02/06/13

Il circolo letterario #4 - Recensione di I regni di Nashira - Le spade dei ribelli di Licia Troisi


Buonasera a tutti! 
Ecco il quarto appuntamento de “Il Circolo Letterario”, un piccolo spazio dedicato al nostrano e magari a quegli autori poco conosciuti sia perchè datati e non famosi sia perchè autoubblicati che hanno deciso di affidarsi a questo nuovo mondo anziché all'editoria a pagamento o proprio perchè vi si sono scontrati contro.
Ultimamente ho letto qualche romanzo italiano deludente stra sponsorizzato da editori conosciuti. E quindi doveva essere “garanzia di successo”. Peccato fosse un obbrobrio. Capita invece che i romanzi autopubblicati cadano molto dietro le quinte quando invece si può trattare tanto di perle di valore che di lavori mediocri ed entrambi dovrebbero avere la possibilità di saltare agli occhi.
Io mi auguro per lo meno, per coloro di cui parlerò, di destare interesse nel lettore e di far conoscere tali autori che non sono sotto ai riflettori.
E nel caso siano autori più noti che la recensione sia gradita per la catalizzazione di attenzione su questi autori.
 
Trama: Suo padre Megassa, conte del Regno dell'Estate, l'aveva rinchiusa in un monastero, ma Talitha è fuggita con il fedele schiavo Saiph per far luce su un terribile mistero: i due soli che illuminano il cielo, nascosti dagli immensi alberi che ricoprono Nashira, stanno per subire una trasformazione che porterà il pianeta alla morte. Le sacerdotesse del monastero sono a conoscenza dell'imminente catastrofe, ma proteggono il segreto per non mettere in discussione i fondamenti della loro religione. Talitha e Saiph dovranno combattere da soli fuggendo dalle milizie inviate da Megassa e dalle sacerdotesse, mentre in ogni città e villaggio si moltiplicano le ribellioni degli schiavi, incoraggiati dal loro gesto. Solo un eroe mitico, emerso dalle profondità della terra, potrà aiutarli a cercare una strada per salvare il mondo dalla distruzione...


I fatti narrati partono esattamente dalla fine dello scorso volume.
Talitha e Saiph fuggono dal monastero dove è confinata la ragazza e giungono in una miniera del regno dell'inverno dove vivono sotto copertura finchè Megassa, padre di Talitha, mette a ferro e  fuoco la città per riprendersi la figlia e farle pagare il torto arrecatogli a causa della sua fuga dal monastero e dell'incendio ad esso.
I due riescono a fuggire. O meglio, la ragazza si corica in spalla un Saiph ferito e privo di sensi, fino ad una grotta isolata dove trovano...Verba! Proprio colui che stavano cercando per sapere come poter salvare Nashira dall'avanzata del sole maligno Cetus ai danni di Miraval. 
Però Verba non è come crede Talitha. E' millenario  e non ha intenzione di aiutarli, poichè gli uomini non meritano nuove possibilità. E' sempre la stessa storia e Verba è stufo (come dargli torto!). Li abbandona nel sonno, lasciando disposizioni su come curare Saiph ed un libro..Un diario che Saiph cerca di tradurre per seguire le tracce di Verba.
Il viaggio così comincia peccato che Nashira sia così infinita e piena di creature, fenomeni sconosciuti che mai nessun Talarita o Femtita potrebbe immaginare, chiuso nel suo piccolo mondo. Sarà durante il viaggio che entreranno in contatto con la cellula ribelle dei Femtiti e che Talitha, dopo essersi duramente guadagnata questo diritto, decide di sposare la causa dei connazionali di Saiph ed unirsi nella lotta contro Talaria. A nulla valgono le raccomandazioni di Saiph, tutti i suoi richiami circa la loro vera missione nel cercare un mezzo per fermare l'avanzata di Cetus. Talitha si sente chiamare dalla guerra e Saiph dalla speranza d salvare il loro mondo. Risulta chiaro che le strade si divideranno...

Questa è la Troisi che io amo. Certo, come le Leggende del Mondo Emerso e I dannati di Malva, nessuno mai... Ma nessuna sua opera mi ha mai particolarmente delusa.
E' il caso de I Regni di Nashira, la trilogia su cui meno avrei scommesso istintivamente. Nonostante il particolare inserito nella trama in cui si afferma che non vi è aria a Nashira se non all'ombra degli alberi Talareth. Più gli accenni al sole distruttore Cetus. Invece la lettura mi prende e mi trovo a seguire con interesse tutti i percorsi proposti.
Mi piace la capacità della Troisi di prendere ispirazione al reale per infonderlo nelle sue opere e plasmarlo. Non posso fare a meno di pensare alla tratta degli schiavi se andiamo ad analizzare il rapporto tra Femtiti e Talariti. Questi ultimi si riservano il diritto di essere superiori e di poter disporre di vita e di morte sugli schiavi Femtiti, di poterli bastonare, punire, denigrare. Dalla loro parte, gli schiavi, odiano e disprezzano i Talariti che si divertono a colpirli con bastoni contenenti pietra dell'aria, la sola materia in gradi di causare dolore ad un Femtita. Loro si considerano il popolo eletto, che verrà guidato dal messia verso il Bosco del Ritorno, il vero regno dei Femtiti e sognano di farla pagare ai Talariti. Sogno realizzato dai ribelli che però stanno divenendo peggio dei loro carnefici. Sono stati così abituati ad alimentare il loro odio e risentimenti verso i propri padroni, anche grazie alla crudeltà e boria che i Talariti dimostravano, da aver perso l'umanità ed il senso di giustizia. Così però sono ben peggio dei loro padroni. Sono andati oltre questo livello.
E per quanto la storia si ripeta, nessuno impara mai...La gente è più impegnata a combattersi che a notare i problemi climatici ,parodia del nostro inquinamento. Peccato che noi non abbiamo un Cetus che cerca di farci arrosto..Forse diverremmo più consapevoli delle aberrazioni che il nostro pianeta deve sopportare per mano nostra.
Anche Talitha , ben consapevole del problema soprattutto perchè sua sorella è morta per scoprire qualcosa, decide di farsi accecare dalla furia della battaglia. Lei è l'unico personaggio che un pò mi rimane indigesto. Avventata, prepotente e cocciuta, non vuole mai sentire ragioni. Prende cantonate su cantonate eppure mai che impari. Tocca sempre al buon Saiph andarle dietro. Non ottiene mai nulla sia che esprima la sua approvazione che lo scontento. Tanto Talitha non cambierà idea! Un pò è anche colpa della sua natura di schiavo, ma un pò sono convinta che anche lui ci metta del suo per essere poco incisivo! 
Rispetto alla protagonista è preferibile lo sgradevole padre, il conte Megassa. Maligno, avido di potere e calcolatore. Stereotipo massimo, ma anche genuino. Non riesco ad apprezzare nemmeno un pò Grele, l'antagonista di Talitha al monastero di Messe...La versione femminile di Megassa, ma completamente pazza.
Per il resto non conosciamo molto gli altri personaggi. Giusto il minimo indispensabile, ma è più che sufficiente.
Il finale è spettacolare, termina nel pieno dell'azione e voglio proprio vedere cosa si inventerà l'autrice per dare una, si spera, degna conclusione alla trilogia.
Consigliato a tutti i fan dell'autrice.

Recensione di stardust wink vol 9 di Nana Haruta

Anna, Sou ed Hinata sono amici d'infanzia. Svariate vicissitudini li vedono protagonisti, ma mai verranno messi alla prova come quando Sou ed Anna si troveranno a scuola assieme mentre Hinata sceglie di andare in un istituto di Tokyo, distante dai suoi amici.

Nel frattempo, incredibilmente Anna ed Hinata si mettono assieme, mentre a Sou tocca digerire la delusione amorosa nei confronti di Anna.
Senza farci mancare nulla Hinata viene espulso dal suo liceo per presunta relazione illecita con una professoressa (lei sì, un pò baldracca!) e si iscrive nel liceo dei suoi amici.

La povera Anna verrà poi messa alla prova dalla compagna di classe Ayane che, rimessasi con Sou ed attirandosi le ire dell'amica Nanoka, intima alla protagonista di non  fare più la strada per scuola con Sou ed Hinata. Insomma, non è il massimo per un respinto uscire col migliore amico    e la sua fidanzata.
Anna ci sta male, capisce che in fin dei conti Ayane ha ragione, ma si deprime. Meno male che c'è Hinata a sollevarla di morale. 
Chiaramente non possiamo stare tranquilli e ci sarà una manifestazione scolastica che vedrà la classe dei nostri protagonisti organizzatrice di una recita dedicata a Biancaneve dove i ragazzi faranno ruoli femminili e viceversa.
Chiaramente chi potrebbe fare il principe se non Anna e Sou Biancaneve? Non dimentichiamo Hinata regina!E chi la sente Ayane?
Insomma ne vedremo delle belle sino ad un finale che ci lascia col fiato sospeso!

Lo stile di disegno è sempre fresco e preciso. Leggere il manga ed ammirarne i disegni riempie di gioia! Sprizza vivacità da tutti i pori!
I personaggi invece sono ben caratterizzati...
Hinata, non  mi convince proprio ma è un ragazzo capace di capire molto con pochi sguardi, soprattutto se si tratta dei propri amici. Sou invece è un falso aggressivo, molto riservato ma capace di dare l'anima per gli affetti. Quanti continuerebbero a vedere la ragazza amata dopo essere stati scaricati?
Anna è vivace, allegra, non si perde d'animo..Ma che testona!!!!!! Ce ne vuole per farla svegliare....
Ayane...E' abbastanza sgradevole...Una falsa amica. O meglio, non vuole fare male a nessuno, riservata, parla solo se necessario. Però mi sa di subdolo,non so...
Nel quadro generale nessuno è sprecato!
Una splendida commedia scolastica, non ho dubbi. Non la migliore ma una delle più carine degli ultimi anni.

La serie finalmente si sta avvicinando alla sua fase finale. Chissà come sarà...Prevedibile come credo (Sou alla riscossa) o qualche effetto speciale? Chi lo ha letto che ne pensa?

30/05/13

Recensione di Ogni giorno di David Levithan

Trama: Da quando è nato, A si risveglia ogni giorno in un corpo diverso. Per ventiquattr'ore abita il corpo di un suo coetaneo, che poi è costretto ad abbandonare quando il giorno finisce. Affezionarsi alle esistenze che sfiora è un lusso che non può permettersi, influenzarle un peccato di cui non vuole macchiarsi. Quando però conosce Rhiannon: chiudere, gli occhi e riprendere il cammino da nomade è impossibile: per la prima volta innamorato, A cerca di stabilire un contatto, di spiegare la sua maledizione, fino a convincere Rhiannon che è tutto vero, che quello che ogni giorno si presenta da lei è la stessa persona, anche se in un corpo diverso. Rhiannon s'innamora a sua volta dell'anima di A, ma dimenticare il suo involucro è difficile, e pian piano la relazione con i mille volti di A si fa più delicata di un vetro sottile. Nel disperato tentativo di non perderla, A tradisce le sue regole, inizia a lasciare nelle esistenze quotidiane tracce e strascichi del suo passaggio, e qualcuno se ne accorge... 

 Ed ecco che mi ritrovo a recensire il chiacchieratissimo e recentissimo" Ogni giorno" di David Levithan. Un punto a suo favore, per quanto sia una pignoleria, è l'aver lasciato intatto il titolo che in inglese è, appunto, Every Day. Al luogo di tante trasposizioni che colpiscono ogni genere di produzione estera. Da piccola ricordo "un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo per Rina" che sta per  "Slayers" oppure "Una porta socchiusa ai confini del sole" per Rayearth. Insomma, uguale no?

Divagazioni a parte, vorrei cominciare dalla domanda posta in copertina. Se ho mai sognato di essere un'altra persona? Ardentemente, con tutta l'anima. Adesso molto meno. Un pò sono cresciuta ed un pò perchè ho un figlio. Metto da parte me e sono più concreta, meno avventata (anche se mai lo sono stata molto), cerco di migliorare per mio figlio. A lui serve una madre non una donna pentita e piena di desideri irrealizzabili. QUindi il voler essere un'altra l'ho archiviato o ridimensionato. Però qualche anno fa era la mia fissazione, soprattutto a 13-14 anni. Andavo a dormire sognando di svegliarmi senza kg in più, perfetta, o di poter tagliare con un coltello affilatissimo quanto c'era di troppo e non patirne conseguenze, come liberarsi da una seconda pelle. E non avevo mai smesso di desiderare di essere più sveglia, più furba, dannatamente crudele e feroce con chi mi feriva, più intelligente, maggiormente capace di incastrare gli impegni, più amata, più impegnata nella società, sempre cercata, più corteggiata. Rincorrevo la perfezione.
Quindi il romanzo di A porta in auge questo mio periodo nero. Che non è finito. E' cambiato semplicemente in altro e si riduce solo in particolari periodi come sentirsi umiliata a lavoro o giù di li. Insomma le fisime che mi affligevano da piccola trasmutate in altro.
Ma torniamo al romanzo (A dià, daie!!!!!! Smettila di uscire fuori tema!) (Ehm, scusate..il mio io interiore!)...
La risposta, alla fine della lettura di "Ogni giorno" è no. Credo la penserete come me alla fine del romanzo, almeno in linea di massima.
A è il nome del protagonista.
Non sappiamo se sia una persona, un'anima, un'entità. Ci è dato sapere solo che ogni giorno si sveglia in un corpo diverso, accede ai suoi ricordi per arrivare a fine giornata e non fare passi falsi nelle vite altrui e poi, al momento di dormire, passa in un altro corpo. E così da che è nato. O meglio..da che esiste. Ed i suoi ospitanti hanno sempre la stessa età. Per cui si evince che A abbia 16 anni.
La sua priorità è non cambiare nessun dettaglio della vita che trova perchè non è la sua e non vuole lasciare tracce anche se di per sè è inutile. Mai ha incontrato altri come lui. E non ha modo di sapere cosa resta ai suoi ospiti del giorno vacante.
Finchè un giorno si risveglia nel corpo di Justin e conosce la sua ragazza, Rihannon, che ha la sfortuna di stare con un ragazzo simile che la trascura e ridicolizza, ammazzandone l'autostima. Per A invece lei è, non sa ne come ne perchè ma la sente per se, affine. Lei tra milioni di anime.
E li cerca di entrare in contatto con lei, anche cambiando corpi,  travolgendone la routine e lei alla fine gli crede e lo inizia a frequentare. Vuole capire ma non riesce a lasciarsi andare.
Peccato che inizi la caccia ad A o ad altri presunti come lui.
Un ragazzo di nome Nathan si ricorda che qualcosa non andava e il suo racconto finisce online dove iniziano a spuntare molte testimonianze, credibili o fasulle, di persone che vantano esperienze simili a quelle di Nathan e che mettono in allarme A.
Nulla di grave, apparentemente. Come si può acciuffare chi di giorno in giorno vola da un corpo all'altro?

Però la storia di A è tristissima. Ogni giorno cambia corpo, non può costruirsi una routine ne avere famiglia. Per lui non esistono i litigi con amici e parenti, le gioie della famiglia o delle trasgressioni tra compagni, non ci sono le prime esperienze amorose, le battaglie, gli ideali. Certo, può accedere ai ricordi degli ospitanti ma non alle emozioni che , comunque, non sarebbero le sue.
Adesso A si è assuefatto ad avere una non-vita. Insomma ...da che si esiste, una vita come la sua lascia poche scelte. O ci si fa il callo o si impazzisce.
Poi arriva Rihannon e gli scombina le carte in tavola. Adesso A desidera, vuole una vita e l'amore della ragazza. Non pretende  nulla di meno e si mette all'opera pur sapendo che sarà difficile. Dal canto di Rihannon è più difficile accettare i cambiamenti ma non si può dire che non si metta in gioco. Non è da tutti credere alla storia di A. Quanti si ssarebbero alzati a gli avrebbero detto di andare al diavolo e di farsi meno canne? E quando si desidera qualcosa è inevitabile soffrire molto e lottare altrettanto, sempre insicuri del risultato finale. Soprattutto se non si può avere nulla. E se si conosce quel che si potrebbe perdere, il pericolo della delusione come la delusione stessa sono letali.
Il tutto unito alla presunta speranza di altri come lui. 

Per una risposta definitiva io non vorrei essere A perchè credo che non sarei in grado di sopportare ogni giorno un corpo diverso una storia diversa. Un giorno potrei essere una splendida ragazza, l'altro un cervellone, l'altro un criminale...Ed A non ha sempre fortuna. Può capitare in una famiglia di pazzi degenerati (non sapevo se ridere o piangere) come quella del ragazzo che studia con la madre e mette in guardia i figli dai "peccati della carne" e che non permette di baciare "una sgualdrinella qualunque" e che insegna a casa perchè "ALLE MATERNE" c'è stato un diverbio sui metodi educativi. Ho pensato : "l'inquisizione è qui!!!". Oppure la suicida, l'obeso, l'adolescente acida...Le famiglie più o meno sclerate. Gente normale per cui...Ben poca!!!
Insomma, leggendo di certe situazioni mi viene la pelle d'oca. Immagino siano inventate, ma sicuramente tratte dalla vita reale. Sono conscia che esista di peggio (qualcosa l'ho anche vista; quel che non ho visto è l'orrore delle guerre quanto mai attuale in alcune zone del mondo) però....Ecco...Rimango un tantino allibita. Ma veramente siamo in grado di cadere così in basso? Di rovincarci tanto? Di essere anche tanto superficiali? RIngraziamo che Levithan non ci ha regalato un A da camicia di forza!!! A vivere così come minimo si diventa psicolabili!

Una lettura veramente atipica, ma intensa fresca e piacevole. Una piccola creatura da trattare con cura e da assaporare con calma, capace di sfiorare nervi che nemmeno pensiamo di avere, ricordi perduti che tornano a galla, riflessioni che nascono naturalmente.
Non pensavo di apprezzare tanto questo romanzo che è approdato sul mio comodino dalla premura del mio compagno che ama farmi qualche premura ogni tanto.
Io, i miei A e Rihannon, li rivedo poeticamente in Amore e Psiche di Canova...Dolci, eterei, eterni. L'analogia tra le due opere magari non esiste nemmeno ma il loro sentimento, soprattutto le emozioni di A, mi hanno fatto saltare in mente questa scultura piena di passione capace di smuovere il mio animo ogni volta che la vedo.
Scusate il dilungarmi, ma non ho potuto farne a meno!

29/05/13

W...w...w...Wednesdays #33


Buongiorno cari lettori,

speravo di fare in tempo a scrivere la recensione di Ogni giorno per sostituire il teaser Tuesday di ieri e invece....Nemmeno oggi!!!!
MA vi lascio alla mia settimana ^^

Ho letto






Sto leggendo...


Ah, la mia adorata Troisi!

Leggerò...

Insomma...Lo presi tempo fa dopo un'attesa lunga almeno un anno...Quando il finale del precedente romanzo mi aveva annientata!!! Spero sia un'attesa non vana e che ne valga la pena!

E voi? Cosa leggerete?
A parte "Ogni giorno i libri che propongo io sono un pò datati, ma era ora che li leggessi!!!
Buona continuazione :)

27/05/13

Intervista ad Ilaria Goffredo - Le interviste #2

Buon inizio settimana a tutti!!!!
Questa che vi presento è une delle prime interviste indipendenti che faccio ,dopo quella per la Book Blogger Hunt qui. Mi piacerebbe organizzarne spesso e fattispecie ad autori italiani o, se possibile, a quelli delle mie opere preferite. Sempre che non si tratti di chimere ;-)
La protagonista di questa puntata è Ilaria Goffredo di cui ho letto Tregua nell'ambra,  la recensione potete trovarla qui . Mentre più dettagli e per il download del libro sul blog dedicato all'opera Tregua nell'Ambra o sul blog dell'autrice cliccando qui. Ma non perdiamo tempo e passiamo alle domande....

Ciao Cara Ilaria,

innanzitutto ti ringrazio veramente tanto per la splendida lettura che mi hai permesso di fare. E' un vero peccato che la tua opera sia così poco diffusa. Meriterebbe di troneggiare in libreria e nei vari dispositivi di vendita online!

E ora partiamo con le domande:

1. Tregua nell'ambra è il tuo primo romanzo o ci sono altre idee in bozza?
Oltre a Tregua nell’ambra ho pubblicato altri quattro romanzi e un racconto che hanno come tema centrale l’Africa, una passione nata durante un’esperienza di volontariato in Kenya. Ho poi altri due romanzi autoconclusivi e inediti, uno ancora ambientato in Africa e l’altro che racconta la storia di una ragazza alle prese con la depressione.
wow, veramente interessante!!! E quanti libri...Sai che certi scrittori dopo un libro si arenano?Soprattutto dopo il primo best seller, magari! Devo dire che vista la piacevole sorpresa, potrei leggere anche quello ambientato in Africa, altro tema che mi appassiona fino ad un certo punto.

2. Come è nata l'idea? Vedo che è costata vari mesi di documentazione e lavoro...
Sono da sempre appassionata di storia, soprattutto quella del primo Novecento; un altro grande amore è quello per la mia terra, la Puglia. Dunque ho deciso di unire queste due passioni in un libro, raccontando la vita durante il fascismo vista dagli occhi di una ragazza che diventa donna. La documentazione è stata senz’altro la parte più complessa e lunga del lavoro, giacché solo per quella ha impiegato parecchi mesi di ricerche e organizzazione degli appunti. Tuttavia è stato interessante e avvincente andare alla scoperta del passato, risalire ai nomi reali dei personaggi di spicco della zona nonché studiare i comportamenti e le usanze di quel periodo storico. La stesura dell’intero romanzo invece ha richiesto all’incirca due mesi.
Immagino la sorpresa e le emozioni nel leggere la storia che è accaduta direttamente nel tuo suolo natio...Ti troveresti bene col mio compagno, appassionato di storia. Io col 900 non ho un gran rapporto. Ma devo rimediare almeno nei punti salienti..E devo dire che il tuo romanzo affronta spunti interessanti.

3. Poichè mi piange il cuore... Tregua nell'ambra è destinato a rimanere volume unico? Alcune lettrici muoiono di crepacuore! Anche se mi rendo conto che la tua è la descrizione realistica della vita all'epoca...
Ti svelo un piccolo segreto: Tregua nell’ambra ha un lungo seguito, si tratta infatti di una saga. Nel sequel ho approfondito le figure di Alec e Russell, seguendoli fino al fronte sulla linea Gustav; Francesco Basile torna per rivendicare i suoi diritti; fanno il loro ingresso due personaggi davvero molto importanti per la storia ossia Lavinia, una coraggiosa infermiera della Croce Rossa, ed Enea, uno stravagante artista. Di Elisa invece non vi racconto nulla... perché le vicende diventano davvero complicate. Spero di avervi incuriositi abbastanza! Dopo di questo ho intenzione di scrivere invece un prequel che racconta la storia dei genitori di Alec durante la prima guerra mondiale.
Mi fai veramente felice. Sono in trepidante attesa del seguito...Che spero di leggere prima possibile! Veramente all'ultima pagina ho pensato: "no, no! Non è l'ultima! Ho danneggiato il file!" Vaneggiamenti da lettore sfegatato ;-)

4. Chi è Ilaria nella vita?
Martina Franca
Sono una persona piuttosto introversa e riservata, amo la solitudine anche se ho due bambini piccoli che mi riempiono le giornate. Per questo sono un po’ nottambula: scrivo e leggo nella calma delle ore notturne. Amo l’Africa, come già accennato prima, e ho una laurea di educatrice che per il momento sto “utilizzando” solo con i miei figli.
Wow ! Un'altra scrittrice giovane con prole al seguito...Non sono una scrittrice ma trovare mamme con meno di 35 anni è duretta..Credevo di essere una delle poche! Anche se tutto il mondo è paese...Bisogna usare ogni singolo attimo libero e soprattutto l'ora della nanna per sperare di fare qualcosa..Dai doveri alle nostre passioni!

5. Qualche sogno nel cassetto?
Vedere Tregua nell’ambra in libreria.
Chissà che la tua battaglia dia i suoi frutti..CI sono molti emergenti che fanno come te o quasi...Vedi Francesca Verginella su Smashwords...

6. Nel tuo libro conosciamo la vita nel regime. Una vita che alcuni di noi si sono sentiti raccontare dai propri nonni. Per te si era più felici allora con tutte le privazioni o oggi, nell'era della falsa felicità e libertà?
La questione è, a parer mio, assai complicata. La vita prima era senz’altro più difficile vista la penuria di comodità, ma anche più genuina, più vera, più “sudata” dunque più intensa. Forse c’era più il senso della famiglia, il rispetto per gli anziani che oggi manca quasi del tutto. E poi forse, ciò che la tecnologia oggi ci ha regalato in termini di migliore qualità della vita l’ha invece sottratto alle relazioni sociali che ne pagano le conseguenze. Mi spiego meglio: quando non c’era il telefono né internet e non si poteva uscire la sera, i sentimenti erano più immediati, più diretti forse proprio perché soffocati dalle consuetudini sociali. Oggi invece alle volte mi sembra che piaccia un po’ a tutti prendersi in giro e basta. Ho
sentito spesso i miei nonni dire che c’erano pochissimi beni materiali eppure loro erano felici, insieme.
Anche io la penso come te. C'era meno ma si viveva in maniera più autentica. Più semplice, ma più vera e con molte meno complicanze... Oggi se non si ha tutto non ci si sente felici, per poi stufarsi subito e prendersela per delle idiozie.
 
7. Sei legata a qualche personaggio? Perchè?
Campo di lavoro di Alberobello
Sicuramente a Elisa. Lei, oltre a essere la protagonista, è il “mezzo” attraverso il quale mi sono immersa nel passato. È stato attraverso i suoi occhi che ho cercato di vedere e vivere un’epoca così lontana eppure così triste. E poi tra i miei “preferiti” c’è Antonio: lui incarna i valori che animavano tanti giovani e li inducevano a ribellarsi, a combattere le ingiustizie con i pochi mezzi a disposizione. Credo che oggi noi non riusciremmo a fare lo stesso. Tengo anche ad Alec che forse in questo primo volume appare un po’ troppo perfetto, ma che nel seguito invece rivelerà tutti i suoi difetti, le sue angosce, le sue debolezze. Ma anche Russell, irriverente e a suo modo simpatico... insomma, penso di amarli tutti in fin dei conti. E come potrebbe non essere così?
Mi preoccupi...Ti prego non demolirmi troppo Alec! Per il resto i tuoi personaggi sono molto ben caratterizzati e anche i meno simpatici sono molto molto umani e veri.

8. Le zone nominate sono quelle della tua infanzia? Leggo che sei pugliese doc!
Certo, vivo a Martina Franca da sempre. È una cittadina bellissima e ricca d’arte. Conosco benissimo il centro storico, gli stessi vicoli percorsi da Elisa, dove ho giocato tante volte da piccola e dove anche oggi amo passeggiare. Sono stata poi tantissime volte ad Alberobello: quando ho scoperto che, a soli sedici chilometri da casa mia, c’era stato un campo di lavoro fascista la cosa mi ha profondamente scossa, non potevo dunque non parlarne nel libro. Anche Bari è una città stupenda ed è stato affascinante vederla attraverso gli occhi di Elisa com’era all’epoca. Nel libro ho voluto rendere omaggio al Teatro Petruzzelli nonché ricordare a tutti ciò che accadde il 2 dicembre del ’43 al porto ossia il secondo più grande bombardamento dopo Pearl Harbor. Eppure quasi nessuno ne parla: hanno cercato di insabbiare la vicenda giacché quella sera saltarono in aria navi alleate contenenti bombe all’iprite bandite dalla prima guerra mondiale.
Sai mi hai fatto venire voglia di un tour pugliese! Sarebbe l'occasione di visitare un'amica di vecchia data e di visitare i luoghi di "Tregua nell'Ambra"..Oltre che di bere un caffè assieme e discutere del tuo romanzo e di altri argomenti!

9. Che ne pensi del mio consiglio sul “dizionario puglese ed inglese”? Magari come appendice per gli ignoranti di una o dell'altra espressione linguistica!
Sì, hai ragione, è senz’altro utile. Magari farò aggiungere le traduzioni nella versione stampata che spero arriverà presto.
Chissà che sia veramente così!! Me lo auguro veramente! Leggevo sul tuo blog parecchi download in pochi giorni. E' incoraggiante..Contando che ormai sempre più gli editori si affidano al web. E una copia di Tregua nell'ambra sicuramente avrebbe un suo posto nella mia affollata libreria.


Ti ringrazio (ops, Elisa mi hai contagiata!!!!) per il tempo e l'attenzione che ci hai dedicato e ti auguro di poter far conoscere la tua fantastica penna con questa e mille altre opere!!!

26/05/13

Recensione di Incarceron di Catherine Fisher

Trama: Incarceron è una prigione avvenieristica e invisibile, dove i discendenti dei prigionieri originari vivono in un mondo oscuro scosso da rivalità e violenze. È un incrocio di inquietanti tecnologie, un edificio vivente, un Grande Fratello vendicativo e sempre in guardia, corredato di camere di tortura, sotterranei e passaggi segreti. In questo luogo un giovane prigioniero, Finn, ha delle visioni della sua vita precedente e non riesce a convincersi di essere nato e cresciuto lì. Nel mondo esterno Claudia, figlia del direttore di Incarceron, è intrappolata in un altro tipo di prigione ­ un universo tecnologico ma costruito con meticolosa cura affinché appaia come un'epoca antica ­ dove la attende un matrimonio combinato con un ricco playboy che lei odia. Ma arriverà un momento in cui Claudia e Finn, contemporaneamente, troveranno un oggetto, una chiave di cristallo, attraverso la quale potranno parlarsi. E allora sarà solo questione di tempo prima che i due mondi, finora separati dagli spessi muri di Incarceron, entrino in contatto...

Sono assolutamente, conquistata, stregata, rapita. 

Avevo iniziato il libro non senza qualche timore. Le recensioni lette facevano sperare piuttosto male. Alcune "ni, altre negativissime. Poche le positive. E la mia può rientrare tra esse.

Il primo personaggio che incontriamo è Finn, uno dei tanti prigionieri di Incarceron.
Incarceron è la prigione avveniristica che fu creata secoli orsono da un mondo che non sapeva più come gestire criminali e risorse ormai insufficienti. Così delinquenti, assassini, anche innocenti condannati furono mandati in questa prigione con l'intento di correggerli, istruirli e creare un mondo nuovo, guidato da una popolazione nuova e dai loro Sapienti, saggi che decisero di murarsi li.
Incarceron è mistero puro. E' un recinto, un padre amorevole coi suoi detenuti nelle intenzioni primordiali. Non si sa dove si entri. SI sa solo che si entra ma non si esce, che si può solo cercare di sopravvivere in questo luogo che è stato un fallimento ed è terreno di scontri, lotte, povertà, fame e malattie. La prigione poi non spreca nulla. Ogni morto, ogni perdita, ogni oggetto verrà riutilizzato.
Qui vive Finn, un nato in cella convinto di venire dal mondo di fuori, che ripugna la teoria di essere uno Starseer, un visionario partorito da Incarceron come  crede il saggio della sua gente, quella dove si è trovato a vivere da 3 anni a questa parte senza ricordo alcuno. Vive tra gli Scum , col fratello giurato Keiro, cercando ogni giorno di portare la pellaccia sino al giaciglio senza incappare in una delle sue crisi da visionario.
Dall'altra parte invece c'è Claudia, figlia del guardiano di Incarceron che da anni progetta il matrimonio di lei col figlio della regina. Claudia è assolutamente contraria e vuole fare di tutto per opporsi, anche se sa di essere una pedina cresciuta per questo scopo. Un giorno, con astuzia, riesce ad ottenere la presunta chiave di Incarceron. Sarà per caso che anche FInn dall'altra parte ne entri in possesso, iniziando a parlare l'un l'altro.
L'obiettivo chiaro ai due giovani e portare in salvo Finn, secondo Claudia veramente venuto da fuori e molto importante.

La storia mi è piaciuta molto. Criptica, contorta ed oscura.
In contrapposizione cè Incarceron, luogo (ed entità) lugubre, terribile e crudele dove si lotta anche solo per respirare e il nostro mondo, bloccato al tardo XVII secolo, in cui tutti devono seguire il Protocollo, ovvero vivere esattamente come si usava nel passato. VI è il divieto del tempo, della scoperta, della libertà. 
Entrambi ambienti asfittici e duri. Nella prigione si lotterà per la vita. Ma nel nostro mondo mica va meglio. Per quanto riguarda la corte si vive nel complotto, nelle trame, nei giochi di potere. Appena fuori dal regno, nelle casette di campagna non è molto diverso. C'è meno controllo ma guai farsi sorprendere ad infrangere il Protocollo, magari con attrezzi troppo moderni. Esclusi quelli di sicurezza e minimamente visibili.
Francamente mi inquieta di più la prigione. Li vige la legge del taglione, dell'imbroglio. Si lotta per un pezzo di pane, si parla di tradimenti, rapimenti ed imboscate. L'unica regola è non innerosire Incarceron che subito arriva a distruggere le sommosse troppo violente ed eliminare le tracce per riutilizzarle subito. Li tutto è oscuro, artificiale. Nulla è naturale o vero, c'è solo ferro e quanto di più obsoleto. Ed occhi. Occhi rossi, migliaia che spiano i detenuti. Nulla è segreto per la prigione.

I personaggi di cui veniamo a conoscenza sono caratterizzati molto bene anche se forse stereotipati. 
Finn è buono, ma semplicemente non sa chi sia. E' confuso, preda degli attacchi delle visioni. Claudia, all'apparenza arrogante ed egoista, è in realtà una ragazza come tante con sogni ed aspirazioni.
Anche i personaggi secondari come Keiro, fratello giurato di Finn, ed Attia, serva del capo degli Scum che avrò un ruolo più avanti. Mi intriga molto il Guardiano di Incarceron e padre di Claudia, John Arlex. Peccato averlo conosciuto poco, molto poco. E' elegante, astuto e meticoloso. Sempre un passo avanti. Come JAred, precettore di Claudia. Un uomo malaticcio ma estremamente colto, insospettabilmente coraggioso, ingegnoso oltre ogni dire e veramente legato a Claudia da profondo affetto fraterno/paterno.

Non mi sono sentita minimamente in difficoltà a sentirmi inquadrata con il Protocollo e la prigione, la sua vera essenza. E' un aspetto molto criticato da  molti perchè l'autrice narra facendoci capire man mano senza fermarsi a spiegare. Ma francamente mi è parso tutto familiare.
Mi sono goduta ogni pagina, felice dell'andamento tranquillo, delle descrizioni. Anche se in realtà la vicenda si svolge in una manciata di giorni ma è maestralmente narrata,con dedizione e cura.
Ero anche entusiasta dal sapere che le mie deduzioni si sviluppavano al momento giusto anche se il punto focale del finale lo avevo già individuato da neanche metà libro.

Mi ha un pò deluso il finale. Un pò affrettato e che rimanda insindacabilmente al seguito, Saffique, questo si di cui ho sentito parlare male. Troppo poco esplicativo e soddisfacente per chi si aspettava qualcosa in più dal sequel di Incarceron.

Una lettura consigliata a chi ama un fantasy/distopico quanto mai singolare ed intricato.

"Temo di no. Si tormentano l'un l'altra. Non esiste sistema che possa fermarlo, o luogo che possa murare fuori il male perchè gli uomini lo portano con sè, persino nei bambini. Uomini così sono al di là di ogni correzione, e il mio compito è solo di contenerli. Li tengo dentro di me. Li inghiotto tutti."

"...o forse è l'uomo che contiene in sè il seme del male?anto che persino se si trova in un paradiso perfetto creato per lui, lo avvelenerà, lentamente, con le proprie gelosie e i propri desideri? temo che forse diamo alla Prigione la colpa della nostra stessa corruzione. E non escludo me stesso, perchè anche io ho ucciso e badato solo al mio tornaconto."

Cosa ve ne pare? Lo avete già letto?

23/05/13

Il circolo letterario #3 - Recensione di Mark Johnson e le chiavi di Allen di Giuseppe Attanzio

Buongiorno a tutti! 
Ecco il terzo appuntamento de “Il Circolo Letterario”, un piccolo spazio dedicato al nostrano e magari a quegli autori poco conosciuti sia perchè datati e non famosi sia perchè autoubblicati che hanno deciso di affidarsi a questo nuovo mondo anziché all'editoria a pagamento o proprio perchè vi si sono scontrati contro.
Ultimamente ho letto qualche romanzo italiano deludente stra sponsorizzato da editori conosciuti. E quindi doveva essere “garanzia di successo”. Peccato fosse un obbrobrio. Capita invece che i romanzi autopubblicati cadano molto dietro le quinte quando invece si può trattare tanto di perle di valore che di lavori mediocri ed entrambi dovrebbero avere la possibilità di saltare agli occhi.
Io mi auguro per lo meno, per coloro di cui parlerò, di destare interesse nel lettore e di far conoscere tali autori che non sono sotto ai riflettori. 
Trama: La vita di Mark è cambiata in una notte. Niente sarà come prima. Scoprirà intrighi, passioni, battaglie, tradimenti e il vero significato dell’amicizia e dell’amore. Da adolescente come tanti altri si trasformerà in Condottiero dotato di un immenso potere. Riuscirà a salvare il continente di Allen dalla minaccia dei Nahul? Riuscirà a scampare a una sorte avversa? 


Ho terminato questa mattina Mark Johnson e le chiavi di Allen che l'autore, Giuseppe Attanzio, mi ha gentilmente inviato!
Il volume parla di Mark, un giovane di diciassette anni che durante una sera passata a casa dei suoi nonni materni viene sbalzato in un altra dimensione quando trova una chiave misteriosa e finemente decorata e la infila in uno scrigno nello scopo di aprirlo.
E' l'inizio di un'avventura che vede l'inesperto giovane precipitare nel continente di Allen ed entrare in contatto con la massacrata città di Tuluse dove trarrà in salvo Leyla, unica superstite ed assieme si recheranno nella vicina Excelsior dove verrano poco gentilmente rapiti e condotti a Green Garden, luogo dove verranno formati per divenire Magister. Così spiega il Magister a capo di quel luogo che svela loro di essere Magi in qualità del loro possesso di quelle chiavi elaborate. Sono destinati ad un grande disegno: essere formati per combattere il male e nella fattispecie i Nahul, creature che spargono sangue e distruzione.

Il romanzo è ben strutturato e coinvolgente. Però ho trovato parecchi punti che hanno distorto la mia lettura.
Mi sembra che i fatti avvengano ad un ritmo eccessivamente rapido. D'accordo, è un fantasy però tutta questa velocità non permette di gustare il libro. Al pari di un linguaggio estremamente semplice e che a volte ha termini particolari (non li ho annotati, ma a memoria ricordo un "zampillante" riferito ad una mano) o estremamente ripetuti (forse sognerò varie notti "l'urlo belluino" che è una costante dell'ultimo terzo di libro).
Credo che questo romanzo potrebbe svilupparsi ed affermarsi veramente bene con qualche accorgimento in più.
Un susseguirsi di eventi più morbido e ragionato assieme ad un linguaggio più prolisso e particolareggiato con descrizioni adeguate. I classici fantasy sulle descrizioni rischiano di essere noiosi ma sono doverose. Al pari di uno sviluppo armonioso e incalzante nei momenti giusti.
L'idea però è fenomenale anche se non originalissima. Ma d'altronde avere idee originali al momento è veramente difficile. Bene o male tutto è già stato fatto. Si può lavorare solo su elementi sorpresa e modalità di narrazione all'effettivo. Parlando del tema principale, ovvero le chiavi e i loro proprietari caratterizzati da un potere specifico che apprenderanno ad usare è veramente intrigante. Avrei voluto saperne di più invece che avere qualche assaggio sulle lezioni, sulle origini dei Magi, la storia di Allen, gli incubi di Mark (hanno fondamento?).
Unica nota semi-seria: i nomi di Mark, di sua mamma e dei suoi nonni...Ma di origine non sono siciliani????Sarebbe stato carino inserire qualche elemento dialettale e/o nomi del posto ovvero
italiani se non proprio tipici siciliani. Come i nomi dei piatti cucinati da nonna Maggie. Passi il padre di Mark (magari sua madre si è sposata il sig. Johnson!) però i parenti italiani sarebbe stato bello saperli italiani davvero anzichè internazionalizzati!
Il mio momento preferito è stato il torneo tra Magi per vedersi assegnare un prestigioso incarico. Li mi sono veramente divertita ed appassionata! L'autore ha reso benissimo l'atmosfera e le sensazioni dei protagonisti, le prove e la crescita personale.
Fatto sta che la lettura non è stata pessima come potrebbe far credere la recensione. Anzi, l'interruzione brusca porta il lettore a chiedersi cosa succederà e se ha ben capito i fatti finali o se sta solo sognando!

A questo romanzo segue Mark Johnson e Il libro delle Verità già disponibile su Amazon.it