31/10/17

Recensione de Il ladro di ricordi di Tiffany Reisz

Trama: Come è possibile che una sola bottiglia di buon whisky possa racchiudere in sé tante questioni irrisolte e vicende passate che hanno ancora un enorme impatto sul presente? Paris, ultima discendente della potente famiglia Maddox, se lo è chiesto parecchie volte e ora che finalmente è riuscita a mettere le mani su quell'unica bottiglia con il nastro rosso al collo potrà forse darsi una risposta e proseguire con la sua vita. Ma Cooper McQueen, l'uomo a cui appartiene di diritto la bottiglia e che ha pagato ben un milione di dollari per ottenerla, non è disposto a rinunciarvi senza ottenere qualcosa in cambio. Paris avrà ciò che vuole a patto che gli riveli le oscure gelosie e i reconditi segreti dei più importanti produttori di whisky, che hanno fatto delle vendette, degli incesti, dei tradimenti un proprio singolare stile di vita. Lui insomma vuole conoscere tutta la storia dei Maddox, produttori di quell'unica bottiglia di whisky con il nastro rosso al collo. E se questo vuol dire portare alla luce scomode verità, forse è giunto il momento.

Non fosse stata per la challenge "un libro al buio" di Reading is Believing  probabilmente non avrei mai letto questo libro. Nel bene e nel male.

La storia è ambientata a fine '900, grosso modo negli anni '80 e viene narrata svariati anni dopo. Si parla di bourbon. E già di per sè sono elementi che non sono di mio interesse, soprattutto il secondo, per il primo è pura diffidenza. Poi però nelle prime pagine riusciamo ad inserire scene piuttosto scontate: il magnate del bourbon che si fa sedurre da una bella donna, la bella donna si rivela una femme fatale con un piano e gli racconta la storia vera della bottiglia rara che lui ha acquistato dai vecchi magnati del bourbon, i Maddox. La storia che Paris, la femme fatale, racconterà è proprio quella della famiglia Maddox, una famiglia piena di oscuri segreti.

27/10/17

Recensione di Eppure cadiamo felici di Enrico Galiano

Trama: Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire. 

Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo. Per la prima volta non è sola. E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso. Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova.
Ma la felicità a volte può durare un solo attimo. Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto. Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi.

E niente, oggi scrivere questa recensione sembra una mission impossible! Da stamattina che provo a mettermi al computer e ne succedono di ogni tipo. Neppure adesso sarebbe il momento, ma come direbbe Elsa "Ora basta!" con tanto di lame di ghiaccio!

Bene, vorrei esordire dicendo che questo libro io non volevo proprio leggerlo. La copertina così simile ad alcuni libri della Donovan mi faceva pensare ad un romance sciocco e tedioso poichè sono di moda le copertine copia incolla. Poi però arrivano le recensioni delle blogger favorite, l'occasione di un gruppo di lettura e le idee cambiano. 

Questo libro mi ha catturata sin dalla prima riga perchè è stato capace di catapultarmi nel passato, mi ha riempito di ricordi e sensazioni niente affatto piacevoli eppure al contempo di nostalgia.
Protagonista infatti è Gioia Spada, diciassettenne con una famiglia problematica alle spalle e vittima palese di bullismo e chiaramente nessuno che alzi un dito. Anzi no, qualcuno c'è ed è il personaggio che più ho amato nel libro: il professor Bove, insegnante di filosofia di Gioia.
Il professore non è un eroe, ma, con la scusa di insegnare filosfia, non si limita ad insegnare la teoria, bensì a fornire vere e proprie lezioni di vita che vi lascio scoprire da soli. Semplicemente geniali. Ed ha anche un senso della giustizia non indifferente. Vedete come mette i voti!

23/10/17

Recensione de Lo Zahir di Paulo Coelho

Trama: Un giorno, uno scrittore famoso scopre che la moglie, corrispondente di guerra, lo ha abbandonato senza lasciare traccia e senza alcuna spiegazione plausibile.

Nonostante il successo e un nuovo amore, il pensiero dell'assenza della donna continua a tormentarlo e gli invade la mente fino a gettarlo in un totale smarrimento. E' stata rapita, ricattata, o semplicemente si è stancata del matrimonio? L'inquietudine che gli deriva è tanto forte quanto l'attrazione che lei continua a esercitare su di lui. La ricerca di lei - e del significato della propria vita - porta lo scrittore dalla Francia alla Spagna e alla Croazia, sino a raggiungere gli affascinanti paesaggi desolati dell'Asia Centrale. E ancora di più, lo allontana dalla sicurezza del suo mondo verso un cammino completamente sconosciuto, alla ricerca di un nuovo modo di intendere la natura dell'amore e il potere ineludibile del destino. Con questo suo nuovo romanzo, Lo Zahir, Paulo Coelho non solo conferma le sue doti di scrittore, ma anche la sua straordinaria capacità di intuire che cosa significhi per un essere umano vivere in un mondo ricco di possibilità.

Ho provato a leggere Paulo Coelho tanti anni fa su spinta di un'amica che adora questo autore. Non ricordo nulla, nemmeno il titolo, ma è rimasta la sensazione "mai più".
Ero quindi un pò preoccupata nell'accingermi a questa lettura visti i precedenti. Però l'inizio non è stato malvagio, tanto da farmi pensare di essere malfidata come mio solito.

Il libro si apre con la scena di questo famoso scrittore che ha a che fare con la polizia per la presunta scomparsa della moglie, corrispondente di guerra, scomparsa che preoccupa anche lui benchè sappia che non sia stata rapita, ci sono fatti che non ha rivelato che gli fanno credere così. E' anzi piuttosto probabile che c'entri qualcosa Mikhail, interprete kazako di Esther, la sua coniuge. 
Inizia quindi un periodo di tormento per questo stato di incertezze che porta il letterato a rivangare la sua storia tormentata storia passata, agli albori del suo rapporto con Esther, un rapporto che la donna ha voluto rispetto a lui, innanzitutto per la sua volontà di portare il marito sulla strada della scrittura, una strada che lo ha sempre spaventato. Ma grazie alla sua perseveranza lui raggiunge il successo.
Lui cerca il momento in cui è successo l'irreparabile, che ha portato la moglie ad andare via e perchè. In questo percorso sarà senz'altro utile l'aiuto dello stesso Mikhail, sarà un viaggio interiore ed esteriore che rivelerà molto al protagonista del romanzo.

19/10/17

Recensione de Il tempo dell'attesa - I Cazalet Volume secondo di Elizabeth Jane Howard

Trama: È il settembre del 1939, le calde giornate scandite da scorribande e lauti pasti in famiglia sono finite e l’ombra della guerra è sopraggiunta a addensare nubi sulle vite dei Cazalet. A Home Place, le finestre sono oscurate e il cibo inizia a scarseggiare, mentre una nuova generazione prende le fila del racconto. Louise realizza il sogno della recitazione e nel frattempo incontra colui che diventerà suo marito, Polly non fa che pensare a se stessa, e Clary si guadagna tutta la nostra comprensione quando rifiuta di credere alla morte dell’amato padre e attende il suo ritorno. Mentre le ragazze aspettano di poter proseguire le proprie vite per diventare finalmente adulte, l’intera famiglia Cazalet è in attesa, in quegli anni difficili dell’inizio della guerra, in cui nessuno sa quando la vita tornerà quella di prima.

Eccomi presto di ritorno presso i Cazalet, un ritorno che temevo perchè finire il primo volume non è stato affatto semplice.
Per qualche strano motivo affrontare questo è stato più naturale, forse perchè conosco meglio i personaggi e posso dirmi già dentro la storia, orientarmi meglio. Infatti sono scivolata nei fatti senza grossi problemi.

I capitoli, ho notato, sono più brevi e c'è una novità circa la narrazione.
Le vicende riprendono ad un anno di distanza dai fatti del primo volume ed il peso della guerra si fa sentire. La spensieratezza è andata via, anche chi gode di una favorevole condizione economica, come appunto i Cazalet, deve risparmiare e stare attenta. I pranzi in famiglia sono più parchi, si deve vivere in maniera riservata, tranquilla e più parsimoniosa di prima, ritirati ed attenti alla sicurezza della casa, soprattutto alla sera quando ci si deve oscurare per non farsi bombardare dai tedeschi. Perchè, purtroppo, il conflitto non è più una possibilità, ma una realtà pericolosa. A chi resta a casa sembra raramente di essere in guerra se non per la noia e le restrizioni, però il rischio di venire colpiti c'è.

13/10/17

Recensione di The Winner's Curse - La maledizione di Marie Rutkoski

Trama: In quanto figlia di un potente generale di un vasto impero che riduce i schiavitù i popoli conquistati, la diciassettenne Kestrel ha sempre goduto di una vita privilegiata. Ma adesso si trova davanti a una scelta difficile: arruolarsi nell’esercito oppure sposarsi. La ragazza, però, ha ben altre intenzioni... Nel giovane Arin, uno schiavo in vendita all’asta, Kestrel ha trovato uno spirito gentile e a lei affine. Gli occhi di lui, che sembrano sfidare tutto e tutti, l’hanno spinta a seguire il proprio istinto e comprarlo senza pensare alle possibili conseguenze. E così, inaspettatamente, Kestrel si ritrova a dover nascondere l’amore che inizia a sentire per Arin, un sentimento che si intensifica giorno dopo giorno. Ma la ragazza non sa che anche il giovane schiavo nasconde un segreto e che per stare insieme i due amanti dovranno accettare di tradire la loro gente o altrimenti tradire sé stessi per rimanere fedeli al proprio popolo. Kestrel imparerà velocemente che il prezzo da pagare per l’uomo che ama è molto più alto di quello che avrebbe mai potuto immaginare… 

In un tempo imprecisato l'impero di Valoria ha conquistato e sottomesso Herran, florido regno dedito ai commerci ed alla navigazione. Da allora la popolazione herrana vive in schiavitù e i valoriani comandano incontrastati.
Kestrel, figlia del generale, è all'apice di questo sistema. Gode di privilegi, ma è un'anomalia tra la sua gente. Non vorrebbe né arruolarsi né sposarsi, come prevede la legge, adora la musica e non è la combattente che ci si aspetterebbe. Ma ha una mente brillante, una mente che alberga in un animo che non è disposto a perdere e che vive di strategia, una mente che la porterà a portarsi a tutti i costi a casa Arin, schiavo herrano, che la colpisce per la sua diversità in mezzo agli altri. Con lui crescerà presto una complicità che verrà mal vista perchè le due popolazioni hanno ruoli ben precisi.
Purtroppo il destino o le conseguenze storiche, porteranno i protagonisti davanti a scelte inderogabili e distruttive per loro. Scegliere loro stessi e tradire tutti? O scegliere tutti e tradire se stessi?

11/10/17

Recensione di La costola di Adamo di Antonio Manzini


Trama: Una donna, una moglie che si avvicinava all’autunno della vita, è trovata cadavere dalla domestica. Impiccata al lampadario di una stanza immersa nell’oscurità. Intorno la devastazione di un furto. Ma Rocco non è convinto. E una successione di coincidenze e divergenze, così come l’ambiguità di tanti personaggi, trasformano a poco a poco il quadro di una rapina in una nebbia di misteri umani, ambientali, criminali.

Per dissolverla, il vicequestore Rocco Schiavone mette in campo il suo metodo annoiato e stringente, fatto di intuito rapido e brutalità, di compassione e tendenza a farsi giustizia da sé, di lealtà verso gli amici e infida astuzia. Soprattutto, deve accettare di sporgersi pericolosamente verso il mondo delle donne, a respirare il carattere insinuante, continuo, che assume la violenza quand’è esercitata su di loro. Ogni interrogatorio condotto da Schiavone accende la curiosità della prossima rivelazione, ogni suo passo sollecita l’attesa del nuovo indizio, mentre intorno si sparge contagiosa la crescente sua commozione, si trasmette il suo malumore, e si fa convincente il pessimismo sgorgato dal suo «baratro di tristezza».

Le storie nere con Rocco Schiavone restano impresse. Per la geometrica densità dell’intreccio; per la cesellatura minuziosa di un personaggio la cui immagine ha la forza di uscire dalla pagina.

Ho letto il primo volume molto tempo fa e mi sono buttata nel vuoto perchè il noir non è un genere che propriamente mi si addice (nemmeno il giallo). E invece mi è andata bene, perchè continuo a preferire altro, ma questo autore è bravissimo e mi viene riconfermato in questo volume.

Se all'inizio Rocco Schiavone sembra, consentitemi, uno stronzo, e lo è, poi lo si scopre a 360°. Non c'è solo la faccia tosta, il caratteraccio, ma anche l'ironia, la profondità e il grande senso di giustizia.
In questo secondo volume si trova ad indagare su un caso ambiguo: un'apparente impiccagione che si rivela essere un omicidio e con molti elementi che non quadrano: c'è la cucina disastrata, la stanza matrimoniale studiata scientificamente da dove mancano sicuramente dei gioielli e la stanza dove c'è l'impiccata, Ester Baudo. Insomma, un elemento non quadra con l'altro perchè ogni parte della casa racconta una storia diversa e così le persone a contatto con la casa e la morta.

09/10/17

Recensione de I Cazalet - Gli anni della leggerezza - Volume Primo di E. J. Howard

Trama: È l’estate del 1937 e la famiglia Cazalet si appresta a riunirsi nella dimora di campagna per trascorrervi le vacanze. È un mondo dalle atmosfere d’altri tempi, quello dei Cazalet, dove tutto avviene secondo rituali precisi e codici che il tempo ha reso immutabili, dove i domestici servono il tè a letto al mattino, e a cena si va in abito da sera. Ma sotto la rigida morale vittoriana, incarnata appieno dai due capostipiti affettuosamente soprannominati il Generale e la Duchessa, si avverte che qualcosa sta cominciando a cambiare.

Ma c’è anche il mondo fuori, e la vita domestica dei Cazalet s’intreccia inevitabilmente con la vita di un paese sull’orlo di una crisi epocale. Mentre le vicissitudini private dei personaggi vengono messe a nudo e vicende grandi e piccole intervengono a ingarbugliare le loro esistenze, si comincia a mormorare di una minaccia che viene dal continente, e che assume sempre più spessore nelle consapevolezze dei protagonisti, fino a diventare tangibile: la seconda guerra mondiale è alle porte.


Evviva, ho finito il primo volume!!! Vittoria!

Sì, la mia esclamazione vuole dire che la lettura è stata pesante, ma non pessima.
Se non fosse stato per la challenge "Leggendo Serialmente" dei blog "Un libro per amico" e "Desperate Bookswife" non credo avrei iniziato tanto presto questa saga.

I Cazalet sono una pentalogia che parla appunto di questa grande famiglia borghese degli anni '30. La storia è ambientata in Inghilterra ed è davvero piena di sfaccettature, infatti fare una recensione sensata e completa è assolutamente difficile.

All'inizio ho avuto molte difficoltà. Innanzitutto, la storia si apre con Phyllis, cameriera della famiglia di Edward Cazalet, secondogenito della Duchessa e del Generale, forse per farci entrare di colpo nella tipica giornata inglese di una famiglia tardovittoriana del tempo. Ecco, io mi aspettavo che la storia partisse dai capostipite della famiglia! Quindi ci è voluto un pò per capire ed ambientarmi.
Man mano ci verranno presentati i figli del patriarca, le loro mogli, i loro figli ed anche i domestici, tutti in preparazione e fermento per l'organizzazione dell'estate presso la dimora dei Cazalet senior.
Inutile negare che si respira la storia perchè viene raccontata proprio la vita tipica, le concezioni e consuetudini dell'epoca, oltre che i suoi limiti.

04/10/17

Recensione di Le Cosmicomiche di Italo Calvino

Trama: «Avevo preso l'abitudine di segnarmi le immagini che mi venivano in mente leggendo un libro per esempio di cosmogonia, cioè partendo da un discorso lontano dal meccanismo di immaginazione che mi è consueto.»
(Da un'intervista del 1965)
I grandi miti della fantascienza: astronavi, macchine futuribili, viaggi interstellari, rivisitati e trasformati da una fantasia ironica e intelligente.


E' la seconda volta quest'anno che mi capita di leggere Calvino quest'anno e mi sorprende sempre più. 
Lo apprezzo come persona, molto tollerante ed attivo nei propri propositi, parte del merito, se non molta, è della famiglia, piena di scienziati, che lo ha educato nel laicismo (scelta molto ardita nel 1934).
In questa raccolta di racconti, fintamente fantascientifica, lo scrittore si sperimenta. Legge molto e le letture gli suscitano idee che poi cerca di tradurre in racconti, non tutti finiti subito, alcuni ritoccati molto o appena, ma quell'appena vuol dire tutto.