Non sono in possesso di una vera trama, ma posso dirvi che si parla di amicizia, quell'amicizia che alcuni reputano impossibile, tra un uomo ed una donna. Insomma, possibile che due persone dei sessi opposti possano essere spassionatamente amiche? Comunque un rapporta d'amore, anche se non quello "classico".
Innanzitutto devo chiedere
perdono a Stefano Galardini perché ci ho messo una vita a leggere il suo
romanzo d’esordio.
La scena si apre con Lidia che
accudisce il suo amico malato, Luca, nel 2056. I due sono intenti a discutere
nei momenti di requie che lui ha. E’ l’occasione per tornare indietro nel tempo
e riavvolgere i ricordi dal 1996.
Una grande amicizia a volte,
sempre oserei dire, nasce per caso. Il caso dei due amici si chiama “Nirvana”.
Scoprono per caso di essere entrambi fan ed inizia così un rapporto talmente
stretto che i più non riescono ad accettare come semplice amicizia, infatti
sarà spesso un ostacolo alle loro relazioni amorose, di lui in particolare.
Effettivamente è strano che un maschio ed una femmina siano amici senza
sentirsi attratti, almeno nel caso di amici così stretti.
Sono due elementi complementari.
Festosa e razionale lei, piena di ambizioni, tranquillo e riflessivo lui,
macchinoso nei ragionamenti. Percorreremo il loro percorso di vita dal liceo
alla vecchiaia, traendo molti spunti di riflessione e beneficiando degli
effetti di un’amicizia sincera, disinteressata e spassionata.
Anche in un rapporto come il loro
però ci sono pecche. Prima o poi inizia l’epoca del “non detto”. Non è una
regola, ma più aumentano i non detti e più acquistano potenza in un rapporto.
Credo che lo abbiamo sperimentati in molti, sia su argomenti seri che su
argomenti futili.
Ho trovato verissimo che il non
fare niente della scuola non tornerà. Si scopre sempre troppo tardi e mancherà
perché la vita fagocita. Io l’ho rimpianto ancora prima di finire quel tempo
mio davvero. Certo, sono stata costretta a rendermi subito indipendente e quel
“dolce far niente” mi manca come l’aria, so che non ne avrò più e ne ho sentito
la mancanza prima ancora di perderlo. Adesso c’è sempre qualcosa da fare ed il
tempo raramente è davvero libero.
Ho riflettuto anche
sull’educazione dei figli. Per noi certe regole hanno avuto valore o meno, per
i figli già le cose sono “diverse” sostanzialmente perché vogliamo proteggerli
ed evitare i loro sbagli. Peccato che non sia così semplice.
Mi fa impressione però la
vicinanza tra date. Nel 1996 i protagonisti hanno 16 anni, io ero pressappoco
una bambina, ma mi fa specie vedere l’inizio e la fine di una parentesi vitale
di gente che vive nel mio medesimo arco temporale XD Io sono tipo un filo
ossessionata dalla “fine” benchè non possa farci nulla. Ma è impossibile fare i
conti con la morte, non davvero. E’ misteriosa, fa paura. Credo sia normale.
Per concludere dico che “Il tempo
dentro di noi” permette di riflettere, perdersi nella gioventù, riflettere
sulla vecchiaia e sull’età adulta. E’ stato rilassante leggere delle vicende di
Lidia e Luca. Galardini scrive bene, nel testo ho trovato un paio di refusi
tipo le noci “peccan” a pagina 176 o “chiese” all’interno delle virgolette
anziché fuori a pagina che cito solo per
verificare la loro esistenza e non dire di essermeli inventati. Sono
sicuramente sfuggiti alla revisione, ma non guastano affatto la lettura.
Vengo dall’esperienza de “Le
nostre anime di notte” di Kent Haruf. Sono due opere diverse, ma pongono
comunque una riflessione sulla propria vita. Se Haruf è più sovversivo,
Galardini spinge a riflettere sulla propria esperienza di vita. Entrambi son
delicati e regalano riflessioni sul senso della vita.
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