Trama: Da un lontano mondo incantato, un malvagio incantesimo catapulta l’elfo Lhotar e la fata Ellywick sulla Terra. Dopo mille peripezie i nostri amici sprigionano l’ultima sorgente magica rimasta sul nostro pianeta, facendo sì che tra le vette dell’Himalaya si desti il Marskull. Terribile vortice divoratore di magia, il Marskull devasta quanto incontra sul suo percorso. Con l’aiuto del vecchissimo drago Tanzeum, Lhotar ed Ellywick si preparano per lo scontro finale contro la malefica entità.
Lothar e il risveglio del Marskull è l'esordio di Gionata Scapin, autore padovano, con la casa editrice minore veneziana Marcianum Press e presentato alla fiera del libro locale dove abito, poco fuori Padova.
Si tratta di un fantasy di stampo classico benchè ambientato ai giorni nostri.
Lothar è un elfo che è stato catapultato qui dal suo mondo, Agrilard, assieme alla fata Ellywick da un malvagio stregone del loro mondo. I due approdano in Spagna e da allora i due cercano febbrilmente di tornare a casa. Per fortuna li aiuta l'archeologo Matthias che rischia tutto pur di assisterli sia per amicizia crescente che per la gioia della scoperta, tipica di chi ama davvero il suo lavoro.
La ricerca sarà dura, spesso avara di risultati. Sia perchè la magia non esiste sulla terra sia perchè Lothar ed i suoi amici vengono inseguiti da un gruppo di malviventi, a cui capo c'è il ricco e pericoloso Stephen, ex collega di Matthias, il quale decise di abbandonarli e far fuggire l'elfo e la fata.
E non c'è verso, questa gentaglia saprà sempre rintracciarli!
Sarà quando incroceranno la via di Margarete, affascinante trentacinquenne, che la storia prenderà una svolta perchè custodisce un segreto importante per i nostri protagonisti e loro stessi saranno d'aiuto alla donna che segue un progetto da una vita, senza tuttavia completarlo mai.
Ecco, il libro non è stato brutto, ma mi ha coinvolto poco. Probabilmente ho letto troppi romanzi del genere, quindi sono in pochi a sapermi stravolgere. Questo libro è "accademico". La scrittura è eccessivamente ragionata, poco spontanea, tipica dei lavori "d'antan".
Gli avvenimenti nefasti sono innumerevoli, soprattutto collegati a Stephen ed ai suoi sgherri. Dove passano loro solo morte e distruzione. Roba da toccare corna ogni tre per due e sperare di non incrociarli mai. Va bene che servono un pò di lotta, di antagonisti, ma qui si esagera.
Il romanzo parte troppo velocemente, in piena corsa e da gli elementi posteriormente, ha tante scene rocambolesche (le fughe da Stephen o gli scontri finali con il Marskull, nominato nel titolo). A me quando fanno così piace raramente. Amo la linearità, non gli inizi confusionari. Poi coi colpi di scena sono di manica larga e li gradisco.
Carine le lezioni di vita che però paiono appunto solo "lezioni". Mi va bene che Lothar dica che nel suo mondo non servano documenti per viaggiare perchè la terra deve essere libera e non una prigione come la nostra o che noi umani abbiamo ucciso il pianeta di inquinamento e che faremmo lo stesso al loro, facendo intendere che dovremmo avere cura del nostro. Sembrano "buone abitudini e retti pensieri" buttati là, non metabolizzabili con una storia da batticuore.
In sintesi, romanzo simpatico, ma nulla di eccezionale, nuovo od entusiasmante.
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