05/04/18

Recensione in anteprima de Il pianista di Yarmouk di Aheam Ahmad

Trama: Un giovane suona il piano in mezzo a una strada bombardata. Suona per i suoi vicini, e soprattutto per i bambini, per distrarli dalle atrocità della guerra. Un'immagine che ha fatto il giro del mondo diventando un simbolo della catastrofe in Siria, ma anche della inestinguibile volontà delle persone di opporsi in ogni modo alla distruzione. Il suono del suo piano ha raggiunto e commosso milioni di persone nel mondo su Youtube.

Ora Aeham Ahmad racconta la propria storia, la sua infanzia in una Siria ancora in pace, l'inizio delle rivolte e una guerra terribile, la fuga rischiando la vita attraverso il mediterraneo fino in Germania. Allora come oggi, è la sua musica a dargli conforto, infondergli coraggio, e ad avergli salvato la vita.



Aeham Ahmad è un giovane musicista palestinese che vive in Siria nel quartiere di Yarmouk, quello originario dei rifugiati.
I suoi genitori sono aperti e comprensivi, soprattutto suo padre. Aeham viene istruito all'arte musicale sin da piccolo dal suo amato genitore, un musicista atipico ed un artigiano alquanto singolare poichè cieco. Particolare anche come padre, non ha mai picchiato ne particolarmente punito suo figlio. L'unica cosa che voleva era che continuasse a studiare musica e migliorare al piano.
Per Aeham è stata durissima. I suoi anni da studente sono stati doppiamente tragici. Suonava per sforzo e viveva male la sua condizione. In nessuna classe si è mai sentito a suo agio e più andava avanti peggio era.
Finchè, giovane sposo, la città è diventata teatro di scontri dei tanti focolai della "Primavera araba", giunta anche in Siria e che ha reso Yarmouk un quartiere assediato e distruttivo per i suoi abitanti.
Allora, la musica, con cui da alcuni anni era nato l'amore, è diventata un mezzo di offensiva non violenta contro un regime e contro una situazione che sostanzialmente non ha mai riguardato i palestinesi. Infatti è celebre "il pianista di Yarmouk".

Mi sono sentita davvero commossa, leggendo questo libro. Ringrazio ancora l'editore, che non aveva alcun obbligo a fornirmi copia del libro e che ha accolto la mia richiesta, in quanto seguo il tema dell'immigrazione ed alcune situazioni estere.
Si scopre già dalla quarta di copertina che l'autore ha emigrato in Germania, al solito uno di quei viaggi difficili e costosi, un viaggio che molti europei e tanti italiani disapprovano, capaci solo di dire che sono troppi, chissà come fanno a pagare il tragitto se i prezzi sono così alti, che restino a casa loro, troviamo il modo di aiutarli e per pietà nella loro patria. Discorsi non senza fondamento, ma crudi, bigotti, ottusi. Nessuno si ricorda le emigrazioni del secolo scorso e l'ultimo, intollerante, conflitto mondiale. Non tutti per fortuna e qualcuno addirittura va oltre e ragiona.
Ho vissuto con emozione questo libro, questa esperienza di vita che auguro lunga e gioiosa ad Aeham, che resti capace di aiutare la Siria, i siriani ed i palestinesi anche da lontano.
Ho letto con apprensione, affetto, emozione e dolore la sua biografia. Suo padre è un uomo eccezionale che lo appoggia, raramente lo sconsiglia e sono sicura che capisca il suo viaggio, senza rancore alcuno.
La sua esperienza di studente dovrebbe essere d'esempio agli svogliati che abbiamo a casa nostra (includerò anche i miei figli se lo saranno da grandi!). Lui ha sempre rispettato suo padre, studiando un'arte che ci ha messo anni ad appassionarlo. E non gli è nemmeno costato poca fatica! Le ore di studio, il tempo impiegato ad attraversare la città, la solitudine a scuola, l'ambiente scolastico snob della scuola di musica e poi quello degradante delle superiori, la piatta università... E' stata dura ma lo ha fatto. I nostri privilegiati studenti fanno storie per cinque pagine di storia! 
Per non parlare della vita vera... Certo, parliamo di Siria, i giovani lì non sono trattati coi guanti di velluto, specialmente se non ricchi... Ma da sposo e genitore poco meno che trentenne ha sopportato un assedio, si è reinventato mille volte così come la moglie e la famiglia. Ha sempre trovato un modo per farcela. Sopportato una dieta debilitante, non solo per sè, ma anche per suo figlio maggiore. Da musicista e stimato negoziante al nulla e cercando comunque di provvedere ai suoi praticamente col niente. Qui basta un anno senza vacanze per far andare in crisi un giovane ancora a casa con mammà e papà!
E poi mi vengono a fare discorsi razzisti ed intolleranti.. Che prima imparino" a lavarsi la faccia", per usare un'espressione cortese. Poi parlino contro persone come Aeham. Non sono tutti così virtuosi? Ci sono anche attaccabrighe e parassiti? Probabilmente sì. In Italia, in Europa invece no?
Questa storia di vita vera ci parla anche di tradizioni tipiche del popolo palestinese che a noi sembrano quasi sicuramente antiquate, ma ancora tipiche lì. Ad esempio i matrimoni combinati, ai requisiti per sposarsi ed alle regole che stanno dietro alle unioni matrimoniali. A quanto vedo però è una dimensione in cui una donna non è annientata, come spesso si pensa si a in queste zone (e molte biografie parlano di donne di altre culture che vengono annientate in ogni modo). Quindi antiquato, sì, però rispettoso .

Grazie, Aheam Ahmad, per quello che hai fatto, per quello che fai, per quanto farai, per avermi fatto  conoscere la tua storia. E con la mia recensione spero di farla conoscere ad altri ancora.

Nessun commento:

Posta un commento