18/09/17

Recensione de L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio di Haruki Murakami

Trama: Quando vieni tradito dagli unici amici che hai, quando all'improvviso le persone piú care ti voltano le spalle senza una spiegazione, nel tuo cuore si spalanca un abisso dentro il quale è facile precipitare. Tazaki Tsukuru ha convissuto con il dolore di quell'abbandono per troppo tempo. Dopo sedici anni capisce che non può nascondersi per sempre: deve rintracciare gli amici della giovinezza e scoprire il motivo di quel gesto. Ma piú di tutto deve scoprire chi è veramente Tazaki Tsukuru. Il nuovo romanzo di Murakami Haruki è una meditazione sulla natura della felicità, sull'amicizia e il desiderio. Sul prendere coscienza di una cosa: che iniziamo a vivere davvero soltanto quando iniziamo a morire un po'. 

L'incolore Tazaki Tsukuru è un romanzo scritto col classico stampo di Murakami dove si parla di amicizia, fondamentalmente.

Il protagonista, chiaramente  Tazaki Tsukuru, un ingegnere ferroviario, conduce una vita monotona, priva di stimoli. Però conosce Sara, agente di viaggi pragmatica e decisa, assolutamente poco romantica, che è interessata ad una relazione con lui, ma lo sente distante e vuole che risolva i suoi presunti conflitti irrisolti.
E ce ne sono...Infatti Tsukuru ha il cuore congelato, ancora ferito dal tradimento dei suoi quattro fedeli amici del liceo che, di punto in bianco, lo hanno abbandonato, escluso volontariamente.
Lui non ha mai pensato di chiedere spiegazioni, ma è giunto il momento di farlo. Sono passati sedici anni, però a volte non si può andare avanti se non si ottengono delle risposte e sarà quel che Tsukuru decide di fare.

Quel che stupisce del romanzo è che il protagonista non abbia mai pensato di chiedere spiegazioni. Verissimo che la risposta poteva fare paura, ma dopo un certo tempo sarebbe stato sano voler sapere.
Infatti scoprirà che molte cose che credeva gli altri pensassero di lui sono errate così come alcune cose che lui pensava di loro. Il classico quiproquo che nasce dal non parlare, non davvero, che poi si ingigantisce quando vengono fuori situazioni di questo tipo. 
Le scoperte che ha fatto Tsukuru su Ao, Aka, Shiro e Kuro, i suoi ex amici, hanno dello straordinario. Ci faranno capire perchè è successo quel che è successo, ma anche i personaggi. Personalmente ho apprezzato molto Shiro e Kuro, le ragazze del gruppo (Kuro più verso fine romanzo, da donna adulta che non da adolescente), meno gli altri ragazzi/uomini, Ao ed Aka che crescendo sono diventati troppo pieni di sè, degli smargiassi soprattutto in campo lavorativo. Quando si sono espressi sui fatti li ho sentiti molto noncuranti e menefreghisti. E mi viene da dire: quanta sofferenza inutile. 
Si parla molto di amicizia, di accettazione tra le altre cose. Di sè, degli altri, degli eventi passati. Della mancata percezione del tempo che passa e che ci sorprende a tradimento.

E poi si parla di treni, la mia croce ma non la mia delizia, la passione di mio figlio maggiore. E mi ricordano che le ferrovie nostrane e quelle giapponesi sono distanti anni luce. Loro si basano su precisione, professionalità e capacità. Chi viaggia, da noi, raramente vede questi principii rispettati!

Questa lettura mi ha ampiamente soddisfatta, è scritto benissimo ed in maniera dettagliata, senza lasciare nulla al caso, con personaggi perfettamente caratterizzati. Si passa abilmente dal presente, all'epoca dell'amicizia ed ai tempi della sua vita universitaria. E' un romanzo piccolo, ma compatto e pieno di vicende e spunti di riflessione.

Peccato per il finale che non c'è! Manca un pezzo e io so che non è casuale, ma insomma...


1 commento:

  1. Great post!

    You have a nice blog!

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    Have a great day!

    xoxo Jacqueline
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