08/09/21

Recensione di Rovina e Ascesa di Leigh Bardugo - Girshaverse vol.3

 

Trama: L'Oscuro ha ormai esteso il suo dominio su Ravka grazie al suo esercito di creature mostruose. Per completare i suoi piani, gli manca solo avere nuovamente al suo fianco Alina, la sua Evocaluce. La giovane Grisha, anche se indebolita e costretta ad accettare la protezione dell'Apparat e di fanatici che la venerano come una Santa, non ha perso però le speranze: non tutto è perduto, sempre che un certo principe, sfacciato e fuorilegge, sia sopravvissuto, e che lei riesca a trovare la leggendaria creatura alata di Morozova, la chiave per liberare l'unico potere in grado di sconfiggere l'Oscuro e distruggere la Faglia. Per riuscirci, la potente Grisha dovrà tessere nuove alleanze e mettere da parte le vecchie rivalità. Nel farlo, verrà a conoscenza di alcuni segreti del passato dell'Oscuro che getteranno finalmente luce sulla natura del legame che li unisce e del potere che l'uomo esercita su di lei.

Con una nuova guerra alle porte, Alina si avvia verso il compimento del proprio destino, consapevole che opporsi all'ondata di crescente oscurità che lambisce il suo paese potrebbe costarle proprio quel futuro per cui combatte da sempre.

Finalmente posso mettere anche io la parola fine a questa serie, per ora. Siamo giunti al terzo volume della trilogia.
Alina deve recuperare le forze, l'Apparat la tiene reclusa e viene venerata, mentre l'Oscuro sta estendendo il suo dominio. Ma la giovane non è sola e grazie a tutti i suoi amici, compreso Nikolai, il futuro re di Ravka, riuscirà a mettersi sulle tracce dell'uccello di fuoco, il terzo amplificatore di Morozova.
Certo l'Oscuro sarà  un nemico formidabile, capace di assoggettare il mondo al suo dominio.

Pur essendo un "classico fantasy", col cattivo da sconfiggere, questo è speciale. E' presentato come una favola (ed in netto contrasto con la dilogia Sei di Corvi, più cupa), ma è ricco di realismo.
Ravka è un paese in guerra, una monarchia militare. Anche senza combattere si subiscono perdite. Ed è ciò che accade ai protagonisti che sono anche chiamati a compiere un difficile percorso di maturazione, senza sconti come è d'uso in tempo di guerra. Ognuno di loro, però lo porterà a termine, venendo a patti col proprio dolore (elemento di cui ognuno è ricco). Altro caratteristica di pregio è la fallacità dei personaggi, nessuno è l'eroe perfetto e spesso deve confrontarsi col peggio di sé,
In questa serie la vittoria ha anche il sapore della perdita e della sconfitta ed è giusto così perché il mondo è fatto di sfumature.

Leigh Bardugo non ha fretta e ci porta lungo il suo percorso con calma, senza risparmiare particolari, ma senza nemmeno essere tediosa. Ha saputo creare un universo e personaggi ben caratterizzati di cui sentire la mancanza.
Alina e Mal (ma anche l'Oscuro) mi mancheranno. Quanto mi hanno fatto soffrire! Genya ha imparato a farsi apprezzare ed è uscita dal suo grazioso guscio, così come David (forse). Nikolai non mi fa capitolare, però è speciale. Zoya fa parte del quadro, ma è troppo arrogante. L'Apparat lo malsopporto sempre. Troppo zelante, viscido e manipolatore (senza la grazia e l'arguzia di Nikolai).

Sono curiosa di leggere anche i controversi Rule of wolves e King of Scar solo per reimmergermi nelle atmosfere. E magari  rivedere la serie tv che è fatta tutto sommato bene, con dei cambiamenti pertinenti che ben si sposano ai libri creando un prodotto complementare. 

Finito il 13/07/21


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