02/06/18

Recensione di Immigrazione cambiare tutto di Stefano Allievi

Descrizione: Le migrazioni ci sono. Sono sempre di più e saranno ancora di più in futuro. Non è più il tempo dei problemi senza risposta: è il momento delle soluzioni.

L’immigrazione è un fenomeno strutturale da decenni. Tuttavia è sempre stato affrontato in termini di emergenza, come fosse un fatto episodico. Ma l’estensione, la qualità e la quantità del processo sono tali da esigere una soluzione complessiva al nostro sistema di convivenza che non sottovaluti il malessere diffuso nell’opinione pubblica. Le recenti polemiche intorno al ruolo delle ong nei salvataggi sono l’ultimo degli esempi. Per non dire della crescente xenofobia che rischia di indebolire la coesione sociale del nostro paese. L’immigrazione irregolare, il trafficking (i suoi costi e i suoi morti), i salvataggi, i respingimenti, la gestione dei richiedenti asilo con le sue inefficienze, le forme dell’accoglienza. E ancora, i problemi legati ai rimpatri, alla cittadinanza, alle implicazioni delle diverse appartenenze religiose: è urgente e necessaria una riflessione critica onesta su tutte le questioni che accompagnano le migrazioni attuali, affrontando quelle più spinose, con il coraggio di proposte radicali. 



Chi mi conosce sa che questo tema mi è a cuore e mi infiamma.

Conoscevo già il Professor Allievi da "Tutto quello che non vi hanno mai detto sull'immigrazione", volume esplicativo e chiarificatore del fenomeno e dei luoghi più comuni.

Questo volume, pur non ripartendo da lì, introduce al fenomeno inserendo possibili soluzioni.

Leggendo, sono convinta che l'uomo abbia la memoria corta.  Non ricorda che all'inizio dell'umanità l'umanità migrava, lo ha fatto a lungo e che gli italiani il secolo scorso emigravano che era un piacere (con una pessima fama, tra l'altro, aggiungo io).
Mi stupisce tutto questo odio, tutta questa chiusura mentale, tutta questa ricerca di soluzioni tout-court che, sì, sono immediate, ma porteranno allo sfacelo ed a guai grandi, a divisione e rancore.
Basterebbe pensare, come questo volume ci mostra.


Il Professor Allievi non è un buonista, non appoggia "l'accogliamoli tutti", ma è umano, conosce le leggi e sa che occorre aiutare gli esseri umani in difficoltà. Non dovessimo arrivarci ci sono varie leggi a ricordarcelo: l'articolo 10, comma 3 della Costituzione Italiana del 1948(noi italiani tanto ce ne vantiamo e poi...), la Convenzione europea dei diritti dell'uomo del 1950, la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, la Convenzione di Ginevra del 1951. Non certo scritte ieri. Abbiamo il diritto ed il dovere di aiutare i rifugiati e richiedenti asilo e di verificare le azioni possibili per gli altri bisognosi che non rientrano nella categoria. Poi arrivano anche Convenzioni limitanti come la Dublino ed i suoi successivi Regolamenti che hanno creato limiti anziché una struttura snella.
Eppure basterebbe aver voglia di fare, applicarsi, creare procedure efficaci.
La situazione vissuta come normale è quella dell'emergenza e non va bene per nessuno. Vediamo i suoi effetti quotidianamente e le conseguenze di questa gestione non sono buoni.
Lo riscontriamo per gli immigrati che non sempre si integreranno e che verranno spesso a contatto col razzismo, per gli autoctoni che vivranno la situazione come una minaccia e che non sempre avranno torto ( se non si lavora all'integrazione al 100% come si può pretendere di avere la maggior parte degli stranieri in linea col paese?), creando un caos ed un disagio di difficile risoluzione, come possiamo già vedere.
Invece pare che la politica vada sempre più nella direzione della chiusura che ci distruggerà.
In una parte del mondo dove facciamo pochi figli (vagamente ce n'è qualcuno in più negli ultimi anni), in un'Europa che fra non molti anni avrà 100 milioni di pensionati da mantenere, ma non altrettanti giovani da reinserire, come potrà reggersi altrimenti? Basta iniziare considerando questo fatto.
Il problema lo soffre maggiormente l'Italia (che non ha il maggior numero di immigrati come crede) perchè è una delle prime zone di attracco e la Convenzione di Dublino ci lega le mani. Certo, nel 2017 ci sono meno arrivi per gli accordi con la Libia (questo tipo di accordi è un'arma a doppio taglio, sempre), ma si riversano altrove. Non sono cessati. D'altronde, potessimo, non lasceremmo mai la nostra casa, Se si fa, in maniera così pericolosa poi, un motivo serio a monte c'è.
L'immigrazione è un fenomeno che non può essere fermato, che non si fermerà, le falle si trovano sempre. Dunque occorre gestire bene la cosa, per beneficiarne tutti. Si deve agire ora perchè da una transizione si arriverà ad un ordine. Non si fermerà perfettamente l'arrivo illegale, ma sarà più gestibile e residuale. Staremmo meglio tutti.
La soluzione non è chiudersi. Non oggi, non con il continuo movimento, con la globalizzazione che è divenuta naturale. E' un mondo in movimento, non un'enclave. Ed è un problema di tutti, dunque, europeo, non può essere solo italiano.

Peccato che molti anti-immigrati non leggono e sicuramente non questo libro. Fornirebbe loro un piano d'azione concreto, soluzioni e riflessioni. Spero che, in qualche modo, aprano gli occhi.



2 commenti:

  1. Livre ? Pour moi, c'est plus qu'un livre, c'est un chef-d'œuvre.
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    1. J'aime beaucoup ces idées! Il va proposer des solutions.

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