26/07/18

Recensione de Il secolo spezzato delle avanguardie di Philippe Daverio

Descrizione: L’arte della prima metà del Novecento è un vorticoso susseguirsi di movimenti e “ismi”. Difficile dunque definirla in un sistema chiuso e immutabile, meglio, e forse più giusto, cercare di catturarne lo spirito di molteplicità e di contaminazione continua attraverso un programma di mostre temporanee, percorsi visivi, tematici o storici che tengono conto di connessioni, rimandi e affinità tra artisti anche apparentemente lontani. Il secolo breve, racchiuso fra l’illuminazione elettrica del cielo di Parigi dall’alto della Tour Eiffel per l’expo del 1889 e il lampo devastante del fungo atomico a Hiroshima, ha forgiato il nostro immaginario di uomini contemporanei, frantumando le certezze del secolo lungo. Con queste esposizioni immaginate Philippe Daverio percorre strade poco battute, e si allontana dai consueti percorsi scolastici, cercando piuttosto assonanze e migrazioni, incontri reali o fantastici fra opere e artisti. Klimt, Balla, Kandinskij, Picasso e alcuni altri diventano così i cavalieri dell’arte, che hanno gettato i semi e inventato le “forme” del Novecento, e alcuni temi come la danza, l’ansia dell’uomo contemporaneo e la città, sono i luoghi, reali o ideali, che raccontano la joie de vivre, la frenesia e la solitudine dell’esistenza nel XX secolo.

Philippe Daverio è diventato  la mia garanzia sui temi artistici.
Ho scelto questo volume per far chiarezza sul tema delle avanguardie. Purtroppo i programmi scolastici subiscono battute d'arresto arrivati al '900 e si corre a rotta di collo per coprire buchi e mettere toppe.
Quanto ho afferrato non è stato sufficiente a colmare le mie lacune, ma certamente utile.


Alla fine dell'800 abbiamo sperimentazioni in campo artistico e ci si avvicina a quanto corrisponde alla società odierna. Apri pista è certamente Paul Cezanne con il suo Monte Saint Victoire, di respiro cubista.
E' un secolo breve matto, che ha come spartiacque il 1929, anno della crisi, cui segue una grande depressione a 360 gradi. Lo spleen decadentista trova, nel bene o nel male, nuova vita.
Le avanguardie sono formate da vari movimenti ed ognuno si crede IL movimento per eccellenza.
In Italia abbiamo il futurismo innanzitutto, partendo dai macchiaioli, capeggiato da Marinetti che in Italia era molto a favore del fascismo, in Francia sembrava più anarchico.
Dalla Russia le avanguardie, anche a livello politico, sono più estreme. E non fatico a crederlo con la mania delle purghe dei piani alti. Qualche artista ha la "fortuna" di emigrare o di morire prima della sua "nomination".
In Germania abbiamo la scuola di architettura, arte e design Bauhaus che influenza molto anche l'arredamento di oggi, basti pensare a certe sedie.
In Svizzera c'è l'irriverente dadaismo.
Ma è errato pensare alle avanguardie solo come pittura perchè questo è il secolo delle fusioni.  Arte, giornalismo, spettacoli, ballo (penso ad alcuni quadri di Dalì o alla preparazione di costumi di Picasso per esibizioni), cinema (è recentissima la scoperta del cinematografo dei fratelli Lumière) collaboreranno e saranno intrecciati.
Un ruolo importante è dato dalle città. Il mondo si sta inurbando, la vita corre 24 ore su 24, lo sviluppo non si ferma più, opportunità e possibilità sono infinite ed al contempo la solitudine ed il malessere serpeggiano sovrani.
Un fatto curioso è che molti autori del tempo, pur non cristiani, si confrontano col tema della crocifissione, sembra una sfida imperdibile.
Insomma, in questo secolo non ci si annoia mai ed è tutto e il contrario di tutto.
Artisti imperdibili? Qui si fa una top 13, inclusi i creatori di cinema ed animazione, ma io nominerò solo i pittori: Cézanne, Klimt, Boccioni, Balla, Malevic', Kandinskij, Klee, De Chirico, Picasso, anche se non sono certamente gli unici importanti. Schiele, Dalì, Max Ernst, George Grosz, Alberto Savinio, Alfred Kubin, per dire, tra i tanti.

L'unica pecca? Molti dipinti che figurano nel volume fanno parte di collezioni private, dunque vederli dal vivo è piuttosto dura.
Purtroppo questo approfondimento delle avanguardie necessita di basi, premesse e conoscenze in più per essere apprezzato e sfruttato meglio, ma resta comunque un bel vedere, soprattutto per chi ama l'arte.

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