25/06/18

Recensione di L'unico ricordo di Flora Banks

Trama: Flora Banks, diciassette anni, non ha la memoria a breve termine. I suoi ricordi si sono fermati a quando aveva dieci anni: da allora, dopo che una malattia le ha colpito il cervello, deve continuamente fissare i momenti che vive, scrivendoli su un quaderno, su post-it, oppure direttamente sulle mani e sulle braccia. Quello che sa di sé è che mamma e papà le vogliono bene, così come Jacob, il suo adorato fratello maggiore, e che Paige è la sua migliore amica, quella che si prende cura di lei nel difficile mondo esterno. Ma una sera, durante una festa, Drake, il ragazzo di Paige, la bacia sulla spiaggia e stranamente questo ricordo non svanisce come gli altri. Flora ricorda il bacio, ricorda le parole di Drake, ricorda ogni singolo istante di quell'episodio. Possibile che Drake sia l'artefice del miracolo? Peccato però che il ragazzo sia partito per studiare in Norvegia. Flora non ha dubbi: deve raggiungerlo, solo così potrà capire veramente chi è e cominciare a vivere davvero. Ma come può fidarsi degli altri se non può fidarsi nemmeno di se stessa? 

Apro la recensione innazitutto ringraziando Salani Editore per la copia omaggio.

Quando l'evasione incontra la realtà è sempre un piacere ed è sicuramente questo il caso.
Flora Banks non ha la memoria a breve termine. Un tumore gliel'ha portata via a dieci anni e da allora vive molto controllata dai suoi genitori, fa tutto con la sua migliore amica Paige e deve essere sempre certa di avere con sé tutto quanto la aiuti a non smarrirsi, dentro e fuori.
Succede però che Drake, il ragazzo di Paige, sta per partire per le Svalbald, in Norvegia per motivi di studio. Il fatto straordinario è che lui prima della partenza la bacia e lei se lo ricorda!

Inevitabilmente litigherà con la sua migliore amica e vorrà capire perchè si ricorda del bacio di Drake. Inutile dire che andrà di persona a cercare le risposte, approfittando dell'assenza di Paige e, soprattutto, di quella dei genitori, a Parigi per assistere il fratello malato, Jacob, che Flora adora, anche se i suoi ricordi risalgono al passato e lei sia confusa su di lui.

Ecco, questa lettura sembra frivola, con un registro leggero, vocaboli ed espressioni semplici, narrata dal punto di vista di Flora, spesso ripetitiva perchè lei deve ripetere e segnare tutto quel che le accade, altrimenti lo dimentica. Ma permette di entrare facilmente nel suo modo di pensare, di essere in sintonia con lei. Ed è estraniante, difficile. Sì, mi dimentico le cose, ma il suo è un vero e proprio handicap. Posso dimenticarmi di un impegno, ma non tutto ciò che ha a che fare con esso e lo ha originato, tanto da spingermi al punto di scrivere ogni riferimento utile.
E' straordinario che si ricordi un unico fatto ed è una grande a voler capire perché, a motivarsi, costruire un piano d'azione. E' immatura perché non può crescere, ha la memoria congelata, ma è dotata di un grande spirito d'iniziativa, accresciuto dal fatto di dovercela fare da sola. E purtroppo, l'eccessivo amore, ha fatto sì che la sua famiglia la limitasse, impedendole di metterla alla prova. E Flora sotto sotto lo sà, non ricorda, ma sospetta. Un angolo del suo cervello la stuzzica...

Mi sono emozionata leggendo le avventure di questa forza della natura. Nulla di eccezionale, Flora non deve affrontare killer o pericoli da mondo fantasy. Ma è una lettura che allarga il cuore, la tipica sensazione d'innamoramento quando il cuore è leggero eppure ci strazia.
Ci insegna a non arrenderci, a scegliere, ad andare avanti nonostante tutto.
La vita ci aspetta e dovremmo essere forti come Flora, occorre prendere e partire o quantomeno non perdere la grinta e la forza di volontà.

2 commenti:

  1. Sono oltre la seconda metà e devo dire che, nel suo piccolo, sorprende. Protagonista approfondita meravigliosamente. Spero regga il finale. :)

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