Questo è praticamente uno degli
ultimi romanzi di Marone che mi mancavano da leggere.
E’ un autore che leggo sempre
molto volentieri perché capace di offrire riflessioni in poche pagine, partendo
da un paio di elementi.
In questo caso mette insieme un
padre prossimo alla morte, Libero, e suo figlio Andrea che dovrà occuparsi di
lui per un week end, mentre sua sorella Marina è andata dal suocero malato.
Andrea sa già che si tratterà di
un compito difficile. D’altronde, cosa dire e cosa fare con un padre che non è
mai stato tale, ma sempre e solo un rigido comandante e ostacolato dalle rigide
regole della maniaca del controllo che è sua sorella? Infatti Andrea dovrebbe
seguire un decalogo estremamente limitante per tutelare la salute del padre.
Però nessuno dei due ha fatto i conti con la testa brillante ed attiva che ha
ancora quell’uomo perché, in quattro e quattr’otto, convince il figlio partire
(e di conseguenza a mentire alla sorella) per Procida, la loro isola Natale,
per sistemare delle questioni, portandosi dietro l’isterico bassotto di Marina.
Che dire? Già solo il valore
nostalgico mi ha stesa. Sono molto legata ai luoghi del mio passato e comprendo
in pieno lo stordimento di Andrea quando mette piede a Procida, rivede luoghi
e, in alcuni casi, persone. E’ assalito dai ricordi, ovviamente non tutti
piacevoli, soprattutto se, come lui, tutto è inestricabilmente legato alla
defunta madre, belga naturalizzata italiana, moglie incompresa e, come tutte le
procidane, madre sola. Questa parentesi è anche uno scontro/incontro col padre
che, dopo una vita, inizia ad aprirsi, ma non può cancellare un’esistenza di
mancanze e cattiverie, ritenute giuste, verso la sua famiglia. Come si può accettare
la sincerità dopo una vita di batoste?
Però questo viaggio sarà
occasione di rinascita, il momento di affrontare incubi e ricordi, andare
davvero avanti, paradossalmente, con un salto nel passato. Non solo per lui.
Questa storia, fresca e
frizzante, finisce anche troppo in fretta, non mancando di emozionare e
commuovere, ma anche rifornire i nostri cuori di speranza e gioia e la voglia
di poter visitare Procida prima possibile.
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