie un cammino di crescita come Cassia, ma sa già cosa vuole e cosa fare. La storia si limita semplicemente alla mera sopravvivenza condita da considerazioni sul regime (sa un pò di fascista) che ci sembrano lontane e che potrebbero non esserlo e un pò d'azione. Oltre che quelle scene di sfida che adoro in questi libri! Forse il romanzo "è poca roba", breve e dallo svolgimento troppo rapido ma a me  è piaciuto. A me Maite ha colpito. Semplice, diretta, non si fa passare per quel che non è ma è chi vuole essere , sa cosa vuole e cerca di fare il suo meglio in un mondo dove il proprio meglio non è contemplato. Se fosse stato il mio primo distopico lo avrei adorato ma merita comunque una buona valutazione.

2 commenti:

  1. Una mia amica con gusti simili ai miei l'aveva letto e non le era piaciuto per niente quindi proprio non mi attira anche se non è male!

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    1. Io l'avevo ormai prenotato in biblioteca e mi ero fissata...Della serie o la va o la spacca! Per fortuna mi è piaciuto! Poi non è neanche una gran perdita di tempo..Ha una scrittura veloce.

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