10/09/21

Recensione di Circe di Madeline Miller


Trama: Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull'isola di Eea, non si perde d'animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l'ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l'astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell'Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov'è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.

Sono appassionata di  mitologia e questo libro mi ha subito attratta. Il GdL è stata una ghiotta occasione organizzata da Leggo Quando Voglio.

Di Circe avevo un'immagine vaga. Seduttrice innamorata della preda, il famoso Odisseo di cui quasi esclusivamente si narra.
Madeline Miller dipinge una maga a me ignota.
Ci narra dei suoi genitori, Perseide la ninfa ed il titano Elios, dell'infanzia con i fratelli Pasifae, Perse e l'amato Eete, tutte serpi che le si rivolteranno contro. La sua è una vita di delusioni, di gioie strappante o mai avute. E della suprema punizione per aver rivendicato ciò che lei è: una pharmakis, una maga.
Verrà esiliata, anche se credo che sia il punto più pieno di licenze perché, fino ad Odisseo,di Eea, luogo dell'esilio di Circe, si sa ben poco.
Sconvolge il declino dell'eroe, tornato ad Itaca accecato da Atena e cambiato dal conflitto. Metamorfosi di cui vi sono tracce nella storia epica.

L'autrice ha saputo parlare di una dea unica nel suo genere. Divina, dalla voce umana, capace di compassione e di determinazione.
I lunghi secoli a disposizione la trovano ingenua, ferita, arrabbiata, feroce, saggia.
Questo romanzo, senza volerlo, è estremamente femminista. Perché Circe è tosta, matura, si rende indipendente ed inimitabile anche nella scelta della maternità (che ignoravo!). E' una combattente,  non  si arrende mai.
La narrazione non ci rende partecipi di grandi gesta eroiche, salvo dei momenti tesi ed anche avventurosi, ma sa infiammare e tenere gli occhi incollati alle pagine, facendoci desiderare di essere più veloci, sapere di più, tutto e subito ed anche temere di arrivare alla fine, tristi per aver concluso il libro o timorosi della delusione dell'ultima pagina. Delusione che io non ho avuto. Per me il finale è stato perfetto, un cerchio che si chude.

La mitologia si è fatta reale, presente e viva e la lettura non può che procedere a ritmo incalzante, facendoci deliziare delle piccole pepite gettate costantemente per richiamare la nostra già catalizzata attenzione. D'ora in poi sarò più affezionata a Circe.
Questo libro, pur più emozionante de "Il canto di Calliope" di Natalia Haynes (che trovo di un eccellente e cupo realismo), si afferma, con l'altro testo menzionato, come tra le migliori rivisitazioni mitologiche (io comunque metto Andrea Marcolongo sopra ai classicisti che conosco come mi a preferita!).

Finito il 29/07/21

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