23/12/16

Recensione di Una lontana follia di Kate Morton

Trama: Edie Burchill ha un'anima appassionata e un bruciante amore per i libri. Forse per questo non capisce sua madre Meredith, una donna fredda, scostante e silenziosa, che ha passato una vita intera assorta in pensieri che solo lei conosce. Ma un giorno a casa Burchill arriva una lettera con il timbro di cinquant'anni prima: sulla busta, l'indirizzo di Milderhurst Castle, la dimora di campagna dove Meredith, sfollata da Londra, trovò accoglienza quando aveva tredici anni. Di fronte a quella lettera ingiallita dal tempo, Meredith è sconvolta. E la figlia comprende che sua madre nasconde un segreto.

È così che Edie comincia un viaggio nel passato di quella donna che non ha mai conosciuto davvero; un viaggio che inizia proprio dall'imponente castello ormai in rovina, con il suo giardino vasto e impenetrabile, dove Meredith ha vissuto i giorni che hanno segnato il suo destino. Il castello è ancora abitato dalle tre figlie del famoso scrittore Raymond Blythe, allora giovani e bellissime, con una vita piena di promesse davanti a sé. Ma di quelle promesse la vita non ne ha mantenuta nessuna, e loro oggi non sono che tre ombre, prigioniere di una lontana follia, destinate a vagare senza pace tra i corridoi dell'antica dimora. Un luogo che, scoprirà Edie, porta impresso il ricordo di un incendio rovinoso, e di una morte che non ha mai trovato un senso. Solo immergendosi nei misteri di Milderhurst Castle, Edie potrà liberare sua madre da ciò che la opprime. Imparando, finalmente, a volerle bene.


Cara Kate Morton, la nostra conoscenza è stata un pò traumatica, lasciamelo dire.
Questo libro mi è capitato in sorte e ho deciso di provarlo, convinta di trovare un nuovo amore.
Purtroppo non è andata esattamente così.
La storia comincia con Edie Burchill a pranzo, come di consueto la domenica, da sua madre. Mentre le due cucinano arriva stranamente una consegna postale. Meredith, la madre di Edie la legge e si sconvolge. Da li, verremo a sapere con estrema reticenza che la madre di Edie fu una sfollata durante la guerra presso Milderhurst Castle, ma non otterremo molto altro.
Durante una commissione di lavoro, al ritorno, Edie si perde e capita a Milderhurst dove per vari colpi di fortuna riesce a farsi combinare una visita al castello benchè ormai sia chiuso al pubblico.
Lì conoscerà le sorelle Blythe, un trio molto particolare, composto dalle gemelle Persephone-Percy- e Seraphina-Saffy- nonchè dalla minore Juniper. Juniper purtroppo soffre di problemi di confusione mentale. Crede di essere rimasta al tempo in cui aspettò per tutta la notte il fidanzato che doveva sposarla.
E le sorella la proteggono gelosamente. Non sarà la timorosa e timida Saffy ad accompagnare Edie nel castello ma la pragmatica, decisa ed un pò arcigna Percy.
Edie avrà il piacere sia di vedere dove è stato scritto il famoso romanzo "L'uomo del fango" di Raymond Blythe, padre delle sorelle, che ha influenzato significativamente la vita di Edie nelle passioni e nel lavoro, sia di visitare il luogo dove per un periodo ha vissuto sua madre la quale non si fa conoscere.
Edie proverà molte sensazioni, incluso il timore che il castello sa suscitare e la sensazione che qualcosa non sia stato detto. Lei per prima però non rivela la sua identità e dice di essere solo un'appassionata del libro de L'uomo del fango.
Le apparizioni di Edie saranno più frequenti solo alla fine. Per il resto il romanzo alterna capitoli con personaggi diversi, in tempo diversi(è facile fare confusione) e la presunta protagonista indagatrice vivrà sullo sfondo.
Ad esempio, dopo le prime parti nel 1992, ci ritroviamo nel 1941 quando Percy e Saffy, ognuna a modo proprio e durante i vari impegni, sono nervose per l'arrivo dell'ospite invitato da Juniper. Saffy è felicissima, preoccupata perchè vorrebbe rendere la casa al meglio. Poi un pò angosciata e sorpresa perchè in camera di Juniper scopre da carte private che Thomas è il fidanzato che vuole sposare e anche altre cose che Saffy credeva che la sorellina ignorasse.
Percy invece è infastidita. Non le serviva un impegno extra e le chiacchiere della postina fanno il resto.
Nei successivi salti nel passato troveremo il punto di vista di Meredith, all'inizio antecedentemente al 1941 e che riguardano il suo arrivo al castello. Altre parti invece ce la mostreranno parecchio dopo le vicende ma di pochissimi anni.
Non mancherà il  punto di vista di Juniper, ne del padre estremamente particolare e che fa vivere la famiglia praticament in reclusione con la scusa dell'arte, della scrittura, delle responsabilità familiari.
SI augura che le figlie non si sposino per non perdere il castello, principalmente, e per far si che le più dotate possano sempre dedicarsi alla loro arte, specialmente Juniper.
Tutto comunque inizia con la lettera alla madre di Edie che va a riesumare un mistero vecchio di cinquant'anni: cos'è successo la notte in cui Juniper avrebbe dovuto presentare il suo promesso? Perchè lui non è venuto?

Questo per darvi un quadro generale. Le domande troveranno tutte risposta anche se in maniera particolare perchè tutti credono di aver trovato la lettura del mistero (le persone coinvolte) e invece le cose sono andate diversamente, anche se di poco.
Ecco però... Leggere 563 pagine per scoprire tutti i perchè nelle ultime cento... ne avrei fatto a meno!
Dire che la Morton è prolissa è dire poco. Ci ha raccontato per tutto il romanzo tutto e niente con grandi salti temporali e di punti di vista, talvolta confondendomi. La guerra è fondamentale nel racconto nel passato, ma a volte avrei preferito qualche scena d'azione e meno descrizioni sulle norme e attività ausiliarie in tempo di guerra.
Ho amato molto Edie e sua madre. Ho trovato molte rassomiglianze tra loro e tra me. 
Madre e figlia , soprattutto quest'ultima, sono convinte di non avere nulla in comune. Edie si sente estranea alla famiglia (da piccola credeva di essere stata adottata), sognatrice, lettrice, timida. La madre invece è chiusa, criptica, pratica, anafettiva.
Ammetto che avevo molte delle perplessità di Edie anche io da piccola (salvo che mia madre è una chiacchierona). Meredith invece è ben altro rispetto a quello che mostra da anziana.
Peccato cche io abbia trovato piatta la lettura.
Sicuramente è un libro più adatto a chi ama le descrizioni, le riflessioni e la poca azione.

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