19/10/17

Recensione de Il tempo dell'attesa - I Cazalet Volume secondo di Elizabeth Jane Howard

Trama: È il settembre del 1939, le calde giornate scandite da scorribande e lauti pasti in famiglia sono finite e l’ombra della guerra è sopraggiunta a addensare nubi sulle vite dei Cazalet. A Home Place, le finestre sono oscurate e il cibo inizia a scarseggiare, mentre una nuova generazione prende le fila del racconto. Louise realizza il sogno della recitazione e nel frattempo incontra colui che diventerà suo marito, Polly non fa che pensare a se stessa, e Clary si guadagna tutta la nostra comprensione quando rifiuta di credere alla morte dell’amato padre e attende il suo ritorno. Mentre le ragazze aspettano di poter proseguire le proprie vite per diventare finalmente adulte, l’intera famiglia Cazalet è in attesa, in quegli anni difficili dell’inizio della guerra, in cui nessuno sa quando la vita tornerà quella di prima.

Eccomi presto di ritorno presso i Cazalet, un ritorno che temevo perchè finire il primo volume non è stato affatto semplice.
Per qualche strano motivo affrontare questo è stato più naturale, forse perchè conosco meglio i personaggi e posso dirmi già dentro la storia, orientarmi meglio. Infatti sono scivolata nei fatti senza grossi problemi.

I capitoli, ho notato, sono più brevi e c'è una novità circa la narrazione.
Le vicende riprendono ad un anno di distanza dai fatti del primo volume ed il peso della guerra si fa sentire. La spensieratezza è andata via, anche chi gode di una favorevole condizione economica, come appunto i Cazalet, deve risparmiare e stare attenta. I pranzi in famiglia sono più parchi, si deve vivere in maniera riservata, tranquilla e più parsimoniosa di prima, ritirati ed attenti alla sicurezza della casa, soprattutto alla sera quando ci si deve oscurare per non farsi bombardare dai tedeschi. Perchè, purtroppo, il conflitto non è più una possibilità, ma una realtà pericolosa. A chi resta a casa sembra raramente di essere in guerra se non per la noia e le restrizioni, però il rischio di venire colpiti c'è.


La storia viene narrata essenzialmente attraverso i punti di vista di Louise, Clary e Polly, salvo poi dei momenti di visione d'insieme di tutta la famiglia.
Ammetto che mi è piaciuto molto. Le tre sono giovani donne molto complete e ricche, ma in quanto donne ed in quanto giovani non vengono prese in considerazione se non blandamente.
Di Louise ho ammirato la determinazione ed il coraggio nell'inseguire il proprio sogno e desiderio di recitare, combatterà alacremente per realizzarlo, andando contro tutti, soprattutto sua madre. E finalmente vivrà davvero, scoprendo quando la famiglia l'ha tenuta nella bambagia ed affronta a testa alta le difficoltà. Anche se ho amato molto l'amica Stella che conosce alla scuola di cucina, esperienza che farà prima di dedicarsi del tutto al teatro, la quale stimolerà lo spirito critico della maggiore delle nipoti Cazalet.
Ho apprezzato maggiormente Polly e Clary che nel primo volume ho gradito, però mi hanno anche spesso irritato per qualche modo di fare, probabilmente dovuto all'età. In questo volume invece entrambe dimostrano una maturità davvero eccezionale per come affrontano le difficili situazioni presenti nel romanzo che nella loro storia personale sono molte.
Questo non si può dire invece degli adulti che cacciano la testa sotto la sabbia per non dover parlare. Infatti in questo volume ho trovato molta ipocrisia. Ci sono problemi, ma nessuno vuole affrontarli e lo notano anche le ragazze. Tutti sanno che c'è del non detto e rimane tale. E si mettono a comandare ed educare i piccoli, come giusto che sia, ma viene un pò da storcere il naso visto che prima dovrebbero agire sulla loro vita anzichè su quella di altri.

In definitiva un magistrale secondo volume che ci fa venire voglia di conoscere il futuro dei Cazalet.
E' un fedele ritratto dell'epoca più a livello sociale, per quanto per lo più dei benestanti, che storico e credo che la Howard fosse un'attenta osservatrice dei suoi tempi. E' comunque evidente che ci ha messo molto della sua esperienza personale, soprattutto in Louise, Edward e Villy, almeno è stata questa l'impressione dopo aver letto la postfazione dell'amica e scrittrice Hilary Mantel.
Pur essendo una storia "riflessiva", lenta, descrittiva, una cronaca, appunto, le cose accadono e si resta sorpresi da fatti che si presagiva potessero accadere e che poi si sono realizzati davvero. Un pò come nella vita quando ti accade qualcosa e ti viene da dire "ma no!" con le opportune reazioni di rabbia, dolore, gioia, vergogna... Forse è stata messa parecchio in ombra la famiglia di Jessica, la sorella di Villy che gode di poche comparsate al contrario del ramo principale Cazalet (probabilmente solo Rachel ha avuto poco spazio tra loro). Certo, le protagoniste erano le Cazalet Junior, ma spero in un approfondimento delle situazioni dei personaggi stavolta defilati.
Mi sono sentita assai più coinvolta e gli sviluppi che sembrano in costruzione promettono bene. 

2 commenti:

  1. Ciao!
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    http://unabuonalettura.blogspot.it/2017/10/liebster-award-2017-terza-nomina.html

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