09/09/21

Recensione de Il ritratto di Paola Zannoner

 

Trama: Un romanzo che si legge tutto d'un fiato, capace di suscitare forti emozioni e preziose riflessioni con un ritmo narrativo avventuroso, appassionante, contemporaneo.


Silvia deve chiudere la conversazione, allontanarsi da lì. Cambiare l'espressione tesa, ricondursi dentro l'alveo di un breve scambio con un visitatore assiduo, conosciuto dai custodi. È stata lei a delinearne un profilo rassicurante di giovane studioso di Raffaello. Innocuo finora, ma chissà cosa può produrre il nuovo sistema di sicurezza: cosa può emergere dal suo profilo, con il controllo dei dati? Un fanatico? Un maniaco ossessivo?

Silvia lavora come custode nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. È una tra le dipendenti più giovani e viene reclutata per far parte di un innovativo sistema di sicurezza, gestito da una app che traccia i visitatori in ogni momento e fornisce dati e informazioni incrociandoli con la Pubblica Sicurezza. Proprio nello stesso periodo, Doyun, un giovane coreano silenzioso e affascinante, ogni giorno si presenta nella Galleria per ammirare per ore, come ipotizzato, uno dei capolavori di Raffaello, La Velata. Tra i due ragazzi nasce un sentimento delicato, profondo, che Silvia è spinta a mettere fortemente in dubbio dopo che nel giorno di Pasqua, in un furto senza precedenti, il dipinto scompare, nonostante l'inespugnabile sistema di sicurezza del museo. Chi sarà il principale sospettato? E perché Doyun è diventato così criptico e sfuggente? Come può Silvia essersi sbagliata sul suo conto? Può davvero contare sul suo amore? In una storia mozzafiato tra le viuzze tortuose del centro della splendida città, museo a cielo aperto, i due ragazzi riusciranno a svelare l'arcano trascinati dalla passione e dall'amore per l'arte, nostro patrimonio collettivo. 

Sono cresciuta in una città d'arte e ricca di storia, le quali mi hanno presto soggiogata. Nei romanzi, oerò, l'arte mi stuzzica poco e raramente amo molto storie simili perché mi sembra che finzione ed arte non si amalgamino benissimo.
Questo libro l'ho preso d'impulso, una blogger di cui mi fido parla spesso dell'autrice e l'ho preso nonostante temessi una delusione, intuendo il tema.

Ci troviamo a Firenze, nella galleria Palatina di Palazzo Pitti. Silvia è una custode, ama l'arte ed il suo lavoro. Viene anche selezionata per un innovativo programma per la protezione del patrimonio artistico. Destino vuole che conosca anche Doyun, un giovane coreano che frequenta la galleria. La giovane gli si avvicina perché sembra un po' sospetta e la prudenza non è mai troppa, ma, all'atto pratico, è un bravo ragazzo.
La trama dice di più, troppo, però io mi fermo qui.

Questo libro mi ha coinvolta per più motivi.
Mi immedesimo in Silvia: giovane che deve sostentarsi presto, senza nessuno, seria, anche troppo.  COn Doyun c'è il proverbiale colpo di fulmine, trova un'anima affine e dimentica l'amico farfallone che avrebbe voluto per fidanzato.
Si è anche risvegliato in me l'amore per l'arte, mai sopito, ma al punto di cercare di viverla a fondo, in futuro, magari come lavoro.
In questo libro si respira l'importanza del nostro patrimonio artistico e culturale, della centralità che potrebbe e dovrebbe avere.
E' un libro anche su amicizia e sentimenti, sulle riflessioni di una vita.
Non l'avrei mai detto, forse, oggettivamente non è nemmeno chissà che romanzo (la parte thriller con l'intervento delle forze dell'ordine è un po' stentata, adatta forse a giovanissimi che cercano un romanzo contemporaneo), eppure, leggerlo, mi ha dato un senso di pace e relax.
La scrittura poi mescola scorrevolezza e semplicità ad un linguaggio che a volte utilizza termini complessi e si avvale di nozioni di storia dell'arte e di elementi tipici della realtà museale.
Firenze è un degno sfondo, tra l'altro, e l'amore per la cultura, la storia e l'arte ha sempre pulsato potente.

Finito il 20/07/21


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