07/09/21

Recensione di La donna gelata di Annie Ernaux

 

Trama: Una giovane coppia si sposa, condivide una casa, fa due figli. Anche se animata da ideali egualitari e progressisti, la famiglia presto si sbilancia e tutto il peso delle incombenze di ogni giorno ricade esclusivamente sulla moglie. Un'ingiustizia quotidiana, "normale", che vivono moltissime donne. Con sguardo implacabile "La donna gelata" traccia un percorso di liberazione capace di trasformare l'inconfessabile orrore per la propria vita in coraggiosa e spietata presa di coscienza. Alternando l'impeto di una requisitoria alla precisione di un'indagine, Ernaux ci consegna un'analisi dell'istituzione matrimoniale che non ha uguali nella letteratura contemporanea.

Ho conosciuto l'autrice ed il libro grazie ad un articolo sul settimanale Grazia.
Più che gelata, una donna, leggendolo si sente raggelata, emozione ancora più forte.Qui l'autrice narra, a quanto mi pare di capire, quella che potrebbe essere la sua vita e, allo stesso tempo, di molte.
C'è una giovane cresciuta da una coppia atipica, un padre "caalingo" ed una madre volitiva, una capofamiglia. Per lei ci sono poche dolcezze, ma anche l'incapacità di vedere le differenze uomo/donna, differenze che imparerà duramente sul campo. Prima un commento su come finiscono quelle come lei, poi il confronto con le madri delle sue amiche.
Giungeranno l'adolescenza, la maturità, la vita adulta, il tutto corredato dallo studio che, all'epoca, per una donna, può essere interrotto presto (matrimonio e figli in primis). L'obiettivo di una ragazza modello è sposarsi e mettere su famiglia, mica studiare e lavorare. Per fortuna la madre la sprona a vivere ed a non arrendersi.

La nostra voce narrante non ci sta. Protesta, agisce e noi ci infervoriamo con lei. Una donna può studiare e lavorare, può decidere del suo corpo, sin da giovane ha diritto all'educazione sessuale. Che il libro parli di un'epoca  dagli anni '40 in poi non cambia l'indignazione e la voglia di far di meglio. Pare che siamo arrivati nel pieno del progresso, eppure non è così. Perché c'è ancora chi si permette di fare catcalling, chi sminuisce una donna perché facente parte del " sesso debole" o la si ritiene "isterica" se si inalbera? Purtroppo ancora oggi ci sono due pesi e due misure circa l'uomo, a cui tutto (o quasi) è concesso, e la donna, che deve rispondere agli ideali ed al contempo faticare il triplo di un uomo per ottenere metà di ciò che raggiunge mediamente un lui.

Questo è un lungo ininterrotto monologo di 188 pagine, nessun capitolo, solo vita, pensieri e dialoghi diretti nel mucchio. E' un flusso di coscienza in ordine più o meno cronologico.
 E ci svela un dettaglio cui non si presta attenzione: l'autrice si lamenta, reagisce, ma al dunque questa vita l'ha comunque addomesticata ed avvinta, un po' le piace, il traguardo per cui ha lottato ha meno gusto, si è abituata a ciò che ci si aspetta da lei.
Il problema è che occorrerebbe una vita il più possibile eguale per tutti, senza preconcetti, i quali erano molto forti il secolo scorso e certo non sono scomparsi oggi.

La narrazione non è mai banale, anzi è semplice, per quanto instancabile, non improntata alla velocità, allo scoprire cosa accadrà. E' più importante la riflessione e nessuno (certo non una donna) può rimanere indifferente.
Libri come questi andrebbero letti a scuola per stimolare le giovani menti.

Finito il 06/07/21

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