20/08/21

Recensione de La luce degli abissi di Frances Hardinge

 

Trama: Da sempre Hark e Jelt sanno che, appena sotto il mare, esiste l'Abissomare, l'antica dimora dei mostruosi dèi che a lungo terrorizzarono l'arcipelago della Miriade. Riti sacerdotali e sacrifici servirono per anni a placare l'ira delle divinità marine, fino al giorno del Cataclisma, quando in un'esplosione di follia si distrussero a vicenda. Le loro reliquie, che conservano un potere divino, sono molto ambite dai piccoli truffatori come Hark e Jelt, in fuga dalle leggi del governatore e dai contrabbandieri. Due amici inseparabili, almeno finché i fondali non restituiscono una reliquia diversa da tutte le altre: un globo pulsante, intriso di un potere straordinario e oscuro, che potrebbe distruggere non soltanto l'amicizia di Hark e Jelt, ma tutto il loro mondo.

La luce degli abissi è un romanzo per ragazzi, ma non certo di infimo livello e mi ha permesso di conoscere una nuova autrice.

Il protagonista è Hark, un quattordicenne che vive a Bramadidama, un'isola delle Miriadi, arcipelago noto per essere stato la patria degli dèi che vivevano sotto il mare, nell'Abissomare, e di cui tanti si dicono nostalgici.
Il giovane ha una fascinazione per la sua isola e per le leggende, ha una mente brillante, ma si fa circuire dal delinquente  ed amico Jelt, orfano come lui ed altri ragazzi, dopo il Cataclisma che vide le divinità darsi battaglia e sterminarsi a vicenda senza motivo.
Questo ragazzo lo convince a partecipare ad un colpo che ha il solo risultato di fare arrestare l'amico Hark, poi venduto in vassallaggio e mandato con la nuova padrona presso Nihdo, isola sede del Santuario che venerava gli dèi.
Jelt però è continua fonte di guai e riuscirà a coinvolgere Hark perfino durante la sua nuova vita che si preannuncia ricca di opportunità. Inutile dire che i guai saranno grandi, abissali!

Questo libro è per ragazzi, ma, per quanto utilizzi un linguaggio semplice, è denso e spinge a pensare e raccogliere le informazioni, nonché a tenere nota dei neologismi utili alla storia. Ma non è solo questo. E' un romanzo che insegna l'amore per la propria terra (senza essere leghisti) poiché Hark ama visceralmente la sua isola e l'arcipelago con le sue storie.
Ci mostra che è possibile cambiare anche quando veniamo etichettati e dunque ci si aspetterebbe il comportamento consono all'etichetta.
Impariamo che possiamo affrontare paure e scomodità e faticare per un obiettivo anche se la riuscita è tutto meno che probabile.
E' riconosciuta l'importanza delle origini di  un luogo, conoscere i segreti completa il puzzle della conoscenza, apre la mente e ci fornisce strumenti utili.
Il protagonista vive un'avventura di formazione in cui apprende anche cosa siano etica  e morale, lui che ha vissuto una vita da delinquentello senza legami (ma al suo posto avrei affogato ben presto Jelt, personaggio che rovina gli altri, a sua volta rovinato dalla vita, l'unico finora a cui Hark aveva erroneamente dato lealta, ricevendo in cambio opportunità stroncate). Impara anche a camminare sulle sue gambe ed a non farsi condizionare (anche se non sembra mai perché ci è vicino e poi cede).
In più, ciò che conta da ragazzi è una storia che catturi, perché è un racconto EPICO!
L'iliade e l'Odissea di un tredicenne: zero sentimentalismi ed amorazzi, tanti pasticci, lotte, guai ed avventure.
La Miriade mi mancherà ed anche Hark, un ragazzo che ha faticato a trovare il suo potenziale.
Fortuna che ho altri libri dell'autrice ad attendermi.

Finito il 02/03/21


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