18/04/13

Recensione di Immortal di Alma Katsu

 Trama
È un inverno che non dà scampo quello che avvolge nel gelo e nella neve il piccolo paese di St. Andrew, nel Maine, a pochi chilometri dal confine canadese. È notte e la foresta ghiacciata pare sussurrare nell'oscurità. Luke, giovane medico di turno al pronto soccorso, si ritrova davanti una ragazza dall'apparente età di diciannove anni e dalla bellezza eterea e struggente. È atterrita e chiusa nel silenzio, ma i suoi occhi sembrano gridare. Ha appena ucciso un uomo, abbandonandone il cadavere nel bosco. Si chiama Lanny e, con voce appena udibile, sostiene di aver ucciso quell'uomo perché era stato lui a chiederglielo. Prega Luke di aiutarla a scappare. Quando il dottore rifiuta, Lanny afferra un bisturi e si squarcia il petto nudo. Quello che succede dopo cambierà le loro vite per sempre. Luke, sconvolto, accetta di aiutarla a scappare oltre confine. E durante la fuga, lei gli rivela il proprio passato. Lanny è immortale e ha più di duecento anni. Il suo è il racconto di una donna travolta da un amore torbido, appassionato e mai ricambiato abbastanza. È il racconto di un uomo ossessionato dalla bellezza e dal bisogno oscuro di possederla, un uomo che trasforma la passione fisica in uno strumento di dominio. È il racconto del terribile prezzo da pagare in cambio della vita eterna.

 Ho finito giusto ieri questo libro estremamente particolare. Ancora adesso non capisco. Mi è piaciuto o no?
Sicuramente è una grande opera. Scritto con accuratezza, ricco di dettagli e descrizioni.
La storia viene narrata al passato dal momento in cui Lanny convince Luke a salvarla dalla polizia a condurla in fuga. La ragazza per lo meno racconta la sua vita a colui che, davanti all'impossibile (Lanny si squarcia e la ferita si rimargina in un secondo) le crede e la aiuta.
La sua storia è quella di una ragazza che inseguiva un amore impossibile e che invece è passata attraverso una serie di peripezie che hanno portato prima lei e poi l'amato Jonathan a divenire immortali, lo stesso Jonathan che finalmente ha ottenuto la grazia ed è stato ucciso da Lanny. Infatti un immortale può essere ucciso solo da colui che lo ha creato.
Una storia di tradimento, amore, bugie, sogni e speranze infrante. Il tutto ambientato in un'epoca dove apparenza, lignaggio sociale la facevano da padrone. Soprattutto nel puritano St Andrew, villagio in una zona ostile all'uomo di quello che divenne poi il Maine. Li vige solo una manciata di regole: chieas, duro lavoro, matrimoni con le persone cui possibile ambire.
Ed a Lanny capita male. Si innamora del più bello del villaggio, Jonathan, con cui però stringe un'amicizia che alla fine si trasforma, forzatamente e lei rimane incinta. I genitori per salvare le apparenza la mandano a partorire lontano. Lui si butta sul matrimonio organizzatogli dai suoi. E' sola. Sarà durante il viaggio che la sua vita cambierà- Incontrerà i seguaci di Adair, nobile romeno eccentrico, sadico e crudele che tortura la povera ragazza, ignorando la sua condizione e poi, all'improvviso, la rende immortale. La introdurrà in un mondo di lascivia e lussuria., perdizione e crudeltà, rivelandole la sua medesima storia. E come sceglie i suoi servi/seguaci.

Però non sono qui a riassumervi il libro!!!
Le parti in cui si parla del periodo ottocentesco sono descritte molto bene. Ma io ho una gran reazione allergica a partire dall'800 a....ora! Quindi è difficile che legga libri simili.
Un altro dettaglio a me pesante è la grande grande e infinita descrizione. Sono solo 439 pagine ma me ne sono sembrate almeno 800. Solo Tolkien mi ha prostrata di più.
Comunque non è un difetto. La Katsu sa immergersi bene nel periodo di cui parla, ci sembra proprio di vivere le scene evocate da Lanny. Capiamo il modo di vivere del luogo, la moda e gli stili di vita, le relazioni sociali. Le nozioni storiche sono accennate ma già leggere la descrizione della vita di un periodo storico è sufficiente se si ha una minima preparazione scolastica.

E' senz'altro un bellissimo libro, un lavoro pieno di accuratezza. Però mi ha lasciata con un costante senso di malessere. Non è una lettura sconvolgente o ripugnante nei contenuti, ma mi ha lasciato un senso di oppressione al petto.
Che sia il risvegliato timore della morte? O al contrario l'autrice è stata così brava da contagiarmi con il senso di buio che si prova sapendo di vivere per sempre, incapaci di porre fine alle proprie vite e di continuare a vedere esistenze correre davanti ai propri occhi? Non poter mettere radici per non destare sospetti? Arrivare a considerare inezie fatti per noi prima importanti?
Non sono arrivata a conclusione alcuna. E il senso di disagio che mi è rimasto sulla pelle non mi aiuta a dire se ho amato o meno il libro.
Il finale è senz'altro sconvolgente e fuori da ogni previsione che mi ero già fatta poco dopo aver passato metà libro. All'ultima pagina ho pensato "ma no, finisce cosi?????!!!".

"Spesso siamo noi stessi a causare la nostra caduta."

"-Adesso ti devo obbedire? Questo vorrebbe dire che tu sei Dio?- sbottai, osando essere sfrontata con lui.
" -Il Dio che ti hanno abituato ad adorare ti ha abbandonata. Ricordi cosa ti ho detto prima che tu ricevessi il mio dono? ora sei in mio possesso e lo sarai per sempre. Io sono il tuo Dio e se non credi in me e hai il coraggio di sfidarmi, di mettere alla prova quello che ti sto rivelando, ti invito a farlo. Prova a sconfiggermi-"

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