Descrizione: di immigrazione si parla molto, nelle cronache dei giornali e in tv, nei dibattiti pubblici e nelle discussioni private. Eppure molte domande sull’argomento restano ancora senza risposta. Da dove arrivano, e cosa cercano, i migranti che tentano la via del Mediterraneo? Cosa sono, e come si diffondono, le fake news sui flussi migratori? Quali sono i limiti e le responsabilità delle politiche italiane ed europee sull’accoglienza? Che cosa possiamo davvero fare? Con l’intensità e il rigore del grande giornalista, Furio Colombo racconta uno dei temi più caldi del nostro tempo, ne evidenzia le incongruenze e i paradossi, e suggerisce una lettura che sfida il politically correct con la forza delle idee e della ragione. Attuale, scomodo, necessario, questo libro parla in modo diretto, soprattutto a chi non è d’accordo, di ius soli e dei “nostri valori”, di frontiere chiuse e di terrorismo, di guerre lontane e della violenza quotidiana, razzista e xenofoba, che infiamma le nostre città.
Come sapete, questo tema mi prende molto. Non condivido le opinioni intolleranti che stanno diventando la norma.
Qualsiasi forma di letteratura può essere importante per contrastarle.
Furio Colombo, editorialista de Il fatto quotidiano, usa la sua voce per contrastare il fenomeno.
Risponde per lo più a lettere che gli sono indirizzate. Lo fa con sincerità e passione, ma con un "difetto". E' estremamente di parte e chi è contrario non riuscirà a cambiare idea. Non lo fa con opinioni sobrie, non lo farà in questo caso, non come Stefano Allievi con "Immigrazione, cambiare tutto" che è eccezionale e preparato.
Ma offre comunque utili risposte.
Come un elenco di parole strumentalizzate, per esempio.
Il primo che trovo pertinente: "i nostri valori", quelli che uno straniero che arriva qui dovrebbe osservare. E quali? Egoismo? Intolleranza? D'altronde vengono prima gli italiani, che gli altri tornino a casa loro.
Anche perché, dopo che il ministro degli Interni Alfano, nel 2016, ha presentato una lettera, un libro e un film ai migranti i viaggi avrebbero dovuto interrompersi. Se tu, migrante, sai che rimarrai in mutande per pagarti un viaggio pieno di rischi e potenzialmente mortale, non partirai, no? E sicuramente avrai internet per accedere a tali informazioni.
Non solo, abbiamo mandato militari ad agire in loco per impedire le traversate nel deserto.
Fossimo davvero egoisti penseremmo al futuro africano. Per dire: il lago Ciad (tra Niger, Ciad, Nigeria e Camerun) ormai è una pozzanghera. Il terreno non viene curato, il terrorismo dilaga, la siccità (e migranti climatici, non solo di guerra, di fame) è ormai un dato di fatto. Avere a cuore la salute del pianeta e cercare di lavorare sui conflitti e gestire meglio l'emergenza migratoria da noi (magari non buttare in strada i migranti che, testine, secondo voi che fa gente che deve mangiare e dormire, almeno, dopo quanto affrontato per avere una possibiltà? Tipo, di tutto?) potrebbe essere una buona idea. Solo la siccità è ormai stabile.
E che dire della burocrazia. Sono tutti delinquenti. Grazie al...tram. Almeno per i ragazzi, molti si arrendono e cadono nelle trappole per vivere qui subito e facilmente. Ne parla Alì Ehsani in "I ragazzi hanno grandi sogni" in cui parla della fatica bestiale fatta per avere un futuro qui e di quanto spesso sia stato vicino a cedere.
Poi...Rimpatriamoli. Mmm, dove? In Libia a morire? E anche arrivassero in Libia, in base a che accordi che non sembra esattamente un luogo con una leadership...precisa?
E' ironico che la nostra penisola di fatto sia diventata razzista vista la sua conformazione. Avranno spianato la strada le persecuzioni verso gli ebrei ed il fascismo, per giungere alla Lega (e già qui le risate coi meridionali che la votano, che sia Nord o meno!).
Ma la storia non cambia mai. Raccolti di rabbia di Joel Dyer parla della favola del nemico straniero che ci ruba lavoro, casa, cultura, religione, tutto. Ci vengono passate tutte le notizie possibili e noi a crederci. E' stato pubblicato nel 1998. Tra Trump, Salvini ed altri ci siamo caduti con tutte le scarpe.
Si vedono, da noi, solo referendum e leggi convenienti anche solo per voti. Di fatto legislativo ed esecutivo ormai sono allo sbando e lavora solo il giudiziario. I migranti per molti italiani sono una rottura al pari dei rifiuti da smaltire e si illude che è un problema del governo, non una questione a cui dovremmo partecipare civilmente tutti. Non sappiamo più cosa sia lo Stato né la Democrazia. Siamo solo intolleranti.
Questo libro non è perfetto, ma parla semplice e centra gli obiettivi anche se farà venire i nervi ai partiti anti migranti ed all'italiano medio.
Purtroppo non è facile né agire né smontare notizie manovrate e distorte riguardo i migranti. A volte sono ben costruite, altre sono strumentalizzate, altre falsificate e le persone le prendono subito per verità.
Ma non dobbiamo mai smettere di pensare con la nostra testa, informarci e restare umani. E magari di lottare perché l'Europa lo prenda come un problema di tutti, ne è capace, però non è facile perché ogni paese prende l'immigrazione come una patata bollente che alla fine si lascia cadere a terra.
Tra clima e diritti umani è tempo di decisioni ed azioni. Umane.
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