20/07/18

Recensione de Il catalogo delle donne valorose di Serena Dandini

Descrizione: "È facile per una donna essere valorosa. Il salto mortale per tentare di mettere insieme casa, lavoro (sempre se si riesce a trovarne uno), magari figli e cure sparse a parenti vari... già dovrebbe far scattare una decorazione al merito. Il piccolo inconveniente da secoli è che non c'è nessun podio o inno pronto ad accogliere queste vincitrici, né tantomeno una medaglia da appuntar loro al petto. È un annoso argomento che studiose molto più autorevoli di me hanno già posto all'attenzione mondiale: per semplificare la pratica potremmo dire che, mentre l'Uomo Invisibile è diventato una star cinematografica, le donne spesso sono invisibili e rimangono tali. Eppure le esponenti di quella che una volta veniva chiamata 'l'altra metà del cielo' hanno fatto la storia, contribuendo all'evoluzione dell'umanità in tutti i campi possibili: dall'arte alla letteratura, dalla scienza alla politica, non trascurando la cibernetica e la fisica quantistica; ma per uno strano sortilegio raramente vengono ricordate, con difficoltà appaiono nei libri di storia e tantomeno sono riconosciute come maestre e pioniere: in sintesi, si fa fatica a intestar loro persino una strada periferica." Partendo da questa amara ma indiscutibile premessa, Serena Dandini decide di raccontare le vite di trentaquattro donne, intraprendenti, controcorrente, spesso perseguitate, a volte incomprese ma forti e generose, sempre pronte a lottare per raggiungere traguardi che sembravano inarrivabili, se non addirittura impensabili. Così, una accanto all'altra, introdotte dai meravigliosi collages di Andrea Pistacchi, scorrono le vite di Ilaria Alpi, la giornalista uccisa mentre indagava su scomode verità, Kathrine Switzer, la prima donna a correre la maratona di Boston, Ipazia, che nel IV secolo, contro i divieti ecclesiastici, osò scrutare il cielo per rivelare il movimento dei pianeti, Olympe de Gouges, autrice nel 1791 della rivoluzionaria Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, fino a Betty Boop che, pur essendo solo una donnina di carta, ha dovuto comunque subire una censura per via della propria esuberanza. In attesa di un riconoscimento ufficiale con tanto di busti marmorei e lapidi a eterna memoria, l'autrice ha affiancato alle protagoniste del suo libro altrettante rose che lungimiranti vivaisti hanno creato per queste donne valorose. "Questo catalogo non ha la pretesa enciclopedica di fare giustizia dell'amnesia collettiva che ha privato la storia di una parte essenziale del suo albero genealogico, ma vuol solo farvi 'assaggiare' quell'epopea sommersa. Se il mondo dei 'padri' illustri ha fatto cilecca in molti campi, per fortuna abbiamo ancora un terreno inesplorato di 'madri' eccellenti e autorevoli a cui rivolgerci con un nuovo entusiasmo - cattive maestre comprese, che non guastano mai in una corretta educazione." Una delle scrittrici più importanti e amate d'Italia scrive un libro appassionante e necessario, restituendo ai lettori le vite di donne formidabili, per alimentarne la memoria e perché possano essere di esempio per le nuove generazioni.

Ho preso questo volume in biblioteca spinta dalla curiosità. Chi saranno mai queste donne valorose?

Lo scopro presto con una nostra contemporanea su cui non ho posato gli occhi, ovvero Ilaria Alpi, giornalista del Tg3, morta durante un agguato a Mogadiscio, in Somalia, mentre cercava di gettare luce su alcune vicende poco chiare, come smaltimento illegale di rifiuti e traffico d'armi. 
Ed è la prima storia a farmi vergognare della mia ignoranza.
La seconda è quasi peggio: Josephine Baker, naturalizzata francese, energica e brillante, è una ballerina che lavorerà anche per la Resistenza. Nella natia America ha provato a difendere i diritti dei neri, obiettivo ancora oggi non del tutto realizzato, leggendo i fatti di cronaca.
Conosco la figura di Vanessa Bell, sorella di Virginia Wolf, approfondisco la scrittrice Karen Blixen de La mia Africa. Scopro che volontà granitica aveva Grazia Deledda.
Ma anche personaggi come Olympe De Gouges, nata Marie Gouze. E' inesatto definirla rivoluzionaria, ma era sicuramente avanti coi tempi perchè parla già all'epoca della rivoluzione francese di contratti simili alle coppie di fatto al posto del matrimonio e dei diritti della donna e della cittadina. Surreale per l'epoca.
Conoscerò Wangari Muta Maathai, ambientalista africana che cerca di difendere il suo Kenya in tutti i modi. Una regione le cui foreste rimaste sono il 2% ! E poi ci si lamenta dei migranti, nessuno calcola le migrazioni ambientali, tra le varie, nate dallo smodato desiderio di costruire, avere e sfruttare all'inverosimile il pianeta... Collega, benchè in maniera diversa Miriam Makeba, simbolo della lotta all'apartheid con le sue canzoni.
Si parlerà anche di Ipazia, famosa matematica, filosofa ed astronoma, che non si è piegata alla religione cristiana, che si caratterizza come fede persecutrice dopo che i suoi fedeli sono stati a lungo perseguitati. Coerente. Una mente brillante uccisa dal fanatismo.
E che dire di Nellie Bly, prima giornalista donna? O Alice Guy, prima regista, prima in tutti i sensi ad aver inventato il cinema, illuminata dai fratelli Lumière?
C'è da leggere anche su Cristina di Belgioioso, figura importante del Risorgimento che non sta tanto simpatica al Manzoni.
Tra coloro che non presento più al dettaglio: Annie Besant (che ha a cuore schiavitù e controllo delle nascite), pure la celebre Betty Boop (procace, irriverente ed indipendente, anche se è un cartoon non si fa amare dagli uomini), la femminista nera Angela Davis,la bandita Phoolan Devi che rinasce grazie alla malavita dedita alla lotta alle ingiustizie (Sembra ironico), la violoncellista Jacqueline Du Pré, l'attivista Emma Goldmann (tra le sue battaglie: diritto per l'aborto, controllo delle nascite, diritti dei lavoratori),Emma Hamilton, la femminista Carla Lonzi, la partigiana Irma Bandiera, la matematica Maryam Mirzakhani, l'attrice Jeanne Moreau,l'attivista per i diritti LGBT in Uganda Kasha Jaqueline Nabagesera, la ballerina Anna Pavlova, la rivoluzionaria Qiu Jin, l'antinazista Sophie Scholl, la cantante Monique Serf, la maratoneta Kathrine Virginia Switzer, la guerrigliera del "Che" Tanja-Haydée Tamara Bunke, Giuseppina Bonaparte, la cantante messicana Chavela Vargas,l'attrice Monica Vitti.

Di donne che hanno lottato per la propria affermazione, anche semplicemente per la propria libertà di vita, di decisione ce ne sono molte. Di altre che, per caso o vocazione, hanno combattuto e continuano a combattere per i diritti civili, femminili, mondiali, ambientali, etici ce ne sono altre, molte altre. In questo volume c'è un concentrato di 34 donne, tutte intense. 
A queste donne sono state dedicate delle rose, qualche fortunata ha vinto premi o si trova intitolata una strada. Molte, se non tutte tra le nominate, hanno fatto qualcosa di veramente importante nella vita e meritano di essere ricordate e conosciute. Il fatto che pochi le conoscano (io stessa conoscevo solo Ipazia, Giuseppina Bonaparte, Grazia Deledda, Cristina di Belgioioso, ho qualche eco di Alice Guy, Betty Boop è nota alla mia generazione) è la dimostrazione che ancora c'è da lottare. Alcune di queste donne hanno compiuto imprese importanti e non le abbiamo neanche sentite nominare.
Questo libro è un'ottima occasione  di apprendere, informalmente è una versione adulta del libro "Buonanotte per bambine ribelli", più concentrato, più approfondito, più soddisfacente e meno caotico e denso di nomi che, per quanto interessanti, a volte sembrano messi lì per far corpo.
E non posso non mensionare Leonarda, la nonna dell'autrice cui è dedicato principalmente il libro, una donna a cui avrei dedicato un capitolo del libro: quante avrebbero perorato i diritti dei disabili, cercando anzitempo di garantire loro un diritto d'istruzione pari a quello altrui ed addirittura occasioni lavorative?

Serena Dandini ha centrato l'obiettivo. Rende noti nomi che lo meritano e spero stimoli a non arrenderci o ad adagiarci sugli allori, sempre pronte a non tacere e farci sentire se c'è bisogno.

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