Trama: Avvicinandosi il tanto atteso giorno delle nozze, Manuela, ragazza milanese romantica e un po' all'antica, sogna di realizzare il suo desiderio più grande: essere accompagnata all'altare dal padre. Il problema è che lei quel genitore non l'ha mai conosciuto e non sa chi sia. È un segreto che sua madre ha gelosamente custodito, e che per nulla al mondo accetterebbe di rivelare. Stanca delle continue liti in famiglia per ottenere la confessione cui tanto tiene, a Manuela non resta che cercare aiuto altrove. Così bussa alla porta del vecchio casello ferroviario, dove abitano tre donne assai originali, sulle quali ha letto qualcosa in una pagina di cronaca nera: la poliziotta Vittoria, tosta e non proprio un modello di simpatia, sua madre Libera, fioraia con il pallino dell'investigazione, e la nonna Iole, eccentrica insegnante di yoga, femminista e post hippie. Sono tre donne diversissime, spesso litigiose, con il talento di mettersi nei guai ficcando il naso nelle faccende altrui. Saranno proprio loro, dopo le iniziali esitazioni, ad andare alla ricerca del misterioso padre. Le tracce, come in una caccia al tesoro di crescente suspense, le condurranno in giro per Milano e nei paesini della Brianza, a rivangare l'oscuro passato della madre di Manuela, custodito nei ricordi e nelle omertà di chi l'ha conosciuta da giovane. E a mano a mano che si avvicineranno alla soluzione del caso, si troveranno di fronte al dilemma: rivelare la scabrosa verità, oppure no?
E ora ci divertiamo! Ho letto recentemente il primo romanzo ( Qui la recensione) e l'ho trovato assolutamente gradevole.
Questo secondo volume tiene alta la fama del primo, forse la migliora addirittura.
Ritroviamo Iole, Libera e Vittoria. Mi ha fatto piacere rivederle, le ho apprezzate meglio.
Questa volta c'è di mezzo l'indagine di una figlia che chiede di sapere chi è il padre oltre ad un bouquet per le nozze. La "cliente" di Libera è Manuela, vuole sposarsi con la coscienza pulita, ma la madre, Patrizia, le rifiuta questa verità. Libera inizialmente non vorrebbe perchè sa bene di non essere un'investigatrice, checchè ne dicano i giornali che l'hanno resa celebre innanzitutto come fioraia. Ma nonna Iole non accetta dinieghi
e Libera le si trova appresso, è sempre più difficile resistere alla sua voce interiore che la chiama all'avventura. Vittoria appena lo scopre disapprova e si fa altamente scostante, ma ciò non fermerà le due. O almeno non Iole, che di scrupoli ne ha assai pochi, al contrario di Libera che ha una perenne lotta con se stessa, vede solo responsabilità e colpe e preoccupazioni.
e Libera le si trova appresso, è sempre più difficile resistere alla sua voce interiore che la chiama all'avventura. Vittoria appena lo scopre disapprova e si fa altamente scostante, ma ciò non fermerà le due. O almeno non Iole, che di scrupoli ne ha assai pochi, al contrario di Libera che ha una perenne lotta con se stessa, vede solo responsabilità e colpe e preoccupazioni.
Ecco, se nel primo capitolo Nonna e nipote mi sono leggermente indigeste, Libera meno perchè la capisco, ho lo stesso carattere (anche se non ho la sua calma e le sue doti culinarie) ritroso, timoroso, soppesatore eppure con la vocina che incita all'avventura, all'istinto che talvolta ascolto.
Iole invece mi è estranea per l'eccessivo libertinaggio (non solo amoroso), non riesco a conciliarmi con tali spiriti. Eppure qui mi risulta proprio simpatica, bisognerebbe averla una nonna così se non altro perchè è una libertina, ma non saccente ed arrogante. E' lieve e frizzante!
Capisco meglio anche Vittoria, che continuo a non sopportare per la durezza, talvolta la maleducazione e la scontrosità. Però ho iniziato a vedere oltre la corazza che indossa.
Libera anche si apre, lei e le sue insicurezze, i suoi controsensi. Finalmente si svela anche se non vuol dire che sia tutto più semplice. Infatti la presenza di Furio, cuoco conosciuto da poco, e Gabriele, capo della figlia e migliore amico del defunto marito ne sono la dimostrazione.
E' un piacere alternare o fondere, a seconda dei casi, vita privata ed investigativa. Alla Teruzzi riesce bene, non crea scompiglio ed è tutto ben collegato. Assolutamente ineccepibile la scrittura che è perfetta, si legge che è un piacere e non è affatto banale.
Però, però... Rosa, con che coraggio ci lasci con un finale, meno sensazionale del precedente come rivelazioni bomba eppure più sconvolgente?
Anche se ammetto che la risoluzione del caso principale, o presunta tale, non l'ho capita al 100%, non sono sicura di aver interpretato bene le cose.
Rimango in attesa del nuovo capitolo delle tre donne del Giambellino!
Ma allora è un giallo familiare! :D
RispondiEliminaEsatto!
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